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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/07/2017, a pag. 15, con il titolo "Stretta sui fascisti della rete. La propaganda sarà reato", la cronaca di Federico Capurso; dalla REPUBBLICA, a pag. 13, con il titolo "Basta con le zone franche la mia legge può fermare i nostalgici di Mussolini", l'intervista di Giovanna Casadio a Emanuele Fiano. Ecco gli articoli: LA STAMPA - Federico Capurso: "Stretta sui fascisti della rete. La propaganda sarà reato"
C’è il caffè macinato nerissimo “Credere” (gusto bar), “Obbedire” (gusto delicato) o “Combattere” (gusto forte). Un body per bimbo, per festeggiare il nascituro con lo slogan “Boia chi molla”. Solo per luglio, poi, alcuni negozietti di Predappio, paese natale di Mussolini, propongono targhe in latta con il consiglio in cubitali caratteri romani di «rispettare il pane». Prodotti, questi, che potrebbero costare dai sei mesi ai due anni di carcere se la proposta di legge a prima firma del deputato Pd Emanuele Fiano, che oggi approda in aula alla Camera, dovesse passare all’esame del Parlamento. LA REPUBBLICA - Giovanna Casadio: 'Basta con le zone franche la mia legge può fermare i nostalgici di Mussolini'
«Sono cresciuto nell’idea che non bisogna arrendersi mai, forse anche per questo mio padre è sopravvissuto ad Auschwitz... ». Emanuele Fiano è il deputato dem che ha scritto la legge contro l’apologia di fascismo che oggi approda in aula alla Camera. «Arriva tardi questa legge sì, ma nel momento giusto per risvegliare le coscienze. Noi continuiamo a sottovalutare un contesto altamente infiammabile come quello del disagio sociale e della reazione all’emergenza immigrazione ». Fiano, tuttavia i 5Stelle considerano questo provvedimento liberticida. «Sì, in commissione Affari costituzionali a Montecitorio hanno portato un documento in cui sostengono che il provvedimento interviene sulla libertà di opinione. Ma la legge Scelba prima e quella Mancino dopo hanno di fatto previsto che nel nostro ordinamento repubblicano ci siano dei limiti all’espressione di opinioni. E le idee di violenza, razzismo e discriminazione non devono più tornare». Prevede in Parlamento uno scontro aspro e in nome della libertà di espressione? «Immagino che tutto il centrodestra si opporrà alla legge con l’aggiunta dei 5Stelle: un fatto molto preoccupante. A me rimane per sempre la frase che disse Giacomo Matteotti: “Qui non si tratta di reati di opinione, perché il fascismo non è un’idea, è un crimine”». Com’è stato possibile ignorare finora il caso dello stabilimento balneare di Chioggia dove cartelli e discorsi inneggiavano al Duce? «C’è oggi una sorta di benaltrismo, per cui si dice che i problemi sono la mancanza di lavoro, di pensione, di futuro. E allora perché occuparsi di vecchie cose. Ma è il contrario, perché la crisi economica e la questione dei migranti sono il terreno di coltura per le idee neo fasciste e di estrema destra e razziste». L’Anpi ha chiesto la revoca della concessione balneare. «Basta che si facciano rientrare quei comportamenti. Spudoratamente si inneggia ormai sul web e si aderisce all’ideologia fascista ». L’irruzione di CasaPound a Palazzo Marino a Milano, la manifestazione non autorizzata al Cimitero Maggiore, ora Chioggia, c’è una recrudescenza neo fascista? «Sì. Segnalo anche le tante pagine Facebook. Pochi giorni fa ce n’era una che è stata bloccata in cui si propagandavano i discorsi di Goebbels: aveva 8 mila e 500 seguaci». Lei viene da una famiglia ebrea. Quanto pesa la sua storia personale nella scelta di presentare la legge? «La mia storia personale c’entra, mio padre Nedo fu portato dalle Ss ad Auschwitz. Ma soprattutto mi sono detto: com’è possibile che in oltre 70 anni di storia della Repubblica non sia stato messo nel codice penale il reato di apologia di fascismo e di propaganda, che c’è solo come articolo della legge Scelba del 1952? Ora si potrà punire l’apologia con la reclusione da 6 mesi a 2 anni con l’aggravante per il web. Però occorre educare». Come? «Se a scuola fossero mostrate le foto dei torturati di via Tasso, dei morti inceneriti di Auschwitz, dei civili trucidati a Marzabotto, forse alcuni giovani capirebbero la terribile menzogna in cui sono stati attratti». Per esprimere la propria opinione ai quotidiani, telefonare: direttore@lastampa.it rubrica.lettere@repubblica.it |
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