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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
24.08.2018 Israele, l'unico Paese al mondo che non può decidere di costruire abitazioni dove quando e come vuole
L'ipocrisia dell'Osservatore Romano

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 24 agosto 2018
Pagina: 2
Autore: la redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Israele annuncia nuovi insediamenti»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 24/08/2018, a pag.2, la breve "Israele annuncia nuovi insediamenti".

Israele è un Paese in forte crescita demografica e non può fare a meno di costruire nuove abitazioni. Non si capisce perché Israele debba essere l'unico Paese al mondo non libero di decidere quando, che cosa e dove costruire. L'ipocrisia di chi, come OR, non perde occasione per demonizzare lo Stato ebraico è evidente.

Ecco l'articolo:


Soluzione a due Stati:
Uno Stato palestinese che riconosca i diritti delle minoranze, non sostenga più il terrorismo contro Israele e che sappia vivere in pace a fianco dello Stato ebraico... sarà chiamato "Paese della fantasia"!

La Commissione edilizia nazionale israeliana ha approvato piani per la costruzione di 1004 nuove case negli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Lo riferiscono i media israeliani. Secondo le cifre fornite da «Times of Israel», 382 delle nuove abitazioni hanno avuto l'approvazione definitiva mentre per le altre 620 si è ancora in una fase non definitiva. Tra queste ultime, ce ne sono 370 che si trovano nell'insediamento di Adam dove lo scorso mese in un attacco palestinese è stato ucciso un israeliano. Dopo l'attentato, il ministro della difesa Avigdor Lieberman annunciò che avrebbe fatto avanzare il piano per la costruzione delle case. Il via libera è stato reso noto inizialmente dall'organizzazione Peace Now, che si oppone all'ampliamento degli insediamenti israeliani. «Vediamo che questo governo sta cercando attivamente di minare la fattibilità di una soluzione con due stati» si legge in un comunicato dell'organizzazione. Critiche, inoltre, sono state espresse anche da numerosi esponenti palestinesi. L'ultima decisione israeliana di costruire nuovi insediamenti era avvenuta lo scorso luglio. In quell'occasione Lieberman aveva annunciato l'edificazione di 400 nuove abitazioni nei territori della Cisgiordania. Il ministro aveva dichiarato che «la miglior risposta al terrorismo è il rafforzamento degli insediamenti». Resta alta, intanto, la tensione al confine con la striscia di Gaza, dopo le violenze delle scorse settimane. Per domani, venerdì, sono in programma nuove manifestazioni di protesta indette da Hamas nel quadro della grande marcia del ritorno che vuole ricordare i settant'anni della Naqba (catastrofe) per i palestinesi dopo la nascita dello stato di Israele nel 1948. Anche ieri sono stati registrati episodi di violenza, con razzi lanciati dal territorio palestinese e, in risposta, colpi di mortaio israeliani. Lavori edilizi in un insediamento in costruzione nei pressi di Gerusalemme.

 

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