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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
15.01.2017 Assassini, ladri e terroristi. Ecco gli imam dentro le carceri
Analisi di Gian Micalessin

Testata:
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Assassini, ladri e terroristi. Ecco gli imam dentro le carceri»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 15/01/2017, a pag.2/3, l'analisi di Gian Micalessin dal titolo "Assassini, ladri e terroristi. Ecco gli imam dentro le carceri".

Una indagine, quella di Gian Micalessin, che dovrebbe preoccupare chi si occupa della sicurezza nazionale, ma la natura vera dell'islam continua ad essere largamente sottovalutata. Quando le nostre istituzioni se ne accorgeranno sarà troppo tardi.

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Gian Micalessin

Sono spacciatori, apprendisti terroristi, stupratori e rapinatori. Sono i cosiddetti imam a cui s'affidano per preghiere e pratica religiosa i 7.646 detenuti di fede musulmana nelle carceri italiane. L'inquietante spaccato emerge da un documento segreto del nostro governo di cui II Giornale è in possesso. Un dossier in cui sono elencati non solo le generalità e l'origine dei 148 sedicenti imam, in gran parte marocchini, tunisini e algerini che controllano la preghiera nelle carceri italiane, ma anche le note con cui vengono segnalati e descritti dagli operatori dell'autorità carceraria. Il documento, datato 1 lottobre 2016, è uno degli undici allegati «segreti» di quella relazione sul «contrasto della radicalizzazione violenta in carcere di matrice confessionale» preparata dal Dipartimento amministrazione penitenziaria e presentata dal premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa del 6 gennaio scorso sulla diffusione dell'integralismo negli istituti di pena. Nel pubblicare il documento II Giornale ha deciso di non divulgare le generalità di tutti i 148 imam perché molti di questi, nonostante le condanne penali, non vengono ritenuti pericolosi ai fini della radicalizzazione e svolgono talvolta funzioni di collegamento tra l'amministrazione carceraria e i detenuti.
Lo stesso non si può dire di almeno 26 «cattivi maestri» finiti nel mirino del Nic (Nucleo investigativo centrale), la centrale investigativa dell'Amministrazione penitenziaria che lavora con magistrati, forze di polizia e servizi segreti per identificare i detenuti radicalizzati che svolgono proselitismo all'interno delle prigioni propagandando tesi violente ed estremiste. Nell'analizzare le loro posizioni il Nic individua tre livelli di rischio . Al primo, definito «alto» , appartengono i soggetti «monitorati», i detenuti i per reati connessi al terrorismo internazionale e quelli di particolare interesse per atteggiamenti rivolti al proselitismo alla radicalizzazione e al reclutamento. Al livello «medio» sono inseriti i detenuti «attenzionati», vicini alle ideologie jihadista e attivi a livello di proselitismo e reclutamento. Il terzo livello - «basso» - restano i cosiddetti «segnalati», tutti quelli su cui va svolto un ulteriore approfondimento per capire se inserirli al primo o secondo livello o esentarli da altre verifiche. Tra i 26 dei 148 imam controllati dal Nic 14 sono i «monitorati» al livello di massimo rischio, otto gli «attenzionati» e quattro i «segnalati».
Un dato estremamente preoccupante perché ci racconta che all'interno di un sistema carcerario, dove il rischio radicalizzazione è assai alto, continuano a operare più di venti maestri di preghiera vicini all'islam terrorista.
Un ventina di personaggi a cui, nonostante le segnalazioni, è ancora concesso di far attività di proselitismo e predicazione. Per capire meglio di cosa parliamo basta citare Hmidi Saber, il tunisino 32 enne, monitorato dal Nic, a cui una settimana fa è stato recapitato un ulteriore mandato d'arresto in carcere perché sospettato di legami con Anis Amri, il terrorista autore della strage dei mercatini di Natale di Berlino ucciso dalla polizia a Milano.
Nel documento di cui siamo in possesso il detenuto arrestato per aver tentato di sparare a un agente viene indicato come imam del carcere di Salerno proveniente dal Carcere di Secondigliano. «Il detenuto - scrivono di lui gli operatori penitenziari - ha posto in essere comportamenti problematici, sintomatici di uno scarso adattamento al contesto penitenziario sin dalla data d'ingresso in questa sede». Ma tra i sedicenti imam si conta anche un presunto volontario della jihad come il 25enne marocchino Hamil Mehdi accusato di addestramento e attività con finalità di terrorismo. Detenuto nel carcere di Rossano Calabro - la Guantanamo italiana dove venivano convogliati fino a qualche tempo fa i sospetti terroristi islamisti - Hamil Mehdi Mehdi viene arrestato a Cosenza nel gennaio del 2016 dopo un viaggio in Turchia durante il quale tenta di raggiungere le zone siriane controllate dallo stato Islamico.
Un altro maestro di preghiera dal curriculum perlomeno problematico, monitorato dal Gic, è il tunisino Lamjed Ben Kraiem. Arrestato a Trapani nel luglio del 2013 accusato di traffico di armi e droga viene segnalato dalla polizia penitenziaria di Trapani per la sua capacità di porsi «in modo evidente come guida spirituale conducendo la preghiera insieme ad altri detenuti e compagni di camera».
Altrettanto stupefacente la metamorfosi del 44enne tunisino Ouerghi Nabil segnalato per la sua attività di imam nel carcere di Piacenza. «Al suo ingresso in istituto - si legge elle carte - ha assunto un molo di leader e di promotore di richieste a nome dei detenuti islamici della sezione di appartenenza chiedendo di creare una sala preghiera collettiva da poter utilizzare due volte al giorno». Peccato che a portarlo in galera siano state le accuse lo spaccio e soprattutto di stupro ai danni di una ragazzina di 16 anni.

