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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.09.2023 Kiev decapita la flotta russa nel Mar Nero
Cronaca di Andrea Nicastro

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 settembre 2023
Pagina: 16
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «Gli ucraini: 'Flotta russa decapitata'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/09/2023, a pag. 16, con il titolo "Gli ucraini: 'Flotta russa decapitata' " l'analisi di Andrea Nicastro.

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Andrea Nicastro

Volodymyr Zelensky

I servizi segreti ucraini sono convinti di aver fatto un colpo grosso con il bombardamento di venerdì su Sebastopoli. Hanno colpito il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero con almeno due missili proprio quando era in corso una riunione tra alti ufficiali. Gli ordigni ucraini hanno oltrepassato la contraerea e hanno centrato l’edificio. Se è vero quel che dice Kiev almeno 25 militari russi sono stati feriti o uccisi non per caso, ma perché gli 007 avevano avuto la soffiata di quando sarebbe cominciata la riunione degli ufficiali nemici. Il responsabile dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, sostiene che tra le vittime ci sia il generale Alexander Romanchuk, capo del fronte sud-orientale, e il generale Oleg Tsekov comandante della Guardia Costiera della Flotta del Nord. Il primo sarebbe in gravi condizioni, il secondo in coma. Voci anche sulla morte dell’ammiraglio Viktor Sokolov alla testa della Flotta del Mar Nero. Ieri la Crimea occupata da Mosca è finita di nuovo sotto bombardamento ucraino. Kiev non vuole perdere il momento. Pare che le difese aeree russe nella penisola siano in difficoltà e non riescano a intercettare gli ordigni lanciati dall’Ucraina. Ieri sarebbero stati messi fuori uso altri pezzi d’artiglieria russi e, forse, qualche elemento radar integrato ai sistemi di risposta contraerea. Quando Mosca ha dovuto ritirarsi dalla città di Kherson, nel novembre del 2022, ha quindi permesso che le forze ucraine si avvicinassero al fiume Dnipro. Da lì la base navale di Sebastopoli dista tra i 180 e i 220 chilometri, abbondantemente all’interno del raggio d’azione di missili francesi e britannici con elettronica anti radar che l’Ucraina ha a disposizione. Il crollo della diga di Nova Kakovkha nel giugno di quest’anno ha impedito di avviare il martellamento di precisione per qualche mese. Il terreno fradicio rendeva difficile la fuga del lanciatore e il rischio che i russi potessero individuarlo e distruggerlo era troppo alto. Da circa un mese le cose sono cambiate, le strade sono più percorribili, i risultati si vedono. Dei sei sistemi S400 antiaerei dislocati in Crimea sarebbero già stati messi fuori uso due. Altri S300, meno precisi, ma numerosi, hanno fatto la stessa fine. La cupola protettiva sulla Crimea è quindi incrinata e Kiev ne approfitta. Per l’Ucraina il problema è non lasciare i lanciatori, che sono in sostanza camion con grosse ruote, a portata della risposta russa. Quando si spostano per le strade dietro il fronte, i lanciatori hanno la precedenza su tutto e tutti. Anche le ambulanze devono dare loro strada. Ciò allunga i tempi per le missioni: bisogna arrivare, puntellare il mezzo, inquadrare il bersaglio, confermarlo magari con le immagini dei droni, sparare e andarsene prima della reazione russa. Se arrivassero gli americani Atacms che hanno un raggio di tiro utile fino a 300 chilometri sarebbe tutto più semplice e meno ansiogeno. Il presidente Usa Joe Biden li ha appena promessi e la Germania potrebbe aggiungere qualcuno dei suoi Taurus con una gittata di 200 chilometri maggiore. I russi negano le morti dei loro ufficiali e anche i problemi della contraerea. Ieri hanno rivendicato la distruzione di un tank Leopard con «equipaggio totalmente tedesco. Non mercenari, ma effettivi della Bundeswehr». Se confermato sarebbe sorprendente, ma non c’è niente di concreto ad avvalorare la tesi. Quattro giorni dopo l’intervento del presidente ucraino Zelensky all’Assemblea delle Nazioni Unite, ha parlato ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. «L’obiettivo dichiarato di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia è un’ossessione che ha accecato i politici occidentali» ha detto Lavrov. Lo dimostrerebbero «le recenti esercitazioni tra Stati Uniti e gli alleati europei della Nato, compresi i test per l’uso di armi nucleari sul territorio della Federazione Russa». Per Mosca la «formula di pace» di Zelensky è «irrealizzabile e lo sanno tutti». Se l’Occidente «non vuole comprendere la crisi in Ucraina e vuole invece risolvere la problematica sul campo di battaglia, allora lo si farà sul campo di battaglia».

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