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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.04.2023 1000 imprese per ricostruire l'Ucraina
Intervista di Andrea Rinaldi a Adolfo Urso

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 aprile 2023
Pagina: 6
Autore: Andrea Rinaldi
Titolo: ««Dall’energia alla salute, mille imprese in campo per ricostruire l’Ucraina»»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/04/2023, a pag. 6, con il titolo "Dall’energia alla salute, mille imprese in campo per ricostruire l’Ucraina", l'intervista di Andrea Rinaldi.

Ministro
Adolfo Urso

«Eravamo già il terzo partner commerciale globale dell’Ucraina, leader in settori significativi, quindi un meeting sulla ricostruzione è doveroso nei confronti di quel popolo, a cui dobbiamo dare la speranza della pace». Adolfo Urso si è speso per Kiev sin da prima di essere ministro delle Imprese e del Made in Italy, da quando nel settembre 2022, presidente del Copasir, riconfermò al capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, l’importanza di proseguire con l’invio di equipaggiamento militare da parte dell’Italia. Mercoledì sarà al Palazzo dei Congressi all’Eur per la conferenza bilaterale Ricostruzione dell’Ucraina. Con lui anche i ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti e a chiudere il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e il Primo Ministro ucraino Denys Shmyhal.

Ministro perché questa conferenza? «Saremo sempre al fianco dell’Ucraina, anche nella ricostruzione del Paese per favorirne il percorso di adesione all’Unione Europea. Anzi, in alcuni casi bisogna adoperarsi subito, come per il ripristino delle centrali elettriche e irrigue e per la semina dei raccolti. La comunità internazionale è impegnata: un meeting analogo si era svolto in Germania a ottobre poi in Francia e un altro se ne terrà a giugno a Londra con una conferenza dei donatori».

Sull’Ucraina Emmanuel Macron ha garantito accordi per centinaia di milioni di euro alle sue oltre 700 aziende. E l’Italia? «Non posso fare numeri né confrontare le nostre a quelle francesi. Noi abbiamo anche, a differenza loro, tante aziende piccole e medie, ma capaci di stare nel mondo. Mercoledì tra associazioni e imprese saranno presenti in più di mille. Ci saranno tutte le più grandi società private e pubbliche italiane nei settori strategici dello sviluppo».

Da dove partirà la ricostruzione? «La conferenza sarà divisa in tavoli a cui parteciperanno aziende, istituzioni ed enti ucraini che si confronteranno con le nostre. Ci sarà un tavolo su infrastrutture, logistica e trasporti dove sarà presentato il progetto del dry port di Horonda». Una prima cooperazione. «È una piattaforma ferroviaria di smistamento al confine con l’Ungheria, partecipata da un consorzio pubblico-privato con imprese italiane che si occuperanno della sua costruzione. È molto importante per esportare merci ucraine che potranno arrivare all’interporto Quadrante Europa di Verona e al porto di Trieste, candidato a diventare uno degli scali maggiori per Kiev. Poi avremo tavoli dedicati a energia; agroindustria; salute; metallurgia e aerospace e servizi digitali, in quest’ultimo caso siamo già al lavoro».

Di cosa si tratta? «L’Istituto per il commercio estero sta aiutando le imprese ucraine a vendere attraverso le piattaforme digitali i loro prodotti all’estero. Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente Zelensky mi aveva chiesto in gennaio, nella mia seconda missione a Kiev, come costruire un marchio Made in Ucraina, simile al nostro “Made in Italy”. Ho suggerito che il suo Paese adotti un marchio di solidarietà globale, così abbiamo preparato un gruppo di lavoro per svilupparlo all’interno delle regole Ue».

Si può accelerare la ricostruzione con investimenti ucraini? «Certo. Ho riaperto le procedure per l’assegnazione del sito di Termini Imerese e di tre aziende candidate, una è ucraina: vuole costruire una fabbrica di profilati di alluminio per il mercato Ue. In Friuli invece c’è un’impresa ucraina che vuole investire nel campo della siderurgia green».

È iniziata la raccolta firme per i referendum contro l’invio di armi in Ucraina. «Siamo rispettosi di ogni processo democratico, l’istituto del referendum è stato impiegato anche da noi di Fratelli d’Italia. Ma la pensiamo diversamente. Ovviamente riteniamo che la pace si costruisca ogni giorno aiutando l’Ucraina a difendere la sua libertà, non c’è pace senza libertà».

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lettere@corriere.it

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