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La Repubblica Rassegna Stampa
02.11.2023 Lo scudo capace di bloccare i missili iraniani
Cronaca di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 02 novembre 2023
Pagina: 8
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «La svolta di Arrow il grande scudo capace di bloccare i missili iraniani»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/11/2023, a pag. 8, con il titolo "La svolta di Arrow il grande scudo capace di bloccare i missili iraniani" l'analisi di Gianluca Di Feo.

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Gianluca Di Feo

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Nel vortice di notizie drammatiche che arrivano dal Medio Oriente, il comunicato israeliano che martedì annunciava l’esordio in azione del sistema Arrow è passato quasi inosservato. Eppure si tratta di una rivoluzione, non soltanto tecnologica ma anche strategica perché può influire sugli equilibri di potere dell’intera regione. L’Arrow usato dalle Israeli Defence Forces per abbattere uno degli ordigni scagliati dagli Houthi yemeniti è infatti il più avanzato scudo anti-missile esistente al mondo, finora mai utilizzato contro un bersaglio reale. E questo per la prima volta offre a Israele una concreta protezione contro l’arsenale di ordigni a lungo raggio accumulato dall’Iran e dai suoi alleati: teoricamente, da ieri sono tutte lance spuntate. Da anni si parla di Iron Dome, la “Cupola” che distrugge i razzi sparati da Hamas o da Hezbollah. Arrow ha una missione infinitamente più complessa. Deve misurarsi con armi balistiche che viaggiano fuori dall’atmosfera e poi piovono a terra a oltre 10mila chilometri l’ora. E deve colpirle molto lontano, preferibilmente ad altissime quote, perché potrebbero avere ogive con veleni chimici. La “Freccia” fa tutto questo, con prestazioni straordinarie e costi altrettanto elevati. L’ultima versione “Arrow 3” può intercettare missili fino a 100 chilometri di altezza, correndo a nove volte la velocità del suono, a una distanza di oltre 200 chilometri. Il prezzo è enorme: la Germania pagherà una singola batteria quattro miliardi di euro. «Il sistema è stato concepito proprio per stroncare minacce come quella arrivata dallo Yemen — ha detto Uzi Rubin, capo dello staff di progettisti — . La buona notizia è che adesso possiamo mettere l’Iran e il resto della regione di fronte a una difesa pienamente operativa contro i missili balistici». In apparenza, è la fine di un incubo cominciato nel 1991, quando Saddam Hussein rispose alla campagna internazionale per liberare il Kuwait scagliando gli Scud contro Tel Aviv: i 24 ordigni iracheni ferirono 323 persone e danneggiarono oltre 10 mila appartamenti. Oggi Teheran ha una santabarbara più potente, per quantità e qualità, di quella deldittatore di Baghdad: un anno fa il generale Kenneth McKenzie, comandante delle forze Usa in Medio Oriente, ha detto che l’Iran dispone di tremila missili balistici, più un numero crescente di cruise. I più temuti sono i Sejil, che possono piombare su Tel Aviv in meno di sette minuti con una tonnellata di esplosivo. E c’è uno scenario terrificante. L’ipotesi che l’Asse della Resistenza creato dall’Iran possa scatenare una replica missilistica dell’orda che ha invaso Israele il 7 ottobre: un assalto sincronizzato dal Libano, dallo Yemen e dall’Iran. Lo scorso 21 settembre durante una parata gli Houthi hanno esibito dozzine di ordigni sofisticati. Come il Toufan, un missile balistico con raggio d’azione compreso tra 1300 e 1900 chilometri. O i Quads 4: cruise che hanno già cercato di colpire Eilat. E infine i droni Samad e Wa’id, simili agli Shahed con cui i russi bombardano l’Ucraina, tutti in grado di arrivare a ol tre 2000 chilometri. Hezbollah ha postazioni vicinissime a Israele e può contare su decine di migliaia di razzi puntati su Haifa, Hadera e Afula. Alcuni analisti sostengono che la Siria abbia consegnato Scud di vario tipo, ma sono apparati ingombranti con tempi lunghi per preparare il lancio. Nei rifugi a ridosso della frontiera invece ci sono centinaia di Fateh 110, con 650 chili di tritolo e portata di trecento chilometri: si dirigono sulle coordinate gps dell’obiettivo ma disporrebbero pure di un sistema ottico per individuare un determinato edificio. Cosa accadrebbe se un’ondata di questi missili puntasse su Israele da Nord, Est e Sud? Basterebbe Arrow a bloccarli? Per ridurre i rischi e dissuadere l’Iran da una mossa così devastante, gli Stati Uniti hanno schierato il loro schermo nelle basi della regione, dal Kuwait agli Emirati: dodici batterie terra-aria, inclusi i Thaad di poco inferiori agli Arrow, e la barriera delle navi nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. Il Pentagono ha già dato prova di essere pronto a combattere: la scorsa settimana un caccia dell’Us Navy ha spazzato via uno sciame di droni e cruise sparato dallo Yemen. Un avvertimento esplicitoa tutti gli ayatollah.

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