Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - MILANO di oggi, 30/03/2017, a pag. 21, con il titolo "Charlotte Solomon, autobiografia tra pittura e teatro", la recensione di Francesca Bonazzoli.
Una mostra da non perdere.
Un'opera di Charlotte Solomon
Una ragazzina brillante che cresce in una colta famiglia ebrea di Berlino negli anni Trenta. Gli studi all'Accademia di Belle arti; gli innamoramenti; l'intenso legame con i nonni e la tragedia del suicidio della madre che porta alla scoperta di una maledizione ereditaria in una famiglia dove sono stati in troppi a togliersi la vita. Sembra l'intreccio di un romanzo di Irène Némirovsky o di Franz Werfel, e invece è la nuova mostra che da oggi al 25 giugno si può visitare a Palazzo Reale.
Un appuntamento particolare perché non si tratta solo di 278 tempere su carta, ma di un poema pittorico che presupponeva lo svolgimento anche attraverso musica e teatro. Il lavoro fu pensato come unitario dall'autrice stessa, Charlotte Salomon, che lo realizzò nel breve giro di diciotto mesi, quelli intercorsi dal suicidio della nonna alla cattura da parte della Gestapo che condurrà Charlotte a morire subito ad Auschwitz.
«Vita? O teatro?» è il titolo che la stessa 23enne pittrice diede a quest'opera per la quale produsse oltre un migliaio di fogli, poi selezionati, perché nella sua realizzazione individuò l'unica via di scampo al tragico destino di famiglia. All'inizio, colori accesi e un tratto a metà fra Gauguin e Chagall, raccontano una storia autobiografica felice, che comprende anche musiche e dialoghi come accompagnamento delle immagini. Poi i colori si fanno via via più cupi, le figure solitarie e soverchiate dalle scritte che si addensano come grida. Ma non si pensi a un diario amatoriale. Charlotte aveva terminato, revisionato e scelto tutti i fogli prima dell'arresto con precisa consapevolezza artistica. E l'esito è certamente impressionante. Curata da Bruno Pedretti, la mostra racconta con sintesi esaustiva tutta la vicenda di Charlotte anche attraverso foto e video.
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