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La Stampa Rassegna Stampa
26.10.2017 Giro d'Italia 2018: da Gerusalemme alle trincee della Grande Guerra, nei luoghi della storia
Commento di Giorgio Viberti

Testata: La Stampa
Data: 26 ottobre 2017
Pagina: 41
Autore: Giorgio Viberti
Titolo: «Gerusalemme, il Belice e la Grande Guerra: Il Giro 2018 farà storia»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/10/2017, a pag. 41, con il titolo "Gerusalemme, il Belice e la Grande Guerra: Il Giro 2018 farà storia", la cronaca di Giorgio Viberti.

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Giorgio Viberti

A poco più di un mese dalla presentazione ufficiale, proviamo ad anticipare il percorso del Giro d’Italia 2018. Già è sicura una novità assoluta: per la prima volta la Corsa Rosa (che nella sua storia ha già visto 12 partenze dall’estero) prenderà il via da un Paese extraeuropeo, addirittura da Israele, dove sono in programma le prime 3 tappe, dal 4 al 6 maggio, la prima delle quali una cronometro a Gerusalemme. Sarà l’occasione anche per ricordare Gino Bartali, dal 2013 «Giusto fra le Nazioni», che contribuì come staffetta in bicicletta a salvare decine di ebrei perseguitati dal nazifascismo.

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C’è anche il Gran Sasso
Il 7 maggio, nel 1º giorno di riposo, la carovana rosa da Israele volerà in Sicilia per altre 3 tappe: Catania-Caltagirone con un arrivo vicino alla famosa scalinata di S. Maria del Monte; Agrigento-Santa Ninfa, nella Valle del Belice, per ricordare i 50 anni dal terribile terremoto del 1968; Caltanisetta-Etna con scalata al vulcano che esaltò in passato Bitossi e Contador, ma dal meno consueto versante sudoccidentale, primo arrivo in salita. Si risalirà quindi la Penisola con due giornate calabresi e conclusione dell’8ª tappa sullo strappo di Montevergine di Mercogliano, dove vinsero Zuelle, Cunego e Di Luca. Il giorno dopo ancora salita per arrivare a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, 19 anni dopo la vittoria di Marco Pantani nel Giro 1999. Seguiranno una partenza nella zona di Rigopiano (Farindola?), in memoria delle vittime della terribile valanga dello scorso gennaio, e una tappa da Filottrano, in ricordo di Michele Scarponi, per raggiungere alla fine della penultima settimana le Alpi Orientali. Qui spicca il temutissimo Monte Zoncolan, il Kaiser della Carnia, scalato dal versante di Ovaro e preceduto da altre 4 salite per un totale di oltre 4 mila metri di dislivello. Suggestive anche le tappe che precedono e seguono quella dello Zoncolan, disegnate per ricordare i 100 anni dalla fine della Grande Guerra. Un tema che caratterizzerà anche la cronometro Trento-Rovereto di martedì 16 maggio, con arrivo vicino alla Campana dei Caduti.

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Il nome di Gino Bartali a Yad Vashem

Nella settimana conclusiva il Giro farà infine rotta verso le Alpi Occidentali, con la 18ª tappa Milano-Prato Nevoso, salita nel Cuneese dove vinsero Tonkov, Garzelli e Gerrans. Molto intrigante poi la Reggia di Venaria-Jafferau, che prima del traguardo in quota sopra Bardonecchia proporrà una scalata nelle Valli di Lanzo (Col del Lys?), il meraviglioso Colle delle Finestre (in parte su sterrato) e il Sestriere. Sabato 26 maggio ancora montagne con partenza da Susa o Ulzio verso la Valle d’Aosta per affrontare il Monte Tzecore (sopra Verres), il St.Pantaléon e la Valtournanche fino a Cervinia (di Aru nel 2015 l’ultimo trionfo). Da lassù in quello stesso pomeriggio il Giro raggiungerà l'aeroporto torinese di Caselle e volerà a Roma per l’ultima passerella, forse a cronometro (per cercare di convincere Froome) lungo Fori Imperiali e Vaticano, epilogo di un lungo ideale abbraccio tra Gerusalemme, la Città Santa, e la culla del Cattolicesimo.

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