«CATTIVI MAESTRI»

 BEN SLAMA MAHMOUD
Ben Slama Mahmoud, 31 anni, tunisino, detenuto nel carcere di Siracusa Definitivo fine pena: 27 settembre 2018 per omicidio. Dal i aprile 2016 e attenzionato dal nucleo investigativo centrale Ha assunto atteggiamenti da leader rivelandosi un punto di riferimento per i detenuti musulmani sia per la sua capacita di comunicare correttamente in lingua araba ed in lingua italiana sia per il suo carattere carismatico percepito dai detenuti musulmani
HAMIL MEHDI
Hamil Mchdi, 25 anni, marocchino detenuto nel carcere di Rossano Calabro. E arrivato in Italia nel 2006 con permesso di soggiorno regolare illimitato, lavora come venditore ambulante con licenza e risiede a Luzzi, in provincia di Cosenza. E stato arresta to per Addestramento ad attivita con finalita di terrorismo,. Dal 26 gennaio 2016 e monitorato dal Nucleo investigativo centrale. E considerato un presunto foreign fighter
ROMDHANE KHAIREDDINE 
Romdhane Ben Chedli Khaireddine 32 anni, tunisino, senza fissa dimora, arrestato in Lombardia, faceva parte di una cellula terroristica che raccoglieva fondi con i quali finanziava i congiunti di alcuni terroristi, attraverso canali alternativi, e che si autofinanziava con i soldi raccolti da una moschea e da un call center. prima di sbarcare in Italia ha partecipato in passato a diverse azioni criminose, attentati in Afghanistan e Iran.
EL ALLAM BOUCHTA
 El Allam Bouchta, 38 anni, marocchino, soprannominato Bush', detenuto nel Carcere di Novara. Accusato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, la sua condanna ha come fine pena il 16 novembre 2016. E monitorato dal 15 luglio 2015 dal Nucleo investigativo centrale. Ha chiesto di creare una sala per la celebrazione della preghiera collettiva del venerdì. In carcere svolge anche funzioni di imam
HMIDI SABER
Hmidi Saber, 32 anni, tunisino, detenuto nel carcere di Salerno. Arrivato in Italia nel 2008, ha ottenuto il permesso di soggiorno sposandosi con una italiana convertita all Islam da cui ha una bimba e grazie ad un finto lavoro di mercante. Viveva a Ciampino e per vivere commetteva rapine, furti e spacciava stupefacenti. Radicalizzatosi in carcere ha dato fuoco alla cella, picchiato i detenuti di fede cristiana, minacciato di morte gli agenti
NABIL OUERGHI
Nabil Ouerghi, 39 anni, tunisino, era considerato lo spacciatore piu pericoloso e piu violento di Bolzano. Deve scontare 7 anni e 8 mesi di reclusio ne per spaccio di sostanze stupefacenti e violenza sessuale nei confronti di minori avendo stuprato una ragazza di 16 anni. I carabinieri lo hanno trovato in Lussemburgo dove si era rifugiato dopo la violenza. Pensava di averla fatta franca dopo essersi nascosto per molti mesi in Tunisia. 
BARHOUMI CHERKI
Barhoumi Cherki, 35 anni, marocchino. In carcere per maltrattamenti, fine pena il 27 settembre 2018 dal 21 luglio 2016 e attenzionato dal Nci. Durante il Ramadan e colui che guida la preghiera: ha barba lunga, che non aveva al suo ingresso in carcere, mostra spesso insofferenza al personale operante e alle regole penitenziarie, fomentando i compagni a disobbedire alle regole, per non farsi perquisire. Impone a tutti di praticare i dettami del Corano
AYMEN AVARI
Aymen Ayari, 33 anni, tunisino, residente a Livorno, pregiudicato gia condannato per spaccio di droga. In passato gia arrestato per continui abusi sessuali e minacce di morte nei confronti della compagna, una giovane ragazza livornese, e molestie nei confronti delle sorelle. E segnalato dal nucleo investigativo centrale. E un detenuto refrattario alle regole penitenziarie che prega con altri detenuto ed ha partecipato al Ramadan
KARIM EDDI
Karim Eddi, iracheno, tossicodipendente, conosciuto alle forze dell'ordine come spacciatore, è stato tra gli animatori quand'era detenuto delle proteste piu accese contro il sovraffollamento del carcere di Santa Maria Maggiore e per le condizioni considerate disumane di alcune celle di isolamento. Arrestato per droga Karim Eddi non gode di buona salute, soffre di asma, ed è detenuto nel carcere di Trieste. 
MUSTAPHA TOLUANE
Mustapha Talouane, marocchino 29 anni, in carcere per aver accoltellato tanto da ridurla in fin di vita una sua giovane connazionale, Fatima Zahara Lachguer, che aveva deciso di non proseguire la relazione clandestina con lui, che è sposato. Arrestato in aeroporto mentre cercava di fuggire dall'Italia. Abita a Travagliato, in provincia di Brescia, con la moglie e due bimbi piccoli e ha un lavoro da macellaio a Gussago
BEN KRAIEM LAMIJED
Ben Kraiem Lamijed, 35 anni, tunisino. Fine pena nel 2018 per rapina e traffico internazionale di droga. Si propone in modo evidente come guida spirituale conducendo la preghiera assieme ad altri detenuti e compagni di camera. Nel 2013 Lamjed Ben Kraiem, era stato arrestato per traffico di droga insieme ad un altro connazionale. Durante I' indagine erano emersi anche alcuni loro contatti con la famiglia mafiosa di Porta Nuova di Palermo
CHERKAOUI ABDELAZIZ
Cherkaoui Abdelaziz, marocchino, 30 anni, detenuto nel carcere di Bologna Fine pena nel 2019 per i reati di falsa identita e ricettazione. Dal 2014 e segnalato dal Nucleo Investigativo centrale. Detenuto dal carattere molto introverso si relaziona poco con gli operatori. Nei momenti di socialità frequenta principalmente detenuti di etnia nord africana. Dimostra molto attaccamento all religione islamica, raramente si integra con detenuti non islamici

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