sabato 27 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
16.10.2023 Battaglia Israele-Hezbollah
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 16 ottobre 2023
Pagina: 2
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Battaglia Israele-Hezbollah, scambio di missili a Nord colpita base con gli italiani»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/10/2023, a pag. 2, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Battaglia Israele-Hezbollah, scambio di missili a Nord colpita base con gli italiani".

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

Israele-Hezbollah, ancora scambi di fuoco al confine: colpita base Onu in  Libano. Crosetto: «Valutiamo ritiro dei soldati italiani» - Open

TEL AVIV — A questo punto i segnali di un allargamento della guerra dalla Striscia di Gaza ai due fronti del Nord – quello libanese e quello siriano – sono troppo forti per escludere un conflitto totale. Lungo il confine con il Libano c’è stato uno scambio di fuoco intenso tra Hezbollah e Israele con missili anticarro, razzi, elicotteri e jet ed è il culmine di una settimana in crescendo. Per la prima volta anche Hamas ha dichiarato di avere sparato venti razzi da quel confine verso le città del Nord di Israele. Una fonte italiana dell’Unifil parla da vicino Naqoura, un piccolo villaggio sul confine che fa da quartier generale per il contingente delle Nazioni Unite, e dice a Repubblica che ci sono state molte esplosioni su entrambi i lati e un razzo ha colpito anche il quartier generale di Unifil – dove operano fra gli altri un centianio di militari italiani –, che però in quel momento era deserto. Non era diretto contro di noi, spiega la fonte senza voler dire chi ha sparato, ma è successo perché «ormai ogni giorno ci sono azioni di guerra». Naqoura si trova in teoria nel settore più tranquillo della Linea Blu, il più vicino al mare. Se ci si sposta verso Est le cose peggiorano. Hezbollah ieri ha sparato cinque missili anticarro contro postazioni dell’esercito israeliano e due kibbutz, a Shtula e a Kiryat Shmona. Venerdì aveva colpito con un altro missile anticarro un mezzo israeliano e ucciso un soldato appena dietro al muro in cemento del confine. Lunedì un cecchino aveva ucciso un ufficiale israeliano e il suo autista, sempre a ridosso del muro. Gli israeliani ieri hanno risposto con artiglieria, raid di elicotteri e jet che bombardano il Libano meridionale e due giorni fa in una di queste rappresaglie hanno ucciso un giornalista libanese. Queste azioni per adesso si tengono miracolosamente al di sotto della soglia della guerra totale ma è tutto affidato al caso: che succede se uno dei colpi uccide un gruppo di soldati israeliani? Hamas e Hezbollah sono i due grandi gruppi sponsorizzati dall’Iran al confine con Israele. Il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, dice che l’Iran potrebbe entrare in guerra: «Non possiamo escludere che l’Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo. Dobbiamo prepararci ad ogni possibile eventualità». L’ex generale israeliano Amos Yadlin, dell’intelligence militare israeliana, sostiene in un’analisi molto condivisa che se Hezbollah attaccasse da Nord allora interverrebbero gli americani – che hanno spostato due portaerei nel Mediterraneo orientale – e colpirebbero le loro posizioni. Se ora l’Iran minaccia di entrare nel conflitto nel caso Israele non cessi di bombardare la Striscia di Gaza si vede un possibile effetto a catena, nel quale ogni attore trascina dentro qualcun altro: Hamas, Israele, Hezbollah, l’Iran e gli Stati Uniti. Il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato al presidente iraniano, Ebrahim Raisi, per metterlo in guardia da questa escalation. E ieri, a dimostrare che qualcosa succede sotto la superficie delle cose – per ora – c’è stato un secondo bombardamento israeliano in due giorni contro l’aeroporto di Aleppo in Siria, dove talvolta arrivano armi provenienti dall’Iran per le milizie, e a Teheran un ufficiale del controspionaggio delle Guardie della rivoluzione, Mohammed Akiki, è stato ferito da colpi d’armi da fuoco. Non sono azioni insolite nel quadro delle guerre clandestine che si combattono da anni nel Medio Oriente, ma il tempismo conta. L’idea è che Israele stia rispondendo a quella che sente come un’aggressione dell’Iran e prenda di mira bersagli iraniani. Secondo ilWall Street Journal , Teheran sta attivando anche il fronte siriano con Israele e sta trasportando là le milizie di volontari sciiti, arruolati soprattutto in Iraq e Siria, dalla regione di Deir Ezzor, che sta all’altro capo della Siria. Sono accompagnati da uomini delle Guardie della rivoluzione iraniana specializzati nel lancio di missili, che è esattamente quello che si aspetta accadrà se il conflitto contro Hamas si allargherà da Gaza a tutto il Medio Oriente.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT