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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.11.2017 A Roma la cucina del Negev
Commento di Natalia Distefano

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 novembre 2017
Pagina: 15
Autore: Natalia Distefano
Titolo: «Il tè (con miele e ciambelline) nel deserto»

Riprendiamo dal CORRIERE DELLA SERA - ROMA di oggi, 10/11/2017, a pag. 15, con il titolo "Il tè (con miele e ciambelline) nel deserto", il commento di Natalia Distefano.

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Da Roma il deserto è lontano. Vive nei ricordi di viaggi oltre i confini nazionali, nei sapori di terre assolate e nelle immagini da cartolina. Per il popolo ebraico, invece, il deserto è un pezzo di casa, occupa la regione più estesa di Israele ed è parte integrante della storia e dell'identità culturale del paese. A traghettare le suggestioni di sabbia tra i sanpietrini del Ghetto è l'edizione 2017 di Gusto Kosher, tradizionale evento dedicato all'enogastronomia ebraica che domenica apre le porte di palazzi storici, gallerie d'arte, librerie e negozi alla giornata intitolata «BaMidbar (nel deserto). II Negev delle meraviglie». Il Negev è il deserto israeliano per antonomasia: si allunga da sud a nord, da Eilat sul Mar Rosso alle città bibliche di Be'er Sheva e Arad, fiancheggiando il Sinai egiziano e sdoppiandosi in un'altra striscia sottile di deserto, l'Arava, che costeggia la Giordania fino al Mar Morto. Un territorio arido ma tutt'altro che «desertico», dove sono sorprendentemente floridi i settori della tecnologia, le attività turistiche e quelle che ruotano intorno al cibo.

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Il deserto del Negev

L'evento di domenica, organizzato anche quest'anno da Lebonton Catering e Creativity Lab Icpo con Food Confidential, lo racconta (dalle 10 fino a sera) attraverso degustazioni enogastronomiche, mostre, letture, conferenze e concerti disseminati nell'intero rione, con quartier generale a Palazzo della Cultura (via del Portico d'Ottavia 73). Al ristorante Ba Ghetto si serve il «Falafel delle meraviglie», alla Galleria Pio Monti si sorseggia tè alla cannella con specialità al miele di dattero tra le opere della mostra «Claudio Abare e Achille Bonito Oliva» (fino alle 15), al Museum of Hebrew letters di Gabriele Levy ci sono la tradizionale bevanda alcolica Buha con roschette salate. Alla Galleria Edieuropa, invece, il tè è al cardamomo e si accompagna con prelibatezze al sesamo e le opere di Franco Angeli, Tano Festa e Mario Schifano nell'esposizione «Un po' Pop», alla Kiryat Sefer Libreria Ebraica, tra una lettura e l'altra, si assaggia la Shay nana con le ciambelline dolci e da Fonzie perfino l'hamburger è ispirato al deserto: «Spicy Negev».

A Palazzo della Cultura i menù sono di Dario Bascetta, Giovanni Terracina, Susanna Sipione, lo chef Ido Zarmi da Tel Aviv e Daniel Kornmehl, produttore di formaggi a Sde Boker (nel Negev). Tutti nel segno della contaminazione fra tradizione israeliana e cucina romanesca, mentre il vino è protagonista con le etichette israeliane e italiane che hanno la certificazione «kosher». La gastronomia incrocia poi la storia e la cultura in due tavole rotonde con i punti di vista (tra gli altri) del presidente della Jerusalem Foundation Johanna Arbib, il Rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, l'Ambasciatore di Israele in Italia S.E. Ofer Sachs, la fondatrice di Food Confidential Nerina Di Nunzio. Finale in musica con il live di Manuel Buda.

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lettere@corriere.it

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