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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Stampa - Il Foglio Rassegna Stampa
15.08.2017 Trump condanna i suprematisti. E in Usa i neonazisti inneggiano anche ad Assad
Analisi di Gianni Riotta, editoriale del Foglio

Testata:La Stampa - Il Foglio
Autore: Gianni Riotta - editoriale del Foglio
Titolo: «Trump sceglie di condannare i suprematisti - Suprematisti bianchi e Assad»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/08/2017, a pag. 1, con il titolo "Trump sceglie di condannare i suprematisti", l'analisi di Gianni Riotta; dal FOGLIO, a pag. 3, l'editoriale "Suprematisti bianchi e Assad".

Ecco gli articoli:

LA STAMPA - Gianni Riotta: "Trump sceglie di condannare i suprematisti"

Riotta comincia a modificare, ma con cautela, gli aggettivi attribuiti finora a Trump. Gli rimane qualche 'rabbioso' superfluo e l'idea che il presidente americano sia comunque 'unfit ' a governare il paese. Riotta è intelligente, perché non analizza tutti gli errori che i presidenti precedenti hanno commesso in politica estera - da Clinton a Obama - e dia meno retta al NY Times e a Le Monde per trarre ispirazioni. Cominci con leggere Alan Dershowitz, oltre a tutto è un democratico e non ha votato Trump, ma dia anche un'occhiata, per capire meglio chi sono i protagonisti dei disordini in Virginia, all'editoriale del Foglio che pubblichiamo dopo il suo pezzo.

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Gianni Riotta

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Donald Trump

«Dobbiamo restare uniti nella condanna dell’odio, dell’intolleranza, della violenza. Il razzismo è il male e chi lo impugna nei disordini è un criminale e un teppista, come Ku Klux Klan, neonazisti, razzisti bianchi e le formazioni dell’odio, che ripugnano quel che amiamo noi Americani».

Con toni unitari, il presidente Donald Trump torna sui fatti di Charlottesville, in Virginia, dove una donna e due agenti hanno perso la vita in una sommossa di estremisti di destra. A caldo, in un tweet Trump aveva condannato «gli opposti estremismi», senza valutare che i miliziani razzisti, secondo il governatore della Virginia McAuliffe, «erano armati con fucili automatici e un volume di fuoco superiore alla polizia», mentre i contestatori di sinistra urlavano slogan.
Heather Heyer, 32 anni, è rimasta uccisa, 19 suoi compagni feriti, quando il neonazista James Field, 20 anni, ha copiato la tattica terrorista islamica e caricato con l’auto il corteo. Field è stato incriminato per omicidio e il ministero della Giustizia ha aperto un’inchiesta federale, rischia 40 anni, senza le aggravanti per terrorismo. La prima reazione di Trump, tiepida, aveva sollevato critiche, non solo nell’opposizione e nei media, ma anche nel suo partito repubblicano. Il decano senatore Orrin Hatch, un conservatore, ha twittato «Mio fratello non è caduto contro Hitler per vedere i nazisti in America», ricordando il fratello aviere, morto nel 1945.

Il capo di gabinetto, l’ex generale Kelly, ha molto parlato al presidente per convincerlo a cambiare rotta, ma varie fonti - anche a «La Stampa» - confermano che regista della svolta è la figlia di Trump, Ivanka. Con due tweet, ieri l’altro, la giovane consigliera della Casa Bianca ha denunciato razzisti e nazisti come estranei alla tradizione Usa. Molti di loro invece, dal fascista «Alt right» Richard Spencer all’ex Gran Dragone Kkk David Duke, si considerano compagni di strada del presidente, e ne usano gli eccessi per promuovere la propria agenda in un’America divisa.

In ritardo, e con gli avversari che ne sfruttano la lentezza, Trump adotta la posizione dignitosa della figlia e ritrova i toni moderati del discorso al Congresso, quando, brevemente, volle abbandonare la retorica apocalittica dei consiglieri di destra, Bannon e Miller. Bene per il Paese, che esce dalle violenze di Charlottesville ancor più amareggiato e su opposte barricate ideologiche. Cortei e scontri in ricordo di Heyer in molti centri, mentre i neonazi si mobilitano contro la rimozione delle statue dei generali sudisti dalle piazze: a Charlottesville marciavano in difesa di un monumento al generale Lee, ricordato come gentleman, ma che condivise invece schiavismo e segregazione dei Confederati. Eppure, perfino ieri, il Trump «unitario» ha diviso: in protesta contro il suo troppo lungo silenzio, Kenneth Frazier, afroamericano a capo del colosso farmaceutico Merck, s’è dimesso dal Business Council del presidente, seguendo Elon Musk e Bob Iger della Disney. Trump l’ha subito impalato via twitter «Ora abbassa i prezzi delle medicine!». Quanto durerà il Trump raziocinante? Vincerà l’Ivanka moderata o un tweet rabbioso? L’America, tormentata, aspetta.

IL FOGLIO: "Suprematisti bianchi e Assad"

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Un'immagine pro-Assad al corteo neonazista in Virginia: "Non sconfitto"

L'accolita nazista di Charlottesville, in America, ha sfoggiato in questi giorni i parafernalia e i simboli consueti dell'estrema destra: le torce come il Ku Klux Klan, le magliette con le frasi di Hitler, le bandiere della Confederazione schiavista, gli stendardi con la svastica, i saluti romani. Questa volta però hanno aggiunto al repertorio una nuova presenza in effigie: il presidente siriano Bashar el Assad, che già da molti anni era nel pantheon dell'estrema destra e che però non era mai stato celebrato con questa trionfale evidenza. Dalle magliette che inneggiavano ai barili-bomba - che sono l'arma anti civili per eccellenza e anche l'arma simbolo di come il governo siriano combatte la guerra - al ritratto di Bashar el Assad che campeggia sulla pagina Facebook del tizio che si è lanciato in auto contro il corteo di protesta degli antirazzisti (ritratto che porta sotto la scritta: "undefeated", l'invitto), la fascinazione della destra antisemita per il partito Baath siriano va molto forte. Il culto dell'uomo autoritario, l'ossessione per il complotto ebraico, un generico compiacimento tipo "noi contro il mondo" sono i pilastri di questa passione reciproca.

Del resto, uno dei nomignoli che la parte pro Assad ha affibbiato ai gruppi siriani anti Assad è "gli ebrei interni", perché li considera gli agenti di una cospirazione israeliana. Anche la distruzione della città d'arte di Palmira è stata definita sulla tv siriana "un complotto ebraico". In questi anni un po' da tutto il mondo esponenti dell'estrema destra sono andati in processione a Damasco per incontrare Assad e per scattarsi selfie con i militari siriani. Alois Brunner, un comandante austriaco delle SS ricercato per crimini di guerra, morì nel 2001 nella capitale siriana dove godeva della protezione del governo. Insomma, la destra dei suprematisti bianchi vede in Assad un referente esotico per il settore mediorientale. Il che pone un interrogativo ai molti che riescono a simpatizzare allo stesso tempo per Israele e per Assad, in chiave anti Stato islamico. L'Isis è un'emergenza transitoria, prima o poi passerà, il blocco assadista che legge il "Mein Kampf' in arabo e beve tè con i fascisti europei ha invece radici profonde. Fare attenzione.

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