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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.11.2017 'False Flag': il thriller che esalta la creatività israeliana
Recensione di Aldo Grasso

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 novembre 2017
Pagina: 59
Autore: Aldo Grasso
Titolo: «'False Flag', il thriller che esalta la creatività israeliana»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/11/2017, a pag. 59, con il titolo " 'False Flag', il thriller che esalta la creatività israeliana", il commento di Aldo Grasso.

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Aldo Grasso

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La locandina

Non so se siamo davvero di fronte a un nuovo «Homeland», so con certezza che «False Flag» è uno di quei racconti che ti afferrano per la gola, tirandoti i fatalmente dentro al thriller (Fox, canale n2 di Sky).Sulla mappa dell'industria tv mondiale, accanto ai soliti mercati, occupano uno spazio sempre più importante alcuni distretti produttivi emergenti. Fra i più dinamici c'è certamente Israele, basti pensare a titoli come «Hatufim» («Homeland» in versione Usa), «Be Tipul» («In Treatment» nelle varie versioni) e ora «False Flag», la serie creata da Amit Cohen e distribuita in molti paesi nella sua forma originale. La creatività israeliana è figlia di una società dinamica, che ama le novità e rifugge l'inerzia in tutti i campi, non solo in quello tecnologico. Come afferma Hagal Levi, creatore di «In Treatment»: «Israele è una nazione senza tradizioni, un paese giovane, non come l'Europa e persino l'America. La tradizione spesso comporta l'esistenza di regole, ma se vuoi emergere l'assenza di regole è un vantaggio» (Link. Idee per la tv, n . 21, giugno 2017). «False Flag» s'ispira a un fatto di cronaca, la vicenda di Mahmoud Al-Mabhouh, colonnello di Hamas che nel 2oio venne ucciso a Dubai da un gruppo di agenti del Mossad che viaggiavano con identità rubate a cittadini israeliani con doppia nazionalità.

 

La tensione non è solo di tipo narrativo: siamo nel pieno della crisi mediorientale, in mezzo al conflitto tra Israele e Palestina. Una mattina, radio e televisioni annunciano, mostrando le loro foto, che cinque cittadini israeliani sono sospettati di aver progettato e orchestrato un rapimento, ovvero il sequestro del Ministro iraniano della difesa avvenuto a Mosca il 15 aprile 2015. Sia il Mossad che lo Shin Bet (il servizio di intelligence per gli affari interni) cominciano a torchiare i protagonisti per scoprire quanto queste persone, apparentemente ignare, siano vittime o colpevoli. Niente spoiler, grazie.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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