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Il Foglio Rassegna Stampa
16.10.2017 Francia al bivio: attentati e battaglia per la cultura
L'analisi tratta dal Figaro

Testata: Il Foglio
Data: 16 ottobre 2017
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Quando la Francia è fatta a pezzi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/10/2017, a pag. III, con il titolo "Quando la Francia è fatta a pezzi", l'analisi tratta dal Figaro.

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La Tour Eiffel trasformata in moschea

Parti del paese escono dalla sovranità francese, dalla cultura francese e dalle maniere francesi. Ma è difficile trovare il termine appropriato per descrivere questa crisi”. Scrive così l’intellettuale canadese Mathieu Bock-Côté sul Figaro. “C’è sempre qualcosa di sorprendente nel vedere le élite di un paese negare ciò che sta accadendo a loro. L’intelligenza si rivolge contro se stessa. Tuttavia, gli eventi a Marsiglia ci costringono a pensare più radicalmente all’emersione della violenza più barbara nel cuore della città. La foto delle due giovani vittime è stata ampiamente vista sui social media. Lo vediamo come un sintomo del trionfo dell’emozione e dell’immagine. Mentre siamo quasi abituati agli attacchi specificando meccanicamente il numero delle vittime, il volto sorridente delle vittime pugnalate e macellate può ancora sconvolgere le anime, desensibilizzate dalle ripetute carneficine.

Una cosa è certa, che i francesi hanno il diritto di sentirsi assediati. La sicurezza dei mortali ordinari non è più garantita, e tutti sanno, in un certo modo, che la violenza può verificarsi ovunque. Agli occhi degli islamisti, tutti i francesi, e si potrebbe dire più ampiamente tutti gli occidentali, possono essere indistintamente obiettivi. Perché sono impegnati in una guerra totale dove, di conseguenza, tutto è permesso. L’islamismo eccita le passioni morbose di chi vuole andare in guerra contro la Francia. Intensifica gli impulsi nichilistici e può così facilmente garantire il passaggio dalla delinquenza al terrorismo, come si vede sempre più spesso. Il jihad non è un’illusione occidentale. Molti capitolavano in nome della tolleranza. Il movimento dei Nativi della repubblica si oppone apertamente alla Francia. Gli immigrati sarebbero vittime di una forma di colonialismo interno.

L’eredità storica francese sarà sezionata pezzo per pezzo per non far rimanere nulla. Uno, spogliato della propria identità vedrà le sue sorgenti esistenziali spezzate e il suo istinto di sopravvivenza inibito. A forza di ridurre la migrazione negli ultimi anni a una mera crisi umanitaria, si è diventati ciechi sulle sue inevitabili conseguenze catastrofiche. Ripetendo che la diversità è una risorsa e che si deve essere aperti a tutte le differenze, non cambierà nulla il fatto che un cambiamento demografico brutale può anche causare il declino del paese che sta attraversando, nonché l’aumento delle convulsioni sociali e identitarie.

L’antirazzismo nordamericano ha il suo slogan: nessuno è illegale. Possiamo capire il significato di questo: dobbiamo gradualmente abolire, e un giorno totalmente, la differenza tra cittadini e stranieri, tra coloro che sono cittadini e coloro che non lo sono. Non ci sono più, in questo spirito, popoli e civiltà. Ci sono solo popolazioni intercambiabili, e nessuna ha il diritto di credere di essere padrona in casa. Non esiste una buona politica senza una corretta diagnosi. In questo spirito è necessario parlare meno della guerra civile e più di un processo di decomposizione nazionale e di civiltà che le autorità hanno deciso di accompagnare e moderare, senza pretendere di combatterlo o di rovesciarlo, come se fosse inevitabile”.

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lettere@ilfoglio.it

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