venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.12.2016 Dove & cosa mangiare in Israele
Servizio di Alessandra Dal Monte

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 dicembre 2016
Pagina: 29
Autore: Alessandra Dal Monte
Titolo: «Israele, il cibo dell'anima»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - FOOD di oggi, 01/12/2016, a pag. 29, con il titolo "Israele, il cibo dell'anima", il servizio di Alessandra Dal Monte.

Immagine correlata
Alessandra Dal Monte

Immagine correlata
Un piatto di hummus

Ruthie Rousso - Chef e food writer Sua madre Nira era la Julia Child d'Israele, cuoca televisiva e autrice di ricette. Lei, Ruthie Rousso, ha continuato la tradizione di famiglia: chef e giornalista (scrive per il magazine At Mag e per il sito Cucina.corriere.it) è anche ambasciatrice della gastronomia israeliana nel mondo. Quando consiglia il mercato Shuk Hativka di Tel Aviv, dunque, c'è da fidarsi: «Grandi prodotti, prezzi ragionevoli, pochi turisti — assicura —. E squisiti stand per il cibo di strada: da assaggiare il kubeh, polpette di bulgur fritte e ripiene di carne, e i burekas, sfoglie salate e farcite». Ruthie non è una grande fan dei supermercati, meglio i piccoli rivenditori indipendenti come Eli Grocer, «dove i bambini si incontrano dopo la scuola per mangiare lecca lecca». Per acquistare formaggi locali e gustare un'insalata fatta in casa, invece, l'indirizzo giusto è la drogheria a gestione familiare Haim Raphael. «A pranzo andate da Hasokem, il "mago", una vera istituzione qui a Tel Aviv: i suoi falafel e la sua shawarma, la tipica carne speziata libanese, sono fenomenali». Il tripudio di sapori locali, però, arriva con la cena: «I miei tre ristoranti del cuore per assaggiare la nuova cucina israeliana, quella meticcia, contaminata dalle influenze occidentali e palestinesi, sono Ha Basta, boz Veloz e Dok. Tutti e tre gli chef propongono piatti colorati e ricchi che mettono di buonumore».

Immagine correlata

Davide Frattini - Corrispondente del «Corriere della Sera» In un cortile all'italiana come il suo nome, Beit Romano è il risultato del mix tra la cucina dello chef Eyal Shani e la musica del gruppo di deejay Teder — racconta Davide Frattini, corrispondente dal Medio Oriente per il Corriere della Sera —. Un posto particolare, a metà tra il ristorante e il locale da dopocena, che merita sicuramente una visita». Ma la chicca culinaria da non perdere è lo Ha Basta: «Un posticino in cui bisogna mettersi nelle mani dell'oste, Maoz Alonim, che serve di tutto, dal pesce crudo alle orecchie di maiale fritte. E ovviamente l'agnello, ma solo nella settimana dedicata alla cucina di Nazareth». All'Hotel Montefiore, invece, si trova uno dei banconi da bar più affascinanti di Tel Aviv: «Gli arredi ricordano la vecchia Indocina ma il palazzo è in stile Bauhaus. Aspettatevi un tocco orientale anche nei piatti». D'obbligo, secondo Frattini, anche un salto al Minzar: «Ovvero il "monastero", da oltre vent'anni aperto 24 ore su 24. Sembra una birreria, è una birreria, ma il menu ha il segno eccentrico dello chef Lior Hargil. Parlando di piatti tipici, invece, il miglior hummus, pure con i tavolini inclinati verso il porto di Jaffa, lo si trova da Abu Hassan. Una volta finiva addirittura prima delle 10, praticamente ogni mattina, mentre oggi la produzione è aumentata e se si è fortunati si riesce anche a pranzare».

Efrat Gosh - Musicista e compositrice L'Edith Piaf israeliana si chiama Efrat Gosh ed è un fenomeno musicale di 33 anni, oltre che una grande appassionata di cibo. Talmente appassionata da avere un banco di riferimento per ogni genere alimentare nel mercato di Ha Carmel, il suo preferito a Tel Aviv: «Compro le verdure da Cannella, il pesce da Mossi, e la came al Meatmarket. Poi le aringhe salate da Doiffman: se avete un po' di tempo, fermatevi ad ascoltare le sue storie. Nel mentre vi offrirà un po' di vodka». Se siete a caccia di sapori tipici israeliani Delicatessen, sempre a Tel Aviv, è il posto giusto: «Formaggi, giardiniere, conserve, olive e pane artigianale con pasta madre. Anche piatti pronti, cucinati da loro: consiglio caldamente di sceglierne alcuni e di andarli a gustare in uno dei parchi vicini con qualcuno a cui volete bene». In alternativa, da provare ci sono le delizie di M25, banchetto di street food al mercato Ha Carmel: «Le arayes, pite ripiene di carne, e lo shawarma, sono fenomenali. Come anche gli spiedini e le insalate. Da acquolina in bocca». E dopo un pieno di sapori mediorientali si può variare tipo di cucina da Taizu: dai dumpling ai piatti al curry, qui la cucina israeliana si mescola a quella dell'Asia del Sud. «Non dimenticatevi di provare i dessert: una sinfonia che mette insieme note locali, occidentali e orientali. Esperienza indimenticabile».

