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Il Foglio Rassegna Stampa
24.04.2017 La sinistra inglese radical chic e antisemita
Il significato del caso Livingstone

Testata: Il Foglio
Data: 24 aprile 2017
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «La sinistra inglese radical chic e antisemita. Cosa dice il caso Livingstone»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/04/2017, a pag. 1, con il titolo "La sinistra inglese radical chic e antisemita. Cosa dice il caso Livingstone", l'analisi tratta da Haaretz.

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Ken Livingstone

La decisione di sospendere parzialmente Ken Livingstone consentendogli tuttavia di rimanere membro del Partito laburista britannico non è stata presa in fretta o senza attenta considerazione delle implicazioni e dell’im - patto di tale scelta. Essa anzi ha fatto seguito a giorni di riflessione e alla constatazione che Livingstone è effettivamente colpevole: ma evidentemente essere colpevole d’aver ripetutamente e volontariamente fatto a pezzi la sensibilità ebraica non è sufficiente per rendere qualcuno inadatto a tenere in tasca la tessera del Partito laburista”. Lo scrive Dave Rich sul quotidiano della sinistra israeliana Haaretz. “Non è bastato che Livingstone, un anno fa, abbia detto che Hitler negli anni 30 ‘sostene - va il sionismo’. Livingstone è andato più a fondo di quanto si pensasse possibile quando ha affermato, sulla soglia della sua stessa udienza disciplinare, che negli anni 30 ‘le SS istituirono campi di addestramento per preparare gli ebrei tedeschi alla vita in Palestina’, e che la Germania nazista vendette armi ‘all’esercito clandestino ebraico’ nel quadro di una ‘concreta collaborazione’ che è continuata fino all’inizio della Seconda guerra mondiale.

Inutile dire che nessuna di queste affermazioni corrisponde al vero, e che gli altri suoi esempi di presunta collaborazione tra le autorità naziste e il movimento sionista sono o del tutto infondati o distorsioni tali dei fatti della storia da risultare fondamentalmente menzogneri. Ma non è questo il punto. Le affermazioni di Livingstone vanno ben oltre l’equi - parazione sostanzialmente immorale tra Israele e Germania nazista tanto in voga nei circoli anti-israeliani. E vanno anche al di là della pretesa di tracciare una parentela ideologica tra sionismo e nazismo su cui trotzkisti come Lenni Brenner (che Livingstone cita come fonte autorevole) si sono accaniti per decenni. (…) Che Livingstone possa ripetutamente dire queste cose e rimanere nel Partito laburista rende impossibile continuare a considerare quello laburista come un partito che si oppone coerentemente all’antisemitismo in tutte le sue forme, come insiste a dire il suo attuale leader Jeremy Corbyn. Le due cose non sono compatibili fra loro. Non c’è un solo storico serio della Shoah o della Germania nazista che concordi con l’interpretazione della storia data da Livingstone. Le sue affermazioni sono state invece applaudite da Nick Griffin, ex leader del British National Party, e da Gilad Atzmon, che definisce se stesso ‘un ebreo orgoglioso di odiare se stesso’ e viene evitato persino da molti attivisti filo-palestinesi a causa del suo curriculum di dichiarazioni antisemite. Il nome di Atzmon ci porta a un convegno di tre giorni sulla legittimità di Israele, che si è tenuto ai primi di aprile a Cork, in Irlanda.

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Jeremy Corbyn

Uno dei principali organizzatori del convegno è stato il professor Oren Ben-Dor, della Southampton University. In effetti non ha senso evitare Atzmon e poi abbracciare Ben-Dor, giacché le loro opinioni su ebrei, ebraismo e identità ebraica sono del tutto simili. A quanto è stato riferito, Ben-Dor ha detto al convegno di Cork che gli ebrei hanno una ‘mentalità da vittima’ contraddi - stinta dal ‘desiderio represso di essere odiati e boicottati’, e che devono ‘ri - diventare umani’. Altri oratori hanno paragonato Israele alla Germania nazista e uno in particolare ha persino sostenuto che i genitori israeliani fanno deliberatamente patire la fame ai loro figli in modo da crescerli come spietati killer. Un altro, naturalmente, ha insinuato che ‘agenti del Mossad’ siano coinvolti negli attentati terroristici dell’11 settembre. Tutto questo, non lo si dimentichi, nell’ambito di un convegno accademico dove dovrebbero essere rispettati degli standard minimi di verificabilità e ponderatezza delle argomentazioni, e i cui risultati, una volta pubblicati, possono influenzare generazioni di studenti. Livingstone, e tanti con lui, vorrebbe farci credere che lamentare questo genere di affermazioni non costituisce altro che un subdolo tentativo di mettere a tacere le critiche verso Israele. In realtà, nessuna delle affermazioni appena ricordate ha niente a che fare con una normale critica delle politiche israeliane. Appartengono, invece, a un odio paranoico ossessivo verso Israele totalmente slegato dalla realtà e sempre più fantasioso nel forgiare le sue calunnie: un odio che riflette, e a sua volta alimenta, l’antise - mitismo contemporaneo. (…) La sinistra britannica non è di per sé antisemita. Tuttavia sta diventando sempre più un luogo dove un certo tipo di antisemita si sente a proprio agio”.

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