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La Repubblica Rassegna Stampa
05.11.2023 Kiev, adesione all’UE?
Cronaca di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 05 novembre 2023
Pagina: 11
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Von der Leyen a Kiev: 'Settimana decisiva per l’adesione all’Ue'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/11/2023, a pag. 11, con il titolo “Von der Leyen a Kiev: 'Settimana decisiva per l’adesione all’Ue' " il commento di Paolo Brera.

Zelensky: il Presidente ucraino e la metamorfosi da Woody Allen ad Allende  - la Repubblica
Volodymyr Zelensky

ODESSA — La sesta visita a Kiev della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen apre un futuro europeo all’Ucraina, ma certifica intanto la nuova e difficile stagione del presidente Zelensky. Martedì la Commissione presenterà il suo rapporto sull’adesione: sarà favorevole, secondo le aspettative. A decidere saranno poi i Paesi membri, ne discuteranno a metà dicembre e il risultato non è scontato: nel frattempo Kiev dovrà completare i passi avanti su aspetti come la lotta alla corruzione. Ma mentre incassa l’annuncio di nuove sanzioni alla Russia e «i complimenti per le riforme », il presidente è in realtà sempre più nervoso. Ha vissuto come una pugnalata l’intervento del capo delle forze armate ucraine, il generale Valerij Zaluzhny, che sull’ Economist ha ammesso «lo stallo» della controffensiva e la trasformazione del conflitto in guerra di trincea. Alla lunga, dice il generale, porterebbe Kiev a un’inesorabile sconfitta. La reazione di Zelensky è furibonda: venerdì ha licenziato in tronco il generale di brigata Viktor Khorenko, capo delle forze per le operazioni speciali che sono una costola delle forze armate di Zaluzhny. L’eco delle parole di Zaluzhny sull’ Economist è enorme, in Ucraina. Il generale non è uno abituato a parlare con i media: è uomo d’azione. Il rapporto difficile con Zelensky funzionava su una base semplice: al presidente ricerca e gestione di aiuti, armi e munizioni; a lui il comando e l’autorità assoluta sul terreno. Questo rapporto si è spezzato. «La gente è stanca, ma non c’è stallo – dice Zelensky rispondendo direttamente al generale durante la conferenza stampa con von der Leyen – la Russia ha il controllo aereo e noi ci preoccupiamo dei nostri soldati». A 21 mesi dall’invasione su larga scala, sui media internazionali più autorevoli si moltiplicano voci di «trattative» di Usa e Ue con Kiev per una via d’uscita alla guerra. Nbc News cita «alti ufficiali Usa» secondo cui sarebbe in corso un negoziato «difficile» concretizzatosi a Ramstein nel vertice del Gruppo di contatto del mese scorso. Sarebbero state analizzate «le linee generali di ciò a cui l’Ucraina potrebbe dover rinunciare per un accordo». Prospettive che Zelensky respinge: «Non so chi dia queste notizie né perché. Ho la sensazione molto spiacevole che vengano anche da noi ucraini. Sono io che ho responsabilità e autorità sulle trattative: nessuno mi fa pressione, e non accadrà nulla del genere». Ufficialmente tutti continuano a ribadire «completo appoggio a Kiev». Ma «la guerra in Medio Oriente distoglie l’attenzione come voleva la Russia», dice Zelensky. E le oggettive difficoltà militari (anche nel formare nuovi soldati) aumentano considerazioni dietro le quinte secondo cui si cerca «entro fine anno » la via d’uscita alla crisi. Lo ha detto ieri anche la commentatrice diCNN Abby Phillip. Senza contare l’ultima copertina diTime sull’imbarazzo nel cerchio presidenziale per la controffensiva in cui Zelensky pare rimasto l’unico a credere. Le parole di Zaluzhny hanno affondato la lama nella linea politica del presidente. «Se fossi un militare l’ultima cosa che farei è parlare del fronte», dice il vice di Yermak, IgorZhovkva. È in questo contesto che von der Leyen loda «gli eccellenti progressi» sulle riforme che potrebbero far «avviare i negoziati per l’adesione già quest’anno». Assicura a Zelensky che «rimarremo con voi tutto il tempo necessario», però stavolta nemmeno una parola su armie munizioni. Parla di «sostegno finanziario per ricostruire l’Ucraina come democrazia moderna e prospera », e degli sforzi «per far pagare alla Russia la guerra di aggressione ». Buone prospettive per quando taceranno i cannoni.

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