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Il Foglio Rassegna Stampa
24.08.2016 Gli imam 'global terrorist' dell'Ucoii che fregheranno Alfano
Analisi di Cristina Giudici

Testata: Il Foglio
Data: 24 agosto 2016
Pagina: 1
Autore: Cristina Giudici
Titolo: «Scuola di imam»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/08/2016, a pag. I, con il titolo " Scuola di imam", l'analisi di Cristina Giudici.

Complimenti a Cristina Giudici, un pereftto esempio di giornalismo investigativo, attitudine che i giornaloni hanno perduto, sempre che l'abbiano mai avuta. Ecco come l'islam italiano, quello che Alfano attende per fargli un non meritato regalo, è veramente: una accozzaglia di global terrorist, cosa sulla quale non era difficile indagare da parte del governo, se solo se ne fosse interessato. Adesso l'ha fatto una giornalista, qualcuno faccia leggere al Ministro dell'Interno l'articolo che segue e poi controlli se ne ha compreso il contenuto.

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Valentina Colombo

Già che c'è, per capire ancora più a fondo l'islam italiano, stampare da IC le analisi di Valentina Colombo, in modo particolare quelle sui Fratelli Musulmani italiani. Aprire la home page di IC e scrivere il suo nome nella finestra 'cerca nel sito' in alto a sinistra.

Ecco l'articolo:

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Cristina Giudici

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Angelino Alfano, ministro dell'interno

Verona- Una villetta che per la forma architettonica e per la difficoltà ad accedervi (pulsanti per formare una combinazione sul citofono senza nomi) assomiglia più a bunker che non alla sede di una scuola. Un edificio anonimo lungo la strada provinciale di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona. E’ così che si presenta la sede dell’associazione islamica italiana degli imam e delle guide religiose dell’Ucoii. Associazione poco nota, ma che aspira a raggiungere un accordo con il Viminale, dopo che il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha parlato della necessità di formare un “islam italiano”, dorato di imam che predichino in lingua italiana. La necessità, nel pensiero di Alfano, è quella di far cambiare rotta alla conservatrice e tradizionalista comunità musulmana sunnita che vive nel nostro paese, composta ad oggi da imam-fai-da-te. Peccato che l’associazione delle guide religiose e imam italiani – che in passato ha invitato in Italia il predicatore kuwaitiano Tareq al-Suwaidan, finito nella black-list di Schengen per il suo radicale antisemitismo – sia guidata da uno yemenita: si chiama Shaik Anwar al Nehmi, è la guida spirituale del consiglio islamico di Verona.
Il suo curriculum? Lo si trova nel blog “scuola conoscere l’islam”, dove si legge della sua attività teologica: “Questo blog è stato creato per raccogliere lezioni e attività della SCUOLA” (specificando fra parentesi che si tratta di una madrasa)”. L’insegnante è per l’appunto il dottor Shaik Anwar al Nehmi e non è un imam-fai-da-te: perché lui si è laureato in scienze islamiche all’università di Sana’a , Jamiat al- Iman, ateneo fondato dallo sceicco salafita Abdul Majid Zindani, finito a sua volta nella black list del governo degli Stati Uniti e definito “global terrorist” nel 2004 per il suo sostegno ad Al Qaeda. Ed è sul blog che scopriamo che Shaik Anwar al Nehmi insegna la shari’a in arabo, grazie alla traduzione di un fratello di fede marocchino. Alla faccia degli imam italiani che devono (dovrebbero, o dovranno) parlare la nostra lingua, come ha imposto il ministro Alfano nell’ultima riunione della Consulta islamica svoltasi nel luglio scorso, suscitando diverse proteste da parte delle frange più radicali dell’Ucoii. Non è la prima volta che il Foglio solleva la questione della “filiera” dei sapienti yemeniti residenti in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di studio. E’ yemenita anche l’imam del centro islamico di Brescia di via Corsica, spesso “attenzionata” come si dice in gergo questurino, dalla Digos e dai servizi segreti: si chiama Hamin el Hazmi ed è il vice presidente dell’associazione veronese e membro di un’altra istituzione della Fratellanza musulmana: l’Unione internazionale degli Ulema, fondata dal superfratello musulmano Yusuf Qaradawi. Anche lui è un predicatore che non conosce l’italiano. E’ lui che nel marzo scorso ha evocato la nota teoria del complotto riguardo agli attentati in Europa, dichiarando: “Forse c’è la volontà che il Califfato continui a seminare terrore per mettere un punto di domanda sull’esistenza dei musulmani”. Ugualmente yemenita è l’imam di Piacenza, Yaseen Ben Thabit. E come lui lo è quello di Saronno, in provincia di Varese, scovato dal Foglio nel febbraio del 2015 in un ex capannone industriale trasformato moschea: Najib al-Barid. Anche lui è laureato in sharia’h nella famigerata università di al-Iman. Allora ci disse: “Se si studia per diventare sapienti, poi si deve venire in occidente per soccorrere i propri fratelli”. L’ala più dura della Fratellanza Sono solo alcuni esempi di predicatori yemeniti che riconducono all’ala più dura della Fratellanza e da diversi anni si dedicano a formare imam e guide spirituali delle moschee dell’Ucoii. I corsi per ora si tengono da ottobre a giugno presso il consiglio islamico di Verona, ma anche nella moschea di Segrate (Milano) guidata dal giordano Abu Shwaima, che in Francia risulta tra i fondatori di un’altra scuola di formazione: l’Institut européen de sciences humaines a Chateau Chinon. Inoltre, dettaglio non irrilevante, l’associazione veronese delle guide religiose è sponsorizzata sul profilo della Fioe, la Federazione delle organizzazioni islamiche europee che è espressione europea dei Fratelli musulmani. Valentina Colombo, la più nota esperta della Fratellanza musulmana in Italia, commenta: “La presenza di imam yemeniti, che rappresentano l’ala più conservatrice dei Fratelli musulmani, e la cui provenienza non trova riscontro nella presenza di una comunità di immigrati yemeniti in Italia, non fa ben sperare per la formazione di un islam italiano”. Anche perché “la maggior parte degli imam yemeniti, e neanche quelli residenti da molti anni in Italia, parla italiano”. Nella consulta per l’islam del ministero dell’Interno è presente anche Nibras Breigeche, figlia del presidente della comunità islamica di Trento, Aboulkheir Breigeiche, uno dei fondatori dell’Ucoii e portavoce dell’associazione veronese delle guide spirituali che vorrebbe accreditarsi al Viminale. Il ministro Alfano ha annunciato un cambio di rotta in questa delicata materia. L’impressione è che ci sia molto da lavorare.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/ 5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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