sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.10.2017 70 km per andare a scuola, ma non date la colpa a Israele
Commento di Simone Fanti

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 ottobre 2017
Pagina: 35
Autore: Simone Fanti
Titolo: «Quei settanta chilometri per andare a scuola»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - Buone notizie di oggi, 03/10/2017, a pag. 35, con il titolo "Quei settanta chilometri per andare a scuola" il commento di Simone Fanti.

La notizia riportata dall'articolo è resa fuorviante dal titolo, che lascia pensare a chi non legga tutto il testo che segue che per colpa di Israele i bambini arabi palestinesi debbano spostarsi di 70 km per andare a scuola. Si tratta in realtà di una scuola specializzata per bambini con disfunzioni (numerosissimi tra gli arabi palestinesi, a causa della pratica dei matrimoni tra consanguinei), è già importante che ne esistano, la distanza da percorrere è un prezzo inevitabile da pagare.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
L'Istituto «Effetà Paolo VI»

Centrosettanta nuovi scolari hanno iniziato il loro percorso scolastico da pochi giorni. Sono bambini e ragazzi, la fascia di età va da uno a 18 anni, che provengono dalle regioni di Betlemme e di Hebron in Palestina. Alcuni di loro per arrivare a scuola devono percorrere fino a 70 chilometri. Ma per loro non ci sono alternative. Sono ragazzi sordi o con problemi gravi di udito. Studiano in classi miste, al contrario di quello che accade normalmente in quella regione deve i maschi sono divisi dalle femmine. Sono tutti di religione islamica tranne un alunno di seconda elementare, che è cristiano. Ma la religione non è una «barriera culturale da abbattere».

Immagine correlata
Alcuni bambini dell'istituto «Effetà Paolo VI»

Infatti a dar loro una preparazione è l‘Istituto «Effetà Paolo VI» nato a Betlemme su desiderio di Papa Paolo VI durante la sua visita in Terra Santa nel 1964 per dare una risposta a un problema particolarmente evidente in quelle regioni. In Palestina infatti il 3 per cento della popolazione nasce con sordità totale o parziale. In alcuni villaggi, quelli più isolati, la percentuale sale addirittura al 15 per cento. Numeri tra i più alti al mondo paragonati alle statistiche globali che parlano di un bambino su mille che nasce con questa patologia. «La diffusione della sordità in quest’area — spiegano dall’istituto — è dovuta quasi completamente all’eredità genetica. Nei Territori Palestinesi circa il 40 per cento dei matrimoni è endogamico, combinato all’interno della famiglia allargata o direttamente tra primi cugini, aumentando la probabilità che il deficit genetico si manifesti nei nascituri». Gli interventi sono strutturati in base all’età degli studenti. Si parte dai piccoli da 1 a 3 anni a cui si offre un incontro bisettimanale con una logopedista che avvicina il piccolo «alla mimica facciale e al mondo delle vibrazioni sonore», per proseguire con l’asilo e la scuola dell’obbligo in cui si insegna la lettura del labiale. Ma l’opera non si arresta agli interventi sugli scolari, molto si fa per le famiglie, con incontri di studio finalizzati all’incremento delle loro conoscenze culturali e della loro competenza.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT