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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.08.2017 Siria: Hezbollah cresce e trova l'accordo con lo Stato islamico
Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 agosto 2017
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Siria, raid Usa sui miliziani Isis evacuati»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/08/2017, a pag. 14, con il titolo "Siria, raid Usa sui miliziani Isis evacuati", la cronaca di Guido Olimpio.

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Guido Olimpio

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Terroristi di Hezbollah: grazie all'asse Assad-Iran-Russia sono sempre più potenti in Siria

Non si fanno prigionieri o quasi. E non c’è tregua per i membri del Califfato anche quando fuggono con le famiglie al seguito. Il Pentagono lo ha sottolineato con uno strike aereo che ha distrutto un ponte e danneggiato una strada per bloccare un convoglio di mujaheddin diretti dal Libano in Siria. Trecento militanti, molti accompagnati da mogli e figli (in totale sarebbero circa 600 persone), si stavano muovendo a bordo di bus verso Bukamal, località siriana al confine con l’Iraq. Un trasferimento reso possibile da un accordo concluso tra Stato Islamico e l’Hezbollah, il movimento libanese filoiraniano e pro Assad. Intesa raggiunta per permettere lo svuotamento di una enclave islamista alla frontiera siro-libanese in cambio della restituzione dei resti di soldati libanesi e membri Hezbollah. Invece di combattere fino all’ultimo uomo, le due fazioni si sono messe d’accordo per lo sgombero, decisione che però ha scatenato reazioni dure dall’Iraq agli Usa. Washington e Bagdad hanno considerato pericoloso il patto in quanto i «fuggiaschi» possono rinforzare lo schieramento in un’area estremamente critica.

 

Gli estremisti hanno concentrato molti reparti nella zona di Deir Ez-Zour — teatro di una lunga battaglia — e si è anche detto che il Califfo in persona fosse nascosto in qualche rifugio nel settore di Bukamal. Mentre gli iracheni sono pronti ad un’offensiva in direzione di Qaim, nel medesimo quadrante. Allora perché favorire il nemico? Da qui i raid della coalizione che, dopo aver distrutto le vie di comunicazione, hanno colpito numerosi mezzi dell’Isis. Un intervento che potrebbe essere seguito da altri. L’episodio si inserisce in un momento in cui gli Usa stanno accrescendo toni e pressioni nei confronti dell’Hezbollah, considerato uno strumento di Teheran nella regione. Gli americani sono preoccupati che la fazione, temprata dall’esperienza bellica in Siria, possa aprire un nuovo fronte con Israele. E nelle ultime settimane sono state rilanciate le indiscrezioni su due fabbriche di missili che l’Iran starebbe realizzando in territorio siriano e libanese, materiale destinato ai guerriglieri sciiti Hezbollah. E all’Onu, l’ambasciatrice statunitense Haley preme perché i caschi blu schierati nel Libano sud (ne fa parte anche un contingente italiano) siano più aggressivi nei confronti degli alleati degli iraniani. Al solito in Medio Oriente una crisi se ne tira dietro un’altra.

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