giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Manifesto - Avvenire Rassegna Stampa
30.08.2017 Chi 'calpesta' davvero la 'soluzione' dei due Stati?
I commenti contro Israele di Michele Giorgio, Camille Eid

Testata:Il Manifesto - Avvenire
Autore: Michele Giorgio - Camille Eid
Titolo: «Con Guterres in visita, Netanyahu calpesta la soluzione dei Due Stati - Deputati sulla Spianata, l'Anp insorge»
Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 30/08/2017, a pag. 8, con il titolo "Con Guterres in visita, Netanyahu calpesta la soluzione dei Due Stati", il commento di Michele Giorgio; da AVVENIRE , a pag. 14, con il titolo "Deputati sulla Spianata, l'Anp insorge", il commento di Camille Eid.

A destra: la road map di Arafat, modello della leadership araba palestinese: dalle strette di mano alla pugnalata, fino alla sparizione di Israele

L'articolo di Michele Giorgio, così come quello di Camille Eid su Avvenire, è un pretesto per diffondere disinformazione, menzogne e odio contro Israele. A Giorgio e ad Avvenire, però, preme soltanto incolpare Israele di ogni crimine, e dunque perfino in questo caso attaccano lo Stato ebraico.

Secondo Giorgio, addirittura, Netanyahu "calpesta la soluzione a due Stati". Il giornalista forse ignora che una simile "soluzione" innanzitutto non risolverebbe il problema del terrorismo palestinese e della sicurezza di Israele; in secondo luogo è stato proprio il terrorismo arabo palestinese negli ultimi 20 anni a sotterrare questa proposta di soluzione, che veniva tra l'altro dal governo israeliano.

Israele è talmente ben disposto nella ricerca di una soluzione da ospitare nella residenza del Presidente Rivlin anche il segretario dell'Onu Antonio Guterres, il quale fa delle affermazioni sorprendenti di stima e considerazione nei confronti di Israele che contraddicono i fatti che avvengono all'Onu, tutti sbilanciati a favore della narrativa palestinista. Gli ospiti vanno trattati con educazione, ma l'ipocrisia dell'ospite Guterres è a livelli stratosferici. Ecco alcune delle affermazioni di Guterres:

1) "Gli appelli alla distruzione di Israele sono una forma moderna di antisemitismo e non li permetteremo"

2) "Le Nazioni Unite tratteranno Israele con imparzialità"

Corrette invece le parole pronunciate da Benjamin Netanyahu nel suo incontro con Guterres:

1) "Teheran vuole costruire siti per la produzione missilistica in Siria e Libano ed utilizzare queste armi contro Israele, una cosa che l'Onu non dovrebbe accettare"

2) "La missione dell'Onu Unifil (United Nations interim force in Lebanon) ha 'fallito miseramente' nel suo mandato di prevenire l'incremento dell'arsenale militare del movimento terroristico sciita di Hezbollah"

Ecco gli articoli:

IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Con Guterres in visita, Netanyahu calpesta la soluzione dei Due Stati"

Immagine correlata
Michele Giorgio

Antonio Guterres ieri a Ramallah è stato chiaro. Gli insediamenti coloniali israeliani in Cisgiordania sono “un grande ostacolo” alla pace, ha detto il segretario generale dell'Onu al primo ministro dell'Anp Rami Hamdallah. Ha anche rinnovato il sostegno alla creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele: «Non vi è alcun piano B, una soluzione con Due Stati, la fine dell'occupazione (israeliana) e la creazione di condizioni per metter fine alle sofferenze dei palestinesi sono l'unica strada per garantire la pace». Ma quello Stato, lo sa bene Guterres, è ormai un pezzo di carta ingiallito dimenticato nei cassetti della diplomazia. II futuro lo decide solo il governo israeliano visto che i Paesi occidentali, dagli Usa all'Europa, in silenzio hanno decretato che il diritto internazionale non può trovare attuazione nella questione palestinese.

LUNEDI’ SERA IL PREMIER Benyamin Netanyahu è andato nell'insediamento ebraico di Barkan per partecipare alle celebrazioni per i 50 anni dall'inizio della colonizzazione ebraica di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, i territori palestinesi che Israele ha occupato nel 1967. E ha pronunciato una sentenza di morte per la soluzione a «Due Stati» a cui, ma solo a parole, si aggrappano Onu e Ue e da cui si è già sganciata l'amministrazione Trump. «Siamo venuti qui (in Cisgiordania e Gerusalemme Est, ndr) per rimanerci per sempre», ha affermato perentorio Netanyahu. Anche un nuovo, limitato, sgombero di colonie israeliane, come quello di Gaza nel 2005, «non avverrà mai più», ha aggiunto tra l'entusiasmo dei presenti. Ha rimarcato il valore strategico della Samaria (il nome biblico del nord della Cisgiordania).

