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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Repubblica Rassegna Stampa
15.10.2023 Netanyahu, pronti a entrare a Gaza
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 15 ottobre 2023
Pagina: 2
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Netanyahu: 'Pronti a entrare a Gaza', uccisi due comandanti di Hamas»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/10/2023, a pag. 2, l'analisi di Daniele Raineri dal titolo "Netanyahu: 'Pronti a entrare a Gaza', uccisi due comandanti di Hamas".

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Daniele Raineri

Hamas, che cos'è? | Wired Italia

TEL AVIV — Che l’esercito israeliano si senta al massimo livello di prontezza per lanciare un’operazione di terra dentro la Striscia di Gaza contro Hamas, magari nelle prossime ore, è ormai chiaro a sufficienza a tutti: «Siamo pronti», dichiara nel pomeriggio il primo ministro Netanyahu in visita a due kibbutz colpiti dai massacri, Kfar Aza e Be’eri. «Abbiamo completato tutti i preparativi per una missione dal cielo, dal mare e da terra», annuncia due ore dopo il sito dell’esercito. Ma che cosa vogliano fare i reparti israeliani davanti a un rettangolo sottile di territorio popolato da due milioni e trecentomila civili più duecento ostaggi e controllato da un gruppo di islamisti determinati a combattere a oltranza, questo non è ancora chiaro. Prenderanno il controllo di tutti e quaranta i chilometri di lunghezza fino all’Egitto? Quanto tempo pensano di metterci e quante perdite? E poi che cosa faranno con la Striscia? La strategia di Hamas è trasformare Gaza in una Falluja più grande, dice aRepubblica David Khalfa, un analista specializzato in questioni militari israeliane della Foundation Jean Jaurès, e si riferisce alla battaglia di Falluja del 2004 in Iraq, quando i marines americani furono costretti a un’avanzata sanguinosa strada per strada contro gruppi di guerriglieri fanatici. Prova a sbrogliare la questione Yossi Cohen, capo del Mossad fino al 2021, che in televisione dice «possiamo finire Hamas» ma propone un piano che è temporaneo: l’esercito potrebbe entrare e fermarsi a Jabalia, quindi nel Nord della Striscia a metà strada tra il confine con Israele e Gaza City e creare una zona cuscinetto tra Hamas e Israele. Poi, dice Cohen, «il tempo gioca dalla nostra parte, intanto accumuliamo più informazioni d’intelligence e l’ossigeno, l’acqua e il cibo finiranno anche nei bunker di Hamas e a quel punto si aprirà una porta per qualche decisione sulla questione degli ostaggi». Hamas non si cura dei morti, secondo Cohen, ma della terra persa sì e quindi vale la pena riprendersela e fermarsi dopo pochi chilometri in attesa di una seconda fase. Tra gli altri punti sollevati da Cohen c’è il fronte Nord dove Hezbollah potrebbe attaccare se gli israeliani cominciassero la campagna di terra a Gaza «ma in quel caso entrerebbero in guerra le portaerei americane » nel Mediterraneo orientale. Intanto l’esercito dice di avere messo in posizione Iron Beam, un sistema laser per abbattere i razzi a chilometri di distanza che è molto meno costoso di Iron Dome perché non usa missili intercettori ma un fascio laser. È una tecnologia che si pensava non fosse ancora pronta. E da due giorni sulla Striscia si vedono numerosi colpi di artiglieria con fosforo bianco. Ieri i jet israeliani hanno ucciso due comandanti di Hamas che hanno diretto le stragi di sabato 7 ottobre nel sud di Israele. Uno è Abu Murad, che si occupava della cosiddetta forza aerea di Hamas, quindi dei parapendii a motore che sono stati usati nei raid contro i civili israeliani. L’altro è Ali Qhadi, un leader della “Forza Nakba”, dal nome arabo – “la catastrofe” – usato per indicare l’esodo palestinese durante la guerra del 1948. La Nakba è un reparto elusivo, di circa millecinquecento uomini, addestrato anche all’estero – in Iran ma non solo – e in modo specifico per infiltrarsi dentro Israele, spiega a Repubblica l’esperto Michael Horowitz. Nel 2014, ed è un dettaglio interessante, alcuni suoi uomini erano in Malesia per addestrarsi con parapendii a motore. Questa possibilità reale di infiltrazioni è temuta: ieri gli israeliani hanno intercettato un gommone di Hamas al largo di Ashkelon e ducento uomini di Hamas sono stati arrestati in Cisgiordania. Ali Qhadi era stato arrestato nel 2005 perché aveva sequestrato e ucciso cittadini israeliani, ma poi era stato liberato nel 2011 assieme ad altre centinaia di prigionieri in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit, rapito nel 2006 vicino a Gaza. «La strategia dei bombardamenti mirati è semplice e prende di mira innanzitutto gli autori del massacro, gli assassini delle forze d’élite Nakba e i loro comandanti. Parallelamente, l’esercito cerca di decapitare il vertice politico e militare della stessa Hamas. Vuol dire che Israele ha ripreso la politica di omicidi mirati utilizzata durante la Seconda Intifada», dice Khalifa.

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