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La Gazzetta del Mezzogiorno Rassegna Stampa
29.03.2017 Il continuo pregiudizio di padre Pierbattista Pizzaballa
Lo intervista Valentina Nuzzacci

Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 29 marzo 2017
Pagina: 22
Autore: Valentina Nuzzacci
Titolo: «Futuro di pace in Palestina? Basta volerlo»

Riprendiamo dalla GAZZETTA di BARI di oggi, 29/03/2017, a pag. 22, con il titolo "Futuro di pace in Palestina? Basta volerlo", l'intervista di Valentina Nuzzacci a Pierbattista Pizzaballa.

"L'operato pastorale di padre Pizzaballa si è contraddistinto per equilibrio e spiccata capacità strategica e diplomatica, tanto da esercitare il ruolo di conciliazione nella complicata situazione tra lo stato d'Israele e le autorità palestinesi": questa l'introduzione all'intervista a padre Pierbattista Pizzaballa, dal 2004 al 2016 Custode di Terra Santa, ovvero rappresentante del Vaticano in Israele. Padre Pizzaballa non ha perso occasione, nei 12 anni del suo mandato, per attaccare Israele e difendere a oltranza i "poveri palestinesi", anche quando non sono affatto poveri, ma piuttosto terroristi.

Pizzaballa, d'altronde, conferma la propria posizione sbilanciata anche in questa intervista, quando afferma che "l'accostamento Bibbia e Terra è alla base dell'atavico conflitto israelo-palestinese". E' una falsità: alla base del conflitto c'è la volontà, da parte araba e arabo-palestinese, di non riconoscere Israele a nessuna condizione. Si tratta di un "no" all'esistenza fittamente intrecciato con l'antisemitismo diffuso a macchia d'olio nel mondo islamico. E' una realtà che Pizzaballa nasconde. Sradicare il bimillenario antisemitismo cattolico è un' impresa impossibile?

Ecco l'intervista:

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Pierbattista Pizzaballa

Una figura autorevole di intermediazione religiosa, politica e culturale quella di Pierbattista Pizzaballa, arcivescovo cattolico e biblista italiano dell'Ordine dei Frati Minori. Il suo impegno episcopale lo porta a ricoprire dal 24 giugno 2016 la carica di amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini ed è stato il 167° Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion dal 2004 al 2016. L'operato pastorale di padre Pizzaballa si è contraddistinto per equilibrio e spiccata capacità strategica e diplomatica, tanto da esercitare il ruolo di conciliazione nella complicata situazione tra lo stato d'Israele e le autorità palestinesi. La sua voce è stata una delle più ascoltate nel complesso mondo politico e religioso della Terra Santa. Parole tese a garantire e salvaguardare la presenza della comunità cristiana nella zona coinvolta. E oggi alle ore 19.30, nell'Aula Magna «Aldo Cossu» del Palazzo Ateneo di Bari, Mons. Pierbattista Pizzaballa terrà la conferenza «Radici bibliche. Cultura condivisa», con i saluti dell'arcivescovo di Bari-Bitonto Francesco Cacucci e di Antonio Felice Uricchio, rettore dell'Università degli studi di Bari.

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Questo è quello che vogliono i detrattori di Israele: la cancellazione dalla faccia della terra dello Stato ebraico, interpretato oggi come ebreo collettivo da isolare e distruggere

Con questo meeting nasce nella nostra chiesa locale di Bari-Bitonto il Centro di Cultura Biblica «Bereshit» che ha come obiettivo la promozione della conoscenza della Bibbia fra coloro che, indipendentemente dalle personali convinzioni di fede, nutrono il desiderio di approfondire la comprensione di una letteratura che ha comunque segnato la cultura dell'umanità. A tal fine il Centro proporrà giornate di studio, corsi intensivi, convegni, tavole rotonde, festival biblici, mostre e viaggi nelle terre bibliche. Abbiamo rivolto a Mons. Pizzaballa alcune domande.

Quali potrebbero essere i beneficí di un centro di cultura biblica in una città come Bari? «La città di Bari è sempre stata storicamente un ponte tra Oriente e Occidente. Un centro di cultura biblica può essere essenziale per comprendere il contesto storico e religioso che ha accompagnato per secoli la relazione della città con le culture orientali limitrofe. Ma potrebbe anche essere di aiuto a comprendere il contesto attuale. Oggi si tende a parlare solo di benefici economici e di scambi commerciali, ma la storia e la drammatica situazione attuale ci insegnano che senza una comprensione a 360 gradi, inclusa quindi anche quella religiosa e biblica, dei nostri vicini costruiamo progetti sulla sabbia, che non possono durare».

Su quali basi oggi si può costruire il dialogo fra credenti e mondo laico? «Credo che l'ambito culturale sia quello privilegiato. E anche in questo caso l'ambiente biblico è determinante per creare una base comune. Che l'approccio sia laico o religioso, è comunque un fatto che le Scritture hanno formato per secoli e generazioni la nostra cultura. Arte, architettura, musica, letteratura. Certamente ci saranno anche spazi di confronto dialettico, di letture diverse della storia e dei testi. Ma proprio questo può diventare spazio formidabile di confronto e reciproco arricchimento». 

Il titolo della conferenza che lei terra a Bari e «Radici bibliche — Cultura condivisa». Come biblista e nella sua esperienza di Custode di Terra Santa prima e ora Amministratore Apostolico della Chiesa Latina di Gerusalemme, in quali termini il riferimento alla Bibbia aiuta a trovare una "cultura condivisa" con i suoi interlocutori? «La Bibbia, nel mio caso personale, è stata occasione di incontro formidabile con il mondo ebraico. Ho studiato la Bibbia all'Università ebraica di Gerusalemme, dove i miei compagni erano ebrei e religiosi. Il confronto e il dialogo con loro ha arricchito enormemente la mia lettura dei testi biblici, senza però che venisse meno la mia identità cristiana, o quella loro ebraica. La Bibbia, purtroppo, è anche fonte di divisione in Terra Santa. Basti pensare all'accostamento Bibbia e Terra che è alla base dell'atavico conflitto israelo-palestinese».

Secondo lei è davvero possibile il processo di pace in Medio Oriente? «Il processo di pace è sempre possibile. Basta volerlo. In questo momento manca proprio quella volontà».

Per inviare la propria opinione alla Gazzetta di Bari, telefonare 080/5470400, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


redazione.internet@gazzettamezzogiorno.it

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