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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
03.12.2016 Il giornale del Vaticano di fatto complice dei terroristi di Hamas
Condividendone le analisi

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 03 dicembre 2016
Pagina: 3
Autore: La redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Su Gaza il mondo chiude gli occhi»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 03/12/2016, a pag.3, con il titolo "Su Gaza il mondo chiude gli occhi" un articolo a cura della redazione.

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La titolazione sarebbe perfetta, se non fosse seguita da un testo che racconta Gaza in un modo che neppure la propaganda di Hamas avrebbe mai osato tanto. Questo Pierre Krahenbuhl, commissario generale dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi) descive la Striscia ignorando che se le condizioni di vita degli abitanti non sono delle migliori, ciò è da attribuire ad Hamas, che incassa miliardi di dollari -anche da Unwra- e li investe in armamenti finalizzati alla distruzioni di Israele. Questa è l'unica causa dei problemi che opprimono gli abitanti di Gaza.
L'OSSERVATORE ROMANO, pubblicando questo articolo senza commenti, di fatto lo condivide, disinformando i lettori in un modo ancora peggiore di quanto fa già abitualmente la stampa cattolica, AVVENIRE, FAMIGLIA CRISTIANA e fogli minori. Questo si chiama ODIO per Israele, complicità con il terrorismo, negazione della verità. Non male il giornale organo ufficiale del Vaticano.
 
 

NEW YORK-. «Il mondo ha chiuso gli occhi e le orecchie rispetto alla terribile situazione umanitaria a Gaza». Con queste parole Pierre Krahenbuhl, il commissario generale dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi), ha sottolineato ieri il silenzio della comunità internazionale sul peggioramento della crisi umanitaria nella striscia di Gaza, invocando nuovi aiuti per una popolazione allo stremo. Nel corso di un briefing con i giornalisti, Krahenbuhl ha detto: «Non è accettabile lasciare che centinaia di migliaia di persone soffrano per le guerre che si sono registrate nella striscia di Gaza e per la dura condizione quotidiana in cui vivono». La popolazione della striscia, circa due milioni di persone, vive sotto l'amministrazione di Hamas, il movimento islamico che ha preso il controllo del territorio palestinese nel giugno 2006 in seguito a violenti scontri con i rivali di Al Fatah. Da quel momento, si è creata una situazione di completo stallo e di periodiche violenze con Israele, che ha imposto il blocco alla striscia. Hamas non fa parte dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) né riconosce Israele. Negli anni scorsi, l'esercito israeliano ha lanciato tre offensive militari su larga scala contro la striscia di Gaza per contrastare Hamas e le formazioni paramilitari che gli sono collegate. «Il mondo dovrebbe essere più preoccupato del costo umanitario di dieci anni di blocco imposto su Gaza» ha sostenuto Krahenbuhl. «Se si continua semplicemente a guardare quello che succede a Gaza, la situazione non migliorerà nei prossimi anni. Questo significa che aumenteranno le sofferenze dei bambini, degli anziani e delle donne». Il commissario dell'agenzia dell'Onu ha anche fatto notare che oltre il 65 per cento degli studenti delle scuole gestite dall'Unrwa a Gaza non riescono a trovare lavoro a causa delle dure condizioni di vita, dell'aumento della povertà e dei tassi di disoccupazione. «Circa il novanta per cento degli scolari non sono mai stati fuori da Gaza da quando sono nati». Inoltre, non ci sono soldi sufficienti per ricostruire adeguatamente strutture e impianti. D'altro canto — come sottolineano molti esperti — l'amministrazione di Hamas non riesce a far fronte adeguatamente ai bisogni di una popolazione che sente la necessità di nuove condizioni di vita.

Per inviare la propria opinione all' Osservatore Romano, telefonare: 06/69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


ornet@ossrom.va

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