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La Stampa Rassegna Stampa
03.07.2017 Donald Trump e la Cnn
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 03 luglio 2017
Pagina: 15
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump all’attacco dei media. In un video 'picchia' la Cnn»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/07/2017, a pag. 15, con il titolo "Trump all’attacco dei media. In un video 'picchia' la Cnn", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

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Donald Trump

Donald Trump è arrivato alle mani con la Cnn. In senso figurato, ritwittando un video che lo mostra a bordo di un ring di wrestling, quando faceva a botte per finta allo scopo di alzare l’audience televisiva. La polemica che ha scatenato però è reale, perché riguarda il suo rapporto con i media, l’incitamento alla violenza, e in generale la stabilità e l’appropriatezza della persona che guida gli Stati Uniti.

Ieri mattina il capo della Casa Bianca ha usato un po’ del suo tempo per rimandare via Twitter un filmato di 28 secondi apparso su Reddit. Il video risale al 2007, e riprende un combattimento di WrestleMania chiamato «La battaglia dei miliardari». Sul ring, infatti, si sfidavano un lottatore che rappresentava Trump, e uno invece scelto da Vince McMahon, suo amico e capo della World Wrestling Entertainment. Ad un certo punto Donald si era avvicinato a Vince davanti al ring e lo aveva aggredito, scaraventandolo a terra e riempiendolo di pugni. Quel video è stato ritoccato, mettendo il logo della Cnn al posto della faccia di McMahon, e pubblicato su Reddit. Il presidente lo ha ritwittato, aggiungendo sotto gli hashtag #FraudNewsCNN e #FNN, cioè Network fraudolento. La tv fondata da Ted Turner ha risposto con questo comunicato: «È un giorno triste quando il presidente degli Stati Uniti incoraggia la violenza contro i reporter. Invece di prepararsi per il suo viaggio all’estero, il suo primo incontro con Putin, e lavorare alla sua riforma della sanità, tiene questo comportamento infantile, molto sotto la dignità della sua carica. Noi continueremo a fare il nostro lavoro. Lui dovrebbe iniziare a fare il suo». Il network poi ha attaccato la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders, perché pochi giorno fa aveva detto che Trump «non ha mai promosso o incoraggiato la violenza».

Donald Trump è arrivato alle mani con la Cnn. In senso figurato, ritwittando un video che lo mostra a bordo di un ring di wrestling, quando faceva a botte per finta allo scopo di alzare l’audience televisiva. La polemica che ha scatenato però è reale, perché riguarda il suo rapporto con i media, l’incitamento alla violenza, e in generale la stabilità e l’appropriatezza della persona che guida gli Stati Uniti.Ieri mattina il capo della Casa Bianca ha usato un po’ del suo tempo per rimandare via Twitter un filmato di 28 secondi apparso su Reddit. Il video risale al 2007, e riprende un combattimento di WrestleMania chiamato «La battaglia dei miliardari». Sul ring, infatti, si sfidavano un lottatore che rappresentava Trump, e uno invece scelto da Vince McMahon, suo amico e capo della World Wrestling Entertainment. Ad un certo punto Donald si era avvicinato a Vince davanti al ring e lo aveva aggredito, scaraventandolo a terra e riempiendolo di pugni. Quel video è stato ritoccato, mettendo il logo della Cnn al posto della faccia di McMahon, e pubblicato su Reddit. Il presidente lo ha ritwittato, aggiungendo sotto gli hashtag #FraudNewsCNN e #FNN, cioè Network fraudolento. La tv fondata da Ted Turner ha risposto con questo comunicato: «È un giorno triste quando il presidente degli Stati Uniti incoraggia la violenza contro i reporter. Invece di prepararsi per il suo viaggio all’estero, il suo primo incontro con Putin, e lavorare alla sua riforma della sanità, tiene questo comportamento infantile, molto sotto la dignità della sua carica. Noi continueremo a fare il nostro lavoro. Lui dovrebbe iniziare a fare il suo». Il network poi ha attaccato la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders, perché pochi giorno fa aveva detto che Trump «non ha mai promosso o incoraggiato la violenza».

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Un fotogramma del video


La disputa con la Cnn dura da mesi, ma si è inasprita quando la tv ha dovuto smentire un servizio pubblicato il 22 giugno scorso, in cui rivelava che il consigliere del presidente Anthony Scaramucci era sotto inchiesta per legami con il Russian Direct Investment Fund. Il network si era scusato per l’errore e i tre giornalisti responsabili, Thomas Frank, Eric Lichtblau e Lex Haris, si erano dimessi. Questo aveva dato a Trump l’opportunità per rilanciare le accuse, secondo cui i media sono contro di lui e pubblicano storie false per attaccarlo. Pochi giorni fa, poi, si era scatenato anche contro Joe Scarborough e Mika Brzezinski, conduttori di una trasmissione della Msnbc che lo aveva criticato, dicendo che Mika lo aveva pregato di invitarla a cena a Mar a Lago, ma lui si era rifiutato perché «sanguinava profusamente dopo un lifting alla faccia». Il fatto che molti media americani siano liberal e critichino il presidente è vero, ma in generale il loro mestiere è controllare i politici. La campagna di Trump invece riflette il suo risentimento personale contro i giornalisti, ma anche una scelta strategica per aizzare la propria base, che detesta i media tradizionali e spesso si informa attraverso siti estremisti, o fake news pubblicate sui social. Qualche tempo fa, ad esempio, un uomo aveva sparato in un ristorante di Washington, dove secondo un articolo falso Hillary Clinton gestiva un racket di prostituzione minorile. Trump però ha girato l’accusa di essere fake news ai media tradizionali, e sabato li ha attaccati: «Hanno cercato di distruggermi, ma io sono presidente e loro no». Quanto all’uso dei social, lo ha rivendicato come «una maniera moderna di essere presidenziale».

La Casa Bianca ha difeso il video, dicendo che era uno scherzo e non va preso come una minaccia, ma la reazione di qualche squilibrato a questi stimoli nessuno può prevederla. Secondo la Cnn l’attacco dimostra che Trump non accetta il ruolo in una democrazia dei media indipendenti, che ha definito «nemici del popolo», ed è pronto ad incitare alla violenza per zittirli.

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