domenica 28 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Italia Oggi Rassegna Stampa
11.07.2023 Periscopio 11/07/2023
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 11 luglio 2023
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 11/07/2023»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 11/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Joe Biden in UK to meet Sunak and King Charles amid Ukraine concerns - BBC  News
Joe Biden

Joe Biden ha preso la decisione difficile ma coraggiosa di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina. Sono armi terribili ma Putin le usa da oltre un anno nel suo programma di massacro indiscriminato d’un popolo innocente. Boris Johnson, un tweet (repubblica.it).

Zelensky ha concluso la sua visita in Turchia con un colpo a effetto all’aeroporto di Istanbul, dove ha incontrato e abbracciato i cinque comandanti dei combattenti che per tre mesi avevano resistito assediati dai russi dentro l’acciaieria Azovstal di Mariupol e li ha riportati in Ucraina a bordo del suo aereo. I cinque erano stati catturati a maggio [...] ed erano stati trasferiti in Turchia con l’accordo che sarebbero rimasti in esilio fino alla fine della guerra. Invece sono già tornati in Ucraina, accolti in serata a Lviv, e il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, parla con toni furenti di «violazione dei patti». I cinque sono Denys Prokopenko, comandante del reggimento Azov, il suo vice Svyatoslav Palamar, il maggiore della guardia nazionale Oleg Khomenko e il colonnello della guardia nazionale Denys Shleha. Merce di scambio pregiata, [...] il simbolo della resistenza ucraina all’invasione. Daniele Ranieri, Repubblica.

Le giravolte del Sultano evidenziano le debolezze del Cremlino. Titolo di Repubblica.

È chiaro che se dovesse profilarsi una futura minaccia a Putin personalmente, questa non prenderà la forma d’un convoglio militare che avanza lentamente lungo un’autostrada sotto gli occhi del pubblico globale di Internet. La minaccia, se verrà, si materializzerà all’improvviso e da una direzione inaspettata. Ciò accadrà quando gli uomini al vertice della struttura gerarchica in Russia capiranno di potersi salvare soltanto estromettendo Putin. Ian Bremmer, La Stampa.

Parigi. Difficile, in queste ore drammatiche, trovare un responsabile politico che sfugga a una visione ideologica e polarizzata degli eventi: l’estrema destra difende la polizia e condanna i francesi d’origine maghrebina che non si sono integrati; l’estrema sinistra condanna la polizia in generale (o quasi) e giustifica la rabbia. Il presidente Macron, coerente col suo approccio di partenza, ha subito criticato «l’atto imperdonabile» del poliziotto che ha sparato a Nahel ma anche le violenze dei teppisti. Di questi tempi, però, certe sottigliezze non pagano. Stefano Montefiori, Corriere della sera.

La negazione della realtà è ampiamente responsabile dell’attuale situazione, alimentata dalle classi dirigenti e da un «goscismo culturale» che, in parte, domina mediaticamente la Francia. Georges Bensoussan, storico della Shoah e dell’antisemitismo (dal Foglio).

[Il libro] che ha cambiato la sua vita? [chiede Geppi Cucciari al ministro Gennaro Sangiuliano, e lui, pronto:] «Il tramonto dell’occidente di Oswald Spengler». [...] È come mettere tra i denti sorridenti di Cucciari il boccone sugoso: «Grazie perché ha dato anche un segno di speranza al paese». Maurizio Crippa 1, il Foglio.

Povero ministro della cultura. Non bastava la disgrazia d’avere Sgarbi per sottosegretario. Massimo Gramellini, Corriere della sera.

Sangiuliano non rinuncia all’occasione di essere letterato tra letterati, critico tra i critici, giurato tra i giurati: «Ho ascoltato le storie che sono espresse in questi libri che sono finalisti. Tutte storie che fanno pensare e riflettere. [...] Proverò a leggerli». Geppi Cucciari ha negli occhi un lampo che nemmeno avesse trovato in diretta un inedito di Montale. «Ah, non li ha letti?» «Sì li ho letti, perché li ho votati, però voglio approfondire». «Cioè oltre la copertina… dentro?» Maurizio Crippa 2, il Foglio.

[Ignazio La Russa] difende il figlio indagato per stupro: «Dubbi su quella ragazza». Poi la marcia indietro: «Parole fraintese». Titolo della Stampa.

Er sentenza: Guardi, io credo che quando si tratta di giovani bisogna esser cauti coi giudizi. Ho sentito mio figlio e mi è sembrato sincero. Poi ho sentito pure la zocc... la drogata cocainomane, insomma. Makkox, il Foglio.

Una ragazza di 22 anni era in dubbiamente fatta di cocaina prima d’essere fatta anche da Leonardo. Filippo Facci, un signore, per di più con contratto Rai nell’era Meloni (Libero).

Sono tutto fatto, / sono tutto matto, / ma ti fotto pure senza storie. Un rap di Ignazio La Russa, la stampa.it

Caso La Russa, il padre della vittima: «Mia figlia devastata, niente sconti». Titolo di Repubblica.

Si pensava, scaramanticamente, che più in basso dei governi 5stelle non si potesse finire. E invece. Dal web.

C’è un punto che va chiarito: abbiamo approvato un programma, votato dagli italiani, dove c’è la riforma della giustizia. E la faremo. Tommaso Foti, capogruppo di Fd’I alla Camera (Antonio Bravetti, La Stampa).

Dal governo un attacco pesantissimo che delegittima la magistratura. Titolo di Repubblica.

Ci risiamo. Trent’anni (e passa) dall’inizio di Tangentopoli e si è tornati in un battibaleno all’arroventata tenzone tra Politica e Giustizia. Si sa come comincia e si sa anche come va a finire (quantomeno come è andata a finire fino ad oggi): con la Politica fatta a brandelli. Paolo Mieli, Corriere della sera.

[2006, secondo governo Prodi. Cossiga a Mastella, diventato ministro della giustizia]: «Clemente, una sola cosa non ti azzardare a fare: una riforma seria della Giustizia». Pausa. «Perché? Perché sennò t’arrestano», scandì Cossiga. Mastella divenne ministro della Giustizia, prospettò una seria riforma dell’ordinamento giudiziario, furono incriminati sia lui sia la moglie, il governo Prodi cadde. Andrea Cangini, HuffPost.

«Schiforme», le chiama Marco Travaglio sul Fatto quotidiano. Personalmente, suggerirei una schiforma linguistica: basta con le parole storpiate e l’umorismo da oratorio. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

La bocca è fatta non solo per parlare, ma anche per tacere. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT