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La Repubblica - La Stampa Rassegna Stampa
14.09.2016 Referendum: le ragioni del sì e l'opposizione inesistente
L'ironia di Michele Serra, Paolo Mastrolilli intervista Mel Sembler, ex Ambasciatore degli Usa in Italia

Testata:La Repubblica - La Stampa
Autore: Michele Serra - Paolo Mastrolilli
Titolo: «L'amaca - 'Solo un giudizio tecnico più che condivisibile'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/09/2016, a pag. 1, "L'amaca" di Michele Serra; dalla STAMPA, a pag. 2, con il titolo "Solo un giudizio tecnico più che condivisibile", l'intervista di Paolo Mastrolilli a Mel Sembler, ex Ambasciatore degli Usa in Italia.

Condividiamo le parole di Michele Serra, degne di essere meditate. Una ironia in grande stile. Ecco gli articoli:

Risultati immagini per referendum italia renzi
Matteo Renzi:  "Sì" al referendum

LA REPUBBLICA - Michele Serra: "L'amaca"

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Michele Serra

STAVO per scrivere un’Amaca contro l’intervento arrogante dell’ambasciatore Usa quando ho letto, tutte in fila, le reazioni della politica italiana. Si va da Di Maio che paragona Renzi a Pinochet (uno che ha fatto torturare e uccidere migliaia di persone), a Salvini che dice che a votare Sì saranno solo massoni, banchieri e poteri forti (quali?! ce li dicano una buona volta, con nomi e cognomi!) e invoca Trump, al fascista Gasparri che inneggia a Putin (viva il Kgb!) contro Obama, a Brunetta che esige l’intervento del Quirinale. L’unica reazione che riesce a essere polemica rimanendo nei termini della logica è quella di Bersani, che dio ce lo conservi nei secoli.

Il mio problema è questo, e mi sento in dovere di riportarlo ai lettori con la massima sincerità: dopo una vita a tifare per l’opposizione e a diffidare dei governanti, il livello della presente opposizione italiana mi fa sentire pericolosamente incline a sorvolare sulle colpe del governo (che sono tante). Piuttosto che essere governato da uno come Di Maio, che non sa niente ma se la tira come se sapesse tutto, sopporto, anche se non la supporto, Maria Elena Boschi. Bisognerebbe — lo so — tendere sempre al meglio e non al meno peggio. Ma ho ancora l’età per rifiutare con tutte le mie forze il peggio (Salvini, Gasparri); e non ho più l’età, scusate tanto, per credere che il meglio abbia le forme ridicole e assurde del “web che governa”, e in attesa di farlo confonde (Di Maio) il Cile con il Venezuela. E studiare un po’?

LA STAMPA - Paolo Mastrolilli: "Solo un giudizio tecnico più che condivisibile"

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Paolo Mastrolilli

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Mel Sembler

«Non c’è stata alcuna interferenza politica. L’ambasciatore Phillips ha fatto solo una riflessione sull’utilità delle riforme in Italia per rilanciare l’economia, una posizione tecnica bipartisan condivisa da tutte le amministrazioni americane recenti, e anche da molti amici italiani».
È significativo che questa difesa di Phillips venga da Mel Sembler, perché lui era stato l’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma durante l’amministrazione repubblicana di George Bush, e oggi raccoglie finanziamenti per Trump in vista delle presidenziali di novembre: «In questi giorni - dice Sembler - sono proprio in Italia in vacanza, e lunedì sera ero a cena con Phillips. L’ambasciatore mi ha accennato le cose che intendeva dire, e io mi sono trovato completamente d’accordo con lui».

Perché dice che non si è trattato di un’interferenza politica, alla vigilia del referendum costituzionale sulla riforma del Senato?
«Phillips ha detto che la mancata realizzazione delle riforme sarebbe un passo indietro per gli investimenti internazionali in Italia. Questa non è una presa di posizione politica, ma una considerazione tecnica sulla necessità di fare le riforme nell’interesse dello sviluppo economico del Paese».

Ma tra poche settimane ci sarà il referendum.
«Appunto. Saranno gli italiani a decidere i tempi e i modi delle riforme, attraverso gli strumenti della loro democrazia. Io spero che Renzi riesca a far approvare queste riforme, perché ritengo che siano necessarie a liberare le straordinarie potenzialità del vostro Paese, però per farlo dovrà passare attraverso il Parlamento, il referendum, e quindi il parere degli italiani. Non siamo noi a decidere cosa dovete fare, e neppure lo suggeriamo, visto che anche in America abbiamo i nostri problemi da risolvere e non ci piacerebbe ricevere lezioni. Nel vostro Paese però c’è un dibattito in corso sulle riforme, e su questo punto diversi governi americani di entrambi i partiti hanno già offerto negli anni il loro amichevole sostegno. Siamo amici, amici stretti, e abbiamo interessi comuni per il bene di tutti».

Lei crede che le posizioni espresse dall’ambasciatore Pillips siano condivise dalla Casa Bianca?
«Non ho il minimo dubbio. Quando un ambasciatore fa un intervento di questo genere ha sempre la “clearance”, cioé il via libera dell’amministrazione. Peraltro in questo caso mi sembra ovvio che esprimesse una posizione condivisa dal governo, perché sono anni che gli Stati Uniti sottolineano l’utilità per l’Italia di fare le riforme. Lo dicevamo anche noi, membri di un’amministrazione repubblicana, perché la stabilità, lo snellimento della burocrazia, la semplificazione delle regole e delle tasse che frenano gli imprenditori sono questioni tecniche, proposte e condivise da moltissimi italiani».

Durante l’ultimo G20 di Hangzhou, in effetti, il presidente Obama ha pubblicamente elogiato le riforme in corso in Italia, proprio perché sono utili a liberare le potenzialità della nostra economia.
«Visto? Quindi Phillips non ha detto nulla di nuovo o inusuale, e non ha fatto interferenza politica, perché ha parlato di interventi funzionali allo sviluppo dell’economia, condivisi su ampia scala. Io sostengo quello che ha detto».

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