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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/05/2017, a pag. 10, con il titolo "Trump: 'Sono malvagi e perdenti, sradicheremo i terroristi dal mondo' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Non mostri, perché gli piacerebbe sentirsi chiamare così, ma «malvagi perdenti che vanno sradicati dalla nostra società». Così Donald Trump ha demolito i terroristi di Manchester, allargando la condanna a quelli che hanno rivendicato la strage, condotta nel mezzo del suo viaggio che ha lo scopo principale di creare una nuova coalizione per annientare l’estremismo. Il capo della Casa Bianca ha cominciato la sua giornata vissuta tra Betlemme, Gerusalemme e Roma, con una telefonata alla premier britannica May per esprimere solidarietà e garantire aiuto. Quindi ha pubblicato la sua condanna dell’attentato di Manchester: «Non chiamerò i colpevoli mostri, perché a loro piacerebbe. Da ora in poi invece li chiamerò perdenti, perché questo sono. La nostra società non può tollerare la prosecuzione di questo bagno di sangue. I terroristi, e chi li aiuta, devono essere sradicati per sempre. Questa ideologia perversa deve essere obliterata, e intendo completamente annientata. Tutte le nazioni civili devono unirsi nel proteggere la vita umana e i sacri diritti dei nostri cittadini». Quindi la precondizione per la ripresa delle trattative è la tolleranza zero per il terrorismo. Abu Mazen ha risposto che «noi non abbiamo un problema con il giudaismo, ma con l’occupazione». Ha detto di essere favorevole ad un accordo, ma basato sulla creazione di due Stati lungo i confini del 1967, con Gerusalemme Est capitale di quello palestinese. «Spero che lei - ha concluso - passi alla storia come il presidente che ha consentito la pace». Trump è andato poi a visitare il museo Yad Vashem, dove ha tenuto un discorso carico di emozione: «Le parole non possono descrivere la malvagità senza fondo dell’Olocausto. Per i morti e per i vivi, dobbiamo fare testimonianza affinché questa agonia non possa ripetersi. Mai più». Il capo della Casa Bianca ha riaffermato l’amicizia incrollabile tra Israele e gli Usa: «Saremo sempre al suo fianco». Quindi la precondizione per la ripresa delle trattative è la tolleranza zero per il terrorismo. Abu Mazen ha risposto che «noi non abbiamo un problema con il giudaismo, ma con l’occupazione». Ha detto di essere favorevole ad un accordo, ma basato sulla creazione di due Stati lungo i confini del 1967, con Gerusalemme Est capitale di quello palestinese. «Spero che lei - ha concluso - passi alla storia come il presidente che ha consentito la pace». Trump è andato poi a visitare il museo Yad Vashem, dove ha tenuto un discorso carico di emozione: «Le parole non possono descrivere la malvagità senza fondo dell’Olocausto. Per i morti e per i vivi, dobbiamo fare testimonianza affinché questa agonia non possa ripetersi. Mai più». Il capo della Casa Bianca ha riaffermato l’amicizia incrollabile tra Israele e gli Usa: «Saremo sempre al suo fianco».Quindi ha aggiunto che «i legami tra il popolo ebraico e questa sacra terra sono antichi ed eterni. Israele è la testimonianza dello spirito indomito degli ebrei». Ha usato Gerusalemme come spunto per lanciare un appello all’unità: «Io invito tutti i popoli - ebrei, cristiani, musulmani, e ogni fede, tribù o credo - a trarre ispirazione da questa antica città per superare le differenze settarie». Ha attaccato ancora l’Iran, «che chiede la distruzione di Israele. Non con Donald J. Trump». Il presidente ha denunciato «coloro che presentano una falsa scelta, dicendo che dobbiamo schierarci con Israele, oppure con gli arabi e le nazioni musulmane. Ciò è completamente sbagliato. Tutte le persone perbene vogliono vivere in pace». Ha rivelato che Abu Mazen e Netanyahu gli hanno confermato la volontà di raggiungere l’intesa, e l’ha definita come passo decisivo per la stabilità regionale: «La pace - ha concluso - non sarà facile. Tutti sappiamo che entrambe le parti dovranno prendere decisioni difficili, ma israeliani a palestinesi possono fare un accordo». Subito dopo è partito per Roma, dove stamattina incontrerà papa Francesco, nella speranza di coinvolgerlo in questo piano per la pace e contro il terrorismo folle di Manchester, che parte dal dialogo tra le fedi. Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante direttore@lastampa.it |
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