E’ LA CHIAVE per il nostro futuro», ha detto spiegando che dalle alture di Hatzor (Khirbet Hazzur, a nord di Gerusalemme) è possibile monitorare Israele e la Cisgiordania occupata. Infine ha teorizzato una sorta di diritto/dovere di Israele di controllare i Territori palestinesi per impedire che forze dell'Islam radicale possano «mettere in pericolo l'intero Medio Oriente». Non è la prima volta che il premier israeliano insiste su questi punti. Lunedì però è stato esplicito sul futuro delle colonie. E indirettamente ha lasciato intendere che i palestinesi non potranno far altro che amministrare civilmente, come già fanno oggi, le loro città e dovranno dimenticare libertà, sovranità e indipendenza. Sempre Netanyahu all'inizio dell'estate aveva proclamato che Israele, in qualsiasi accordo, continuerà a controllare militarmente la Cisgiordania. «Le colonie israeliane sono illegali e vanno smantellate», si è affannato a replicare Nabil Abu Rudeinah, il portavoce del presidente palestinese Abu Mazen.

HA ANCHE CONDANNATO la «passeggiata» sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme fatta ieri, con l'autorizzazione del governo, da due parlamentari israeliani tra cui Yehuda Glick (Likud), fautore della ricostruzione del Tempio ebraico. Ma quella dell'Anp ormai è una protesta muta.

AVVENIRE - Camille Eid: "Deputati sulla Spianata, l'Anp insorge"

Immagine correlata
Camille Eid

Immagine correlata

Nuovo clima di tensione a Gerusalemme. Già annunciata nei giorni scorsi, si è svolta ieri mattina la prima visita di parlamentari israeliani sulla Spianata delle Moschee - Monte del Tempio per gli ebrei - da quando nel 2015 il premier Benjamin Netanyahu bandi ogni ingresso sul luogo ai membri della Knesset. La visita è stata compiuta - in mezzo a misure di sicurezza serrate - da Yehuda Glick del Likud e da Shuli Moalem-Refaeli di Focolare ebraico. II permesso è stato accordato da Netanyahu in vista della prossima sentenza della Corte Suprema che dovrà pronunciarsi sulla petizione, contraria al bando, avanzata proprio da Glick. Netanyahu è stato al centro di un'altra provocazione ancora.

Parlando in Samaria in occasione del 50esimo anniversario degli insediamenti ebraici nella Cisgiordania, il premier ha detto che Israele «non smantellerà più nessun insediamento. Siamo qui - ha aggiunto - per restarci per sempre. Quando abbiamo rimosso gli insediamenti che cosa abbiamo ottenuto? I missili. Non succederà più». Parole arrivate durante il trasferimento del segretario generale dell'Onu da Israele a Ramallah. L'unica soluzione al conflitto israelo-palestinese resta quella dei due Stati, ha affermato Antonio Guterres al termine del suo incontro con il premier palestinese Rami Hamdallah in quella che è la sua prima visita nella regione. Guterres sarà oggi a Gaza dove l'Onu è impegnata con le sue organizzazioni umanitarie. Immediata la condanna dell'Autorità nazionale palestinese. Nabil Abu Rudeinah, portavoce del presidente Mahmud Abbas ha ribadito che «le colonie nei Territori occupati nel 1967, specialmente Gerusalemme est, sono illegali e vanno smantellate».

Poi ha definito «provocazioni» quelle compiute sulla Spianata, le cui conseguenze «sono esclusiva responsabilità del governo israeliano» e sabotano gli sforzi americani per la pace. Anche Amman ha definito «una mossa irresponsabile» la decisione di autorizzare la visita alla Spianata La Giordania svolge il ruolo di custode storico del santuario islamico. Una piccola nota di speranza arriva da monsignor Giuseppe Lazzarotto, nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e Palestina, che si prepara a lasciare il suo incarico. «Spero che i miei cinque anni di ministero - ha detto Lazzarotto - abbiano portato un piccolo contributo al dialogo. Il terreno c'è ed è buono. Ha solo bisogno di buoni agricoltori». In attesa della nomina del nuovo nunzio, monsignor Marco Formica ricoprirà il ruolo di incaricato di affari.

Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Il Manifesto 06/689191

Avvenire 02/6780510
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti


redazione@ilmanifesto.it
lettere@avvenire.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT