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Rassegna Stampa
08.03.2015 Lo Stato Islamico si rafforza. Ma nell'Impero del Male ci sono i Fratelli Musulmani
Commento di Gian Micalessin

Testata:
Autore: Gian Micalessin
Titolo: «Boko Haram-Isis: nasce l'Asse islamico del Male»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 08/03/2015, a pag. 12, con il titolo "Boko Haram-Isis: nasce l'Asse islamico del Male" l'articolo di Gian Micalessin.

Vero, lo Stato Islamico si rafforza, non bisogna però dimenticare l'altro Impero del Male, quello meno apparisxcente, quello che lavora con intelligenza per arrivare a dominare l'Europa e gli Usa senza tanto clamore come fa lo Stato islamico. Una invasione silenziosa, passo dopo passo, immigrato dopo immigrato, investimenti miliardari anch'essi sotto una apparente copertura economica, diventare minoranza importante nelle maggiori città europee per poi determinare la politica nazionale dei singoli Stati. Si chiama Fratellanza Musulmana,  agisce in totale tranquilllità, i media non scrivono nulla, anzi, spesso la descrivono come rappresentante dell'islam moderato. Ecco il nome del vero, grande pericolo: Fratellanza Musulmana, Ucoii, il nome ddlla sezione italiana.

Ecco l'articolo:

Gian Micalessin

Tagliatori di teste con piromani di villaggi, sterminatori di gay con dinamitardi che imbottiscono le bimbe di tritolo. Le forze del male si alleano in una vera e propria Asse di Allah. Lo ha annunciato ieri Abu Bakr Shekau, il leader della sanguinaria milizia jihadista nigeriana di Boko Haram. Un «giuramento di fedeltà» all'Isis che salda ufficialmente le due formazioni islamiste più feroci: «Obbediremo al Califfato, è l'unica cura per riunire la comunità islamica. Tutti i musulmani si uniscano a noi». A rendere ancora più inquietante l'annuncio, il fatto che arrivi nel giorno del «terrore globale», con attentati di stampo jihadista in Mali, Egitto, Libia e Nigeria. A Bamako, la capitale del Mali, almeno cinque persone sono morte in un attacco a un ristorante. Tra le vittime un francese e un belga. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver visto gente scappare e gridare «Dio è grande» in arabo. «Ho parlato dell'attentato terroristico a Bamako con il capo della delegazione Ue in Mali. Una delle vittime lavorava con noi». Così ieri ha twittato l'alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini. Non solo. In Egitto una bomba ha causato un morto, un poliziotto, e undici feriti a Mahallah, un centro del governatorato egiziano di Gharbia, nel delta del Nilo, 100 km a Nord del Cairo. L'esplosione è avvenuta l'altra notte davanti a una banca e un negozio di telefonia. Da un anno e mezzo, dopo la cacciata dal potere dei Fratelli musulmani poi dichiarati organizzazione terroristica, l'Egitto viene colpito, in continuazione, da piccoli attentati dinamitardi che causano vittime e feriti, nelle varie città. Un austriaco di 39 anni viene considerato disperso dopo l'attacco al centro petrolifero libico di Al-Ghani, avvenuto ieri a opera di miliziani dell'Isis. Lo ha confermato il portavoce del ministero degli Esteri Martin Weiss all'Apa. L'uomo, di cui si sono perse le tracce, appartiene a un gruppo di stranieri che lavora per un'azienda petrolifera internazionale. Nell'agguato, in cui stando all'agenzia austriaca sono rimaste uccise undici persone, sono stati rapiti 9 stranieri, fra cui due europei, l'austriaco e un ceco, e cittadini delle Filippine, del Pakistan, del Sudan. Infine nuovi orrori in Nigeria, dove Boko Haram ha colpito ancora: tre esplosioni sono riecheggiate a Maiduguri, capitale dello Stato Nord-orientale di Borno, roccaforte degli estremisti, due delle quali erano attentati contro mercati della città. Lo hanno riferito fonti militari. Almeno le prime due esplosioni sono state provocate da altrettante bombe. E con l'annunciata alleanza con Isis, di certo i bollettini di guerra sono destinati a susseguirsi anche nei prossimi giorni.

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