giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.08.2017 I missili del dittatore sanguinario Kim Jong-un
Cronaca di Leonard Berberi

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 agosto 2017
Pagina: 14
Autore: Leonard Berberi
Titolo: «'Possibili oggetti non identificati': Dove volano aerei e missili di Kim»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/08/2017, a pag. 14, con il titolo " 'Possibili oggetti non identificati': Dove volano aerei e missili di Kim", la cronaca di Leonard Berberi.

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un è una minaccia globale per la pace nel mondo. Per questo va eliminato dal ruolo di comando che detiene, e che rischia di provocare una guerra atomica. La Corea del Nord è un Paese in mano a un sanguinario dittatore che non si pone limiti e non conosce ragionevolezza, l'unico modo per salvare la situazione è scegliere una linea dura senza compromessi.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Leonard Berberi

Immagine correlata
Kim Jong-un

Raccontano diversi piloti che il messaggio è comparso più volte nelle comunicazioni terra-cabina: «Possibilità di oggetti volanti lanciati dalla Corea del Nord» è la nota inviata prima di attraversare il corridoio tra la penisola coreana, la Siberia e il Giappone. «Non è proprio l’avviso che riceviamo tutti i giorni», spiega un comandante spesso impegnato nei collegamenti di lungo raggio con Tokyo. I test missilistici di Kim Jong-un preoccupano la comunità internazionale anche per le ricadute sull’aviazione civile che cerca di evitare un altro MH17, il volo della Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio 2014 da un missile sparato dal confine Ucraina-Russia. Ma negli ultimi dodici mesi, calcola il sito specializzato Flight Service Bureau , sono sette i razzi caduti in acque territoriali nipponiche a ridosso delle due «autostrade dei cieli» percorse dagli aerei. Ogni giorno una sessantina i collegamenti tra gli scali principali del Giappone e il Vecchio Continente che trasportano almeno undicimila persone.

La rotta classica prevedeva il sorvolo sulla Corea del Nord. Ma dal 2016 si evita lo spazio aereo di Pyongyang percorrendo le «aerovie» che passano attraverso due snodi chiamati Igrod e Avgok. È in quell’area che sono rientrati i sette missili nordcoreani. Oggetti che toccano i 500 chilometri di quota rispetto ai 9-10 dei jet commerciali, «ma si tratta di tecnologia inaffidabile: nessuno ci garantisce che non si disintegreranno, rischiando di travolgere con i detriti gli Airbus e i Boeing pieni di persone», spiega il dirigente di una grande compagnia europea. Che sottolinea il capitolo, delicatissimo, dell’assicurazione in caso di disastro, ma rassicura anche: «I nordcoreani non vogliono di certo abbattere un aereo. Il 29 agosto il razzo che ha sorvolato Hokkaido è stato lanciato poco prima delle 6 del mattino dove di solito non passano voli civili». Il regime militare, però, ha smesso di seguire il protocollo ufficiale.

Fino al 2015 Pyongyang avvertiva l’International Civil Aviation Organization (Icao), l’ente Onu per l’aviazione civile, che stava per effettuare un test, dando il tempo a tutte le autorità di agire di conseguenza. Da oltre due anni questo non succede più. L’Icao è tenuta all’oscuro. E i sistemi satellitari nipponici, sudcoreani e statunitensi non avrebbero il tempo sufficiente di avvertire tutte le autorità: il razzo lanciato martedì scorso in sette minuti aveva raggiunto l’isola giapponese di Hokkaido. «Monitoriamo la situazione con attenzione e ovviamente abbiamo tutti gli strumenti per aggiustare le rotte se e quando dovesse esserci bisogno», spiega al Corriere una portavoce della compagnia aerea Finnair. Alitalia ricorda che da tempo ha modificato il percorso tenendosi il più lontano possibile dallo spazio nordcoreano. Niente allarme, insomma. Sempre che Kim Jong-un non si metta a sparare davvero in direzione Guam. Andando a intercettare le rotte degli aerei americani.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT