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La Repubblica Rassegna Stampa
14.10.2023 Il feroce ritorno della Jihad
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Repubblica
Data: 14 ottobre 2023
Pagina: 49
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il feroce ritorno della Jihad»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/10/2023, a pag. 49, con il titolo “Il feroce ritorno della Jihad” l'analisi del direttore Maurizio Molinari.

Molinari: “Le sorti dell'Italia sono decisive per quelle dell'Europa” -  Mosaico
Maurizio Molinari

At least 40 babies, some beheaded, found by Israel soldiers in Hamas-attacked  village | Fox News

L’attacco lanciato da Hamas contro Israele ha dato inizio ad un conflitto in Medio Oriente che proviene dalla notte della Storia ed è destinato ad avere conseguenze che vanno ben oltre i confini della Striscia di Gaza. Il motivo è il ritorno della Jihad: le atrocità commesse da Hamas contro i civili israeliani ripropongono la cultura della morte con cui Al Qaeda aggredì l’America l’11 settembre e Isis fece strage al Bataclan di Parigi, facendoci comprendere che ci troviamo di fronte ad un nemico spietato che minaccia chiunque non sia come lui. I civili trucidati a Kfar Aza, trasformati in cenere dal crollo delle Torri Gemelle e decapitati dai macellai di Abu Bakr al-Baghdadi sono vittime dello stesso, identico, brutale jihadismo che insanguina il nostro tempo. Un jihadismo che, nel caso di Hamas, punta ad impossessarsi della guida politica dei palestinesi travolgendo l’Autorità nazionale di Ramallah e facendo a brandelli gli accordi di pace di Oslo del 1993 basati sulla formula “Due Stati per due popoli”. E’ questa offensiva di Hamas che innesca lo scontro sulla sorte del Medio Oriente, conteso fra due coalizioni de facto: da una parte quella che ruota attorno agli “Accordi di Abramo”, composta da Israele e Stati arabi intenzionati a promuovere sicurezza e stabilità con il sostegno di Usa e Ue, e dall’altro il fronte guidato dall’Iran degli ayatollah che adopera il jihadismo, sciita e sunnita, per arrivare a conquistare l’egemonia regionale. Ma non è tutto perché il confronto fra questi due campi si innesca in una sfida globale che vede le maggiori potenze duellare apertamente: gli Stati Uniti di Joe Biden vogliono tornare protagonisti in Medio Oriente mediando una possibile pace fra Israele ed Arabia Saudita - capace di risolvere anche il conflitto israelopalestinese - per creare una continuità strategica dall’Europa all’India mentre la Russia di Vladimir Putin trae vantaggio dall’incendio innescato da Hamas in quanto distrae l’Occidente dal sostegno all’Ucraina aggredita. Ecco perché se la risposta militare di Israele all’attacco di Hamas nasce dalla necessità di allontanare dai confini il più brutale terrorismo, le conseguenze del conflitto sono destinate ad avere un impatto ben più vasto, cambiando gli equilibri in Medio Oriente. Da qui la necessità per le democrazie, negli Stati Uniti come in Europa, di agire assieme per impedire a Hamas di continuare i pogrom, al terrorismo jihadista di risollevare la testa, agli ayatollah di Teheran di ottenere l’egemonia regionale ed alla Russia di sfruttare tutto ciò per vincere la guerra in Ucraina.

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