Immagine correlata

Hedai Offaim - Foodwriter e produttore di formaggi Da Beit Hakerem, piccolo alimentari di quartiere, a Gerusalemme, il gestore conosce tutti i clienti per nome. Per questo ci vado spesso: mi sento coccolato», racconta Hedai Offaim, foodwriter del quotidiano isrealiano Haaretz, produttore di formaggi nell'azienda agricola che gestisce con suo fratello e anche titolare, insieme alla famiglia, di una piccola gastronomia in cui vende i suoi caprini e poi le uova, l'olio e le conserve provenienti dalle fattorie dei suoi amici. Chi meglio di lui, dunque, può conoscere il luogo più adatto a scovare i prodotti tipici: «Il mercato palestinese sotto le mura di Damasco, alle porte della Città Vecchia. Qui tutto è fresco e locale», assicura. A pranzo invece vale la pena assaggiare i piatti stagionali e la carta dei vini dello chef Niro Levi al Talbiyeh. «Per la cena sono sempre indeciso tra tre posti: Chakra, Satya e Machneyuda. Dipende dall'umore. Diciamo che se devo consigliare un ristorante casalingo, tipo la vostra trattoria, scelgo Satya. Lo chef Ilan Garousi è un vero e proprio oste, che accoglie con calore i clienti e illustra con pazienza la carta. Gli altri due locali sono ugualmente buoni e informali ma forse un pelino meno casalinghi: il cibo è comunque sempre tipico, il menù è pieno di specialità locali, dalle insalate alla carne, dalla griglia al kebab».

Immagine correlata

Kobi Arieli - Giornalista, scrittore e cuoco televisivo Il suo supermercato preferito è Shufersal, proprio di fronte al Consolato americano di Gerusalemme. «È piccolo, tutti sono gentili e camminando tra gli scaffali si sente parlare in ebraico, arabo, inglese, francese, yiddish. La perfetta rappresentazione di quella che secondo me è l'anima della città». Kobi Arieli è un giornalista e scrittore ebreo ortodosso che conduce per la tv israeliana il programma «Il pasto di Shabbat». Per scoprire i sapori della città santa, secondo lui, bisogna infilarsi tra i banchi del mercato Machane Yehuda: «Spezie, frutta fresca e secca, pane, prodotti tipici come i biscotti Abadi, torrefazioni, ottimi tagli di carne e squisite insalate. Senza dimenticare i formaggi di Basher Cheeses. Questo sarà per sempre il posto in cui mi sento a casa». Ma anche un piccolo bistrot come Hadar Geula regala soddisfazioni: ottimo lo stufato e ottime le aringhe». A Tel Aviv, invece, Kobi consiglia i sandwich alle aringhe — gli piacciono, evidentemente — di Sherry's Herring, al mercato Ha Namal. E per pranzo «la miglior bistecca con le patatine fritte di tutto Israele, da L'Entrecote». Per la cena si cambia, si va in Galilea: Kobi ci fa spostare a Tiberiade, lungo le sponde del lago, dove Deck's prepara il miglior foie gras e il miglior petto d'oca del Paese. «Se lo assaggiate insieme alle banane, vi sembrerà di essere morti e già arrivati in Paradiso».

Asaf Doktor - Chef del ristorante Dok Non passa giorno senza che Asaf Doktor, chef del «Dok» di Tel Aviv — uno dei 38 migliori ristoranti israeliani secondo Eater, in cui tutto quello che si mangia e si beve è locale e i prezzi sono assolutamente ragionevoli — non metta piede al Raja Store, il piccolo supermercato che si trova dall'altra parte della strada. «Qui tutto è super fresco e raccolto a mano. Una grande esperienza d'acquisto», racconta. Poi, sempre a proposito di mercati, due volte a settimana Asaf si gira tutto l'Ha Carmel market a caccia di specialità e primizie. «Per chi non lo conosce una visita è d'obbligo». Il negozio di alimentari da non perdere, invece, secondo lui si trova in un altro mercato, il Levinski: «All'Havshush, uno degli storici rivenditori di spezie della città, potete passare le ore. Tutto quello che hanno è di altissima qualità e spulciando tra gli scaffali troverete delle chicche». Ma quando, a pranzo, arriva l'ora dello stufato è all'Azura che dovete andare: «Servono tutti i tipi di carne cotta lentamente in casseruola con tanti sapori e tanto amore. L'ambiente è trendy e allo stesso tempo accogliente: non rimarrete delusi», assicura. Infine, per una cena squisita ma informale, puntate su Brut: «Il cibo lo definirei eccitante, la lista dei vini sorprendente e il servizio decisamente amichevole e non pretenzioso».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT