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La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2023 Gaza, Israele telefona
Cronaca di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 09 novembre 2023
Pagina: 10
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «Il dentista e la chiamata dell’intelligence di Israele: 'Bombardiamo, evacuate'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 09/11/2023, a pag. 10, la cronaca di Enrico Franceschini dal titolo 'Il dentista e la chiamata dell’intelligence di Israele: 'Bombardiamo, evacuate' '.

ENRICO FRANCESCHINI | Cristofariphoto
 Enrico Franceschini

Sono un agente segreto, vi stiamo per bombardare

LONDRA — «La sto chiamando dallo spionaggio israeliano. Stiamo per bombardare il suo edificio. Avete due ore per evacuarlo». L’avvertimento è arrivato a Mahmoud Shaheen per telefono, alle 6:30 del mattino del 19 ottobre, nel suo appartamento al terzo piano di un condominio di Gaza City. Un tranquillo quartiere della classe media, fino a quel momento non colpito dai raid aerei lanciati da Israele in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Mahmoud fa il dentista. Non è politicamente attivo. E non ha idea di come l’intelligence israeliana conosca il numero del suo cellulare. La sua storia, raccontata dalla Bbc , che ne ha verificato indipendentemente l’attendibilità, rivela in che modo Israele cerca di avvertire i palestinesi prima di bombardare, per ridurre le perdite di civili innocenti nella guerra scatenata dai jihadisti. Non sempre gli avvertimenti funzionano: secondo il ministero della sanità di Gaza, controllato da Hamas, le vittimecivili sono più di 10 mila. Il dentista vive ad al-Zahara, nel nord di Gaza. Il 19 ottobre lo svegliano urla provenienti dalla strada: «Bisogna scappare, bombarderanno le torri». Così la gente del posto chiama tre palazzi della sua strada, in uno dei quali abita lui. Preoccupato, si alza, esce di casa e, mentre cercadove rifugiarsi, sente squillare il telefonino. La chiamata proviene da un numero sconosciuto. «Le parlo dall’intelligence israeliana », dice una voce, in perfetto arabo, chiamandolo per nome. «Stiamo per bombardare le tre torri. Deve convincere tutti gli inquilini a evacuarle ». Mahmoud non ha idea del perché Israele lo abbia scelto per questo compito. Sulle prime, crede che sia uno scherzo. Chiede al suo interlocutore di sparare un colpo contro il palazzo per dimostrare che appartiene davvero alle forze israeliane. Un istante dopo, il colpo arriva. Convinto, il palestinese scongiura l’israeliano di dargli il tempo di avvertire tutti. L’uomo lo rassicura: «Ledarò il tempo necessario», gli dice, «non vogliamo che ci siano vittime». Restano al telefono più di un’ora. «Non riesco a capire», dice il dentista, «perché volete colpire queste torri». L’israeliano risponde: «Ci sono cose che noi vediamo ma voi non vedete». Poi in cielo appare un aereo, si sente il sibilo dei missili, le tre torri crollano. Più tardi, il telefonino di Mahmoud suona di nuovo. «Lei stamattina si è comportato saggiamente», gli dice un’altra voce, «ha visto come Hamas ha massacrato i nostri bambini? Ci saranno altri bombardamenti nel quartiere, ma ogni volta la avvertiremo con una telefonata». E questo è ciò che accade nei giorni seguenti. Una volta, quando Mahmoud chiede più tempo per completare l’evacuazione, l’israeliano gli dice: «Non bombarderemo senza il tuo permesso». Il palestinese replica: «Non sono io a darvi il permesso. Io non voglio bombardare niente. Se volete che aiuti la gente ad evacuare, lo farò. Ma se volete bombardare, non vi serve il mio permesso».

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