venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Manifesto Rassegna Stampa
03.02.2017 Amona: il doppio standard di Michele Giorgio
Sempre e comunque contro lo Stato ebraico

Testata: Il Manifesto
Data: 03 febbraio 2017
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele sgombera Amona ma lancia una nuova colonia»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 03/02/2017, a pag. 8, con il titolo "Israele sgombera Amona ma lancia una nuova colonia", il commento di Michele Giorgio.

Continua il lamento di Michele Giorgio, che non sa più che cosa inventare pur di attaccare Israele. Di fronte allo sgombero dell'insediamento ebraico di Amona, ordinato dalla Corte Suprema israeliana, Giorgio non rileva il fatto evidente per cui in Israele la legge è uguale per tutti, ma al contrario sottolinea che verranno presto edificate analoghe abitazioni altrove. La sua critica quindi riguarda non la costruzione delle abitazioni di Amona, ma ogni costruzione in qualunque luogo dei territori contesi da parte di ebrei. Ed è quindi espressione del consueto doppio standard contro Israele e gli ebrei, di cui Giorgio è uno specialista.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Michele Giorgio

Immagine correlata
Amona

Su di un muro della sinagoga di Amona è visibile una svastica con al centro il simbolo della polizia, definita dagli autori del disegno, i coloni ebrei asserragliati fino a ieri nell'avamposto ebraico, "polizia degli ismaeliti", ossia al servizio dei musulmani. Nonostante l'offesa che la svastica nazista dovrebbe sempre rappresentare per gli ebrei e per la memoria delle vittime dell'Olocausto, il premier Benyamin Netanyahu, partecipando ieri a una cerimonia nell'insediamento di Ariel, ha espresso piena solidarietà alle gente di Amona, illegale anche per la legge israeliana e sgomberato in esecuzione di una sentenza della Corte suprema.

«Provo un grande dolore», ha detto alle 40 famiglie evacuate. Poi ha confermato quanto era trapelato mercoledì sera: è stata istituita una commissione incaricata di studiare luogo e tempi della costruzione di una nuova colonia. Il rispetto della legalità israeliana ha perciò come conseguenza diretta la violazione della legalità internazionale nei Territori palestinesi che Israele ha occupato quasi 50 anni fa.

La costruzione di nuova coIonia in Cisgiordania è solo l'ultimo esito del silenzio-assenso dell'Amministrazione Trump. Israele negli ultimi 25 anni ha allargato le colonie già esistenti ma si è astenuto, per opportunità politica, dal realizzare un nuovo insediamento ebraico nei Territori palestinesi occupati nel 1967. L'ultima colonia costruita, nel 1991, è Revava. Ad approvarla fu Shamir quando era primo ministro. L'annuncio fatto ieri da Netanyahu è un risarcimento ai coloni di Amona, "cacciati" dalle loro case a causa del ricorso, accolto dalla Corte suprema, presentato dai palestinesi proprietari delle terre dove era stato costruito l'avamposto.

L'evacuazione di Amona "è rappresentata dai coloni come una violazione dei loro diritti umani, come un pogrom - spiega al manifesto il ricercatore Nicola Perugini, autore con il docente israeliano Neve Gordon di "II diritto umano di dominare" (Edizioni Nottetempo) - Questo è un fenomeno recente tra i coloni israeliani che hanno iniziato a fare proprio il discorso dei diritti umani, definendo qualsiasi forma di decolonizzazione come una violazione dei diritti umani sionisti. Gli scontri tra coloni e polizia che abbiamo visto ad Amona in realtà sono falsi scontri tra forze che partecipano alla stessa strategia politica e ideologica di colonizzazione".

II prossimo passo verso l'annessione a Israele (di fatto o "ufficiale" come chiede il ministro Naftali Bennett) delle ampie porzioni di Cisgiordania dove si trova la maggior parte delle colonie, sarà l'approvazione in parlamento della Regulation Bill, la "sanatoria" per circa 4000 case costruite senza permesso su 800 ettari di terre palestinesi. Nei giorni scorsi il governo Netanyahu e il Comune di Gerusalemme hanno autorizzato circa 6000 alloggi nelle colonie in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.

Per inviare la propria opinione al Manifesto, telefonare 06/689191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT