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Rassegna Stampa
02.06.2017 George Soros, un miliardo all'anno per l'invasione silenziosa
Fausto Biloslavo, Matteo Carnieletto intervistano il suo uomo in Europa Jordi Vaquer

Testata:
Autore: Fausto Biloslavo, Matteo Carnieletto
Titolo: «L'uomo di Soros: 'I migranti? Un tesoro. Un miliardo all'anno per portarli qui'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 02/06/2017, a pag. 13, con il titolo "L'uomo di Soros: 'I migranti? Un tesoro. Un miliardo all'anno per portarli qui' ", l'intervista di Fausto Biloslavo, Matteo Carnieletto a Jordi Vaquer, uomo vicino a George Soros.

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Fausto Biloslavo

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George Soros

Barcellona - Nel centro di Barcellona, Open society, la discussa fondazione filantropica del miliardario americano George Soros, ha sede in un antico orfanotrofio delle suore che non esiste più. L'ebreo ungherese sopravvissuto al nazismo e al comunismo sovietico è diventato uno degli uomini più ricchi al mondo e spende quasi un miliardo di dollari l'anno, in nome di libertà e diritti umani, per interferire negli affari interni di paesi stranieri che non gli vanno a genio, come la Russia di Putin, e per favorire, secondo i suoi detrattori, l'invasione dei migranti. Jordi Vaquer, il giovane direttore catalano di Open society foundation, è l'uomo di Soros in Europa. In un'intervista esclusiva al Giornale alza il velo sulla controversa filantropia del miliardario Usa.

Molti accusano «Open Society» e Soros di interferire negli affari interni degli Stati con il grimaldello dei diritti umani e delle libertà... «Siamo una fondazione globale, che opera in tutto il mondo. Abbiamo iniziato dall'Europa dell'Est dove in tanti che sono impegnati in politica hanno avuto rapporti con noi compreso Viktor Orban (il premier ungherese aspramente critico con Soros, nda), che ha vinto una borsa di studio di Open society. Parlare (male) di Soros funziona molto bene per diversi gruppi, come gli antisemiti e gli ultra nazionalisti».

Quanti soldi avete a disposizione? «Il bilancio ogni anno è di circa 900 milioni di dollari. Tutti i nostri soldi vengono da Soros e dalla sua famiglia».

E come li spendete? «Nel 2017 il Paese dove abbiamo investito di più sono gli Stati Uniti con circa 100 milioni di dollari. L'Africa è la prima regione dopo gli Usa, con 70 milioni e poi l'Europa con 55 circa. In Italia non spendiamo più di 2 milioni all'anno».

Soros viene dipinto come una forza oscura... «Chi vuole dipingerlo così? Io conosco solo l'aspetto filantropico e non penso ci siano zone oscure. Ovviamente ha delle idee, che non piacciono a tutti. La sua è una visione del mondo molto liberale, dove contano i diritti ed il potere è limitato».

Soros, Open Society e le sue società finanziano le Ong che salvano i migranti in mare? «Noi non finanziamo le organizzazioni che fanno salvataggio in mare. Ci occupiamo dei diritti dei migranti una volta che sono arrivati (in Europa) oppure nei Paesi di transito. Comunque le Ong (nel Mediterraneo, nda) compiono un lavoro ammirevole».

Però una Ong, l'Avaaz, sostenuta da Soros, ha donato mezzo milione di euro a Moas, che opera da Malta per recuperare i migranti in partenza dalla Libia e farli sbarcare in Italia... «Il fatto che un'organizzazione abbia ricevuto soldi da Open Society non significa che la nostra fondazione l'appoggi in tutte le sue attività».

Molti pensano che favorite una specie di invasione aiutando i migranti... «Noi diciamo che l'opposto della morte delle persone in mare sono frontiere dove le persone non muoiono. Non significa aprire le frontiere, ma un passaggio più sicuro».

Volete far arrivare i migranti con i traghetti? «Una volta stabilito quante persone accogliere, un passaggio sicuro significa visto umanitario».

Vale anche per i migranti economici? «Tutti i Paesi che fanno parte della convenzione di Ginevra hanno l'obbligo di aiutare chi fugge dalla guerra e dalla repressione. Nessun accordo obbliga ad accogliere i migranti economici. Questa è una scelta che viene fatta dalla società e dalla politica».

Soros sostiene che i migranti economici sono una ricchezza. Bisogna accogliere tutti? «Soros pensa che ci sia la possibilità di arricchire i Paesi europei con i talenti e le capacità dei migranti».

Con chi collaborate in Italia? «Abbiamo lavorato molto con la comunità Rom, gruppi di avvocati, l'Asgi, Antigone e altre realtà che aiutano i migranti, ma spendiamo comunque poco: il 10% di quello che investiamo in Giordania».

Il presidente russo Putin per voi è l'uomo nero? «Putin fa parte di un movimento globale di leader che hanno scelto una via nazionalista per governare. Ci sono molti leader come lui in Africa e nelle ex repubbliche sovietiche».

Siete sotto tiro anche in diversi Paesi dell' Europa orientale. Come mai? «La vittoria di Trump negli Stati Uniti ha determinato una crescita degli attacchi soprattutto nei Paesi balcanici fra i leader politici che hanno legami con Mosca. Trump ha aperto la porta a chi è contrario alla democrazia liberale».

Cosa pensate del nuovo presidente americano? «Soros ha versato molti soldi per le campagne di Kerry e Clinton, che però hanno perso. Ma la sua fondazione ha criticato sia Bush che Obama. Le nostre posizioni sull'immigrazione sono chiare e su questo ci siamo attivati contro il nuovo presidente americano. Non perché è Trump, ma perché le sue azioni vanno contro l'idea di società aperta».

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