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Il Giornale Rassegna Stampa
19.09.2023 Cancellare Israele, un disegno che non conosce limiti
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 19 settembre 2023
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Cancellare Israele, un disegno che non conosce limiti»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 19/09/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein con il titolo "Cancellare Israele, un disegno che non conosce limiti".

PM Netanyahu Appoints Fiamma Nirenstein as Ambassador to Italy | Prime  Minister's Office
Fiamma Nirenstein

Anche chi di Bibbia ne sa poco, non ignora che «Giosuè ha combattuto la battaglia di Gerico». Il profeta guerriero incaricato da Mosè di portare gli ebrei a Canaan nella terra che sarà Israele fece cadere le potenti mura al suono dello Shofar, il solenne corno che anche in questi giorni si suona per il capodanno ebraico. Gerico fu la prima città che gli ebrei videro quando si accamparono nella piana di Moab di là dal Giordano. È la prima della 57 volte in cui è citata nella Bibbia. Certo, siamo in tempi di revisione woke della storia, della religione, dei ruoli, ma ci vorrebbe po’ di pudore da parte dell’Unesco quando cancella la Bibbia. Ma ormai da decenni non si occupa d’altro che di cercare di delegittimare la storia degli ebrei e di consegnarla ai palestinesi. Così ha fatto domenica dichiarando la parte archeologica più importante di Gerico «Patrimonio Mondiale di Palestina», ovvero di uno Stato che non esiste. Peggio, che nelle sue incarnazioni presenti si disegna con le parole di Abu Mazen, che nega con un’uscita antisemita sanzionata in tutto il mondo il rapporto fra popolo ebraico e Israele e che giustifica lo sterminio di Hitler; e con il raddoppio dei salari pagati ai terroristi in galera. Gerico ha svariate location archeologiche, essendo una delle più antiche città del mondo, con più di 8mila anni di storia. Ma nella Bibbia e anche oltre la sua storia ebraica è universalmente nota. Eugene Kontorovich, giurista israeliano, ne è certo: si tratta di un’ennesima pulizia etnica tentata a danno degli ebrei, proprio mentre domenica celebravano il capodanno. E l’Unesco insiste: ha definito l’antica Gerusalemme retaggio palestinese e ne ha addirittura condannato «l’occupazione»; così ha fatto per Hebron, dove si trova la tomba dei patriarchi di Israele, Abramo, Isacco e Giacobbe, l’intero albero genealogico dell’ebraismo. Gerico, governata dall’Autonomia Palestinese, ha visto saccheggi e distruzioni del retaggio archeologico, un danno per tutta l’umanità. E anche Gesù che era ebreo, e che a Gerico compì il miracolo di sanare due cechi e di portare la salvezza al pubblicano Zaccheo sarebbe stupefatto di apprendere che Gerusalemme, Gerico e Hebron non sono parte della cultura ebraica. Ma l’Unesco ha di nuovo compiuto il suo agguato.Per complicare le cose Netanyahu prima di partire per l’assemblea dell’Onu, dov’è atteso da un incontro fondamentale con Biden sulla sicurezza da fronte all’aggressività iraniana, ha detto che è insopportabile vedere i dimostranti israeliani allineati con i nemici di Israele come Iran e Olp. Alla reazione che si è subito fatta sentire, il premier ha risposto cercando di rimediare: si riferiva ai dimostranti che si troveranno fuori del Palazzo dell’Onu e verranno confusi, per sbaglio, con i nemici d’Israele. Ma i dimostranti si ritengono offesi e promettono una rinnovata foga nel portare il loro dissenso in piazza. Adesso, è una gara fra la credibilità di Bibi e la determinazione dei suoi detrattori, che si giocano tutto su un suo insuccesso. Strano, o invece evidente, che non capiscano che si tratta di un pericolo mortale per lo stato ebraico.

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