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Isaiah Berlin. Ironia e libertà 07/06/2013 -

Ignatieff Michael
Isaiah Berlin. Ironia e libertà
Carrocci 

Unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori pensatori del Novecento, Isaiah Berlin è stato anche un testimone d'eccezione del secolo appena concluso. Michael Ignatieff gli ha dedicato un'appassionata biografia, ricostruendone la vita dall'infanzia nella Russia rivoluzionaria agli anni d'insegnamento a Oxford, dall'attività diplomatica a Mosca durante la seconda guerra mondiale ai numerosi incontri con uomini politici come Kennedy, Churchill e Weizmann e con protagonisti della cultura come Einstein e Freud, Pasternak e Virginia Woolf, Wittgenstein e Picasso. Un ritratto coinvolgente in cui spiccano l'ironia e la lucida intelligenza di questo pensatore che ha coniugato come nessun altro cultura russa, anglosassone ed ebraica.

Il bambino 27/05/2013 -

Dan Porat
Il bambino
Rizzoli

Donne che escono in fila da un portone, tenute sotto tiro da soldati nazisti, e in primo piano un bambino spaurito con le braccia alzate. Quando si imbatte nella foto, Dan Porat decide di ricostruire la storia di quel giorno, e della distruzione del ghetto di Varsavia. Lo fa in un libro che intreccia le vite di quel bambino, di una ragazza attiva nella resistenza, e di tre soldati nazisti tra cui il generale delle SS Jürgen Stroop. Un libro che ha il respiro di un romanzo e la verità della storia, in cui assieme alla narrazione viva e partecipata di quel dramma scorrono le foto selezionate da Stroop - al quale Himmler aveva dato l’ordine di annientare il ghetto di Varsavia - per documentare la repressione degli ebrei e altre inedite scovate dall'autore in anni di ricerche, volti e i gesti di uomini e donne comuni destinati a diventare vittime e carnefici.

La mia testimonianza dinanzi al mondo 10/05/2013 -

Jan Karski
La mia testimonianza dinanzi al mondo   
A cura di Luca Berbardini    
Adelphi

"Racconti tutto ciò di cui ha fatto esperienza personale, tutto ciò che ha visto e udito. Riporti i fatti e lasci che chi ascolta possa trarre le sue conclusioni": con questo viatico il premier del governo polacco in esilio mandò Jan Karski a informare i grandi della terra di quello che accadeva agli ebrei nel suo Paese. Il giovane ex ufficiale di riserva dell'esercito polacco, unitosi alla resistenza nel 1939, aveva compiuto infatti un'impresa inaudita: era riuscito a infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di sterminio di Belzec - e, cosa ancora più inaudita, era riuscito a venirne fuori. Il suo compito, quindi, era uno solo: testimoniare. Cosa che fece: ma senza essere creduto. Forse perché al Rapporto Karski era impossibile credere: giacché il cervello umano "non può andare oltre un certo limite ". O perché, per motivi squisitamente strategici, si scelse di non credere. La questione resta tuttora aperta. Questo libro però non racconta soltanto ciò che conteneva quel rapporto, ma tutte le avventure da lui vissute nel corso della guerra: l'arresto da parte dei sovietici, che poi lo consegnano ai tedeschi; la prima evasione; le missioni di collegamento con il governo in Francia; l'arresto da parte della Gestapo e le torture subite; la seconda evasione da un ospedale a opera della resistenza; la sua missione di testimonianza. Tutti "fatti", appunto, che vengono narrati senza alcuna enfasi, in uno stile asciutto e laconico - e proprio per questo tanto più efficace. Dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali, Karski sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), che darà l'avvio alla seconda fase della sua missione: ricordare l'indifferenza degli Alleati di fronte al consumarsi del genocidio.

Sepolti a Varsavia. Testimonianze dal ghetto 30/04/2013 -

Emmanuel Ringelblum
Sepolti a Varsavia. Testimonianze dal ghetto
Castelvecchi

Sepolti a Varsavia è il commovente racconto dell’orrore vissuto dalla comunità del ghetto di Varsavia, firmato dal noto archivista e storico del quartiere Emmanuel Ringelblum. Si tratta di episodi di cui l’autore è stato testimone oculare, notazioni e storie di cui egli stesso è stato protagonista e vittima. Una realtà straziante che vede esseri umani catturati dal furore insensato di una violenza esplosiva, da una brutalità implacabile. Nel suo libro c’è tutta la vita del ghetto, dalla costruzione del muro per motivi igienici al breve periodo di calma apparente fino agli omicidi di massa. È il racconto di un uomo provato da crisi interiori, che ha dovuto macchiarsi di meschinità per un istinto di autoconservazione ma che ha saputo riscattarsi con una nobiltà d’animo fuori dal comune. Quando i tedeschi invasero la Polonia, Ringelblum si trovava in Svizzera, dove avrebbe potuto restare e salvarsi. Decise invece di tornare a Varsavia nella consapevolezza dell’importanza storica di quel momento. Come molti suoi concittadini, non scamperà al furore nazista.

Esodo e rivoluzione 18/04/2013 -

Michael Walzer
Esodo e rivoluzione
Feltrinelli

La narrazione biblica dell'Esodo - dall'Egitto al deserto e alla terra promessa - è stata interpretata per secoli come una metafora dei processi di liberazione e rivoluzione. L'Esodo è una grande 'storia', la cui eco ha reso possibile il racconto di altre storie, da Savonarola a Calvino, da Cromwell e i puritani all'attuale teologia della liberazione. Michael Walzer, uno dei maggiori filosofi politici americani, presenta in questo libro affascinante il suo commento al testo: decifra la famiglia di 'significati' dell'Esodo gettando una luce nuova sulla tradizione del radicalismo politico. Walzer discute la natura dell'oppressione (Egitto), i dilemmi dell'affrancamento come apprendimento della libertà (le mormorazioni nel deserto), il ruolo delle scelte individuali per il contratto sociale che definisce diritti, doveri e regole per la vita collettiva (l'alleanza) e, infine, la natura della terra promessa. Contro un'immagine canonica del radicalismo inteso come messianismo politico, per cui la terra promessa è semplicemente una prospettiva più sobria. La terra promessa è il paradiso di una società perfetta, Walzer sostiene che l'Esodo suggerisce una prospettiva più sobria. La terra promessa è semplicemente un posto 'migliore' dell'Egitto. Senza dubbio, c'è un posto migliore. Ma la strada che vi conduce attraversa il deserto. E c'è un solo modo per raggiungerla: prenderci per mano e marciare.

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