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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.10.2016 Ecco, finalmente!, non solo una analisi del voto Unesco, ma un vero Manifesto !
Tutto l'onore a Rav Giuseppe Laras

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 ottobre 2016
Pagina: 29
Autore: Giuseppe Laras
Titolo: «L'Unesco e Gerusalemme, una ferita per l'umanità»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/10/2016, a pag.29, con il titolo "L'Unesco e Gerusalemme, una ferita per l'umanità", di Giuseppe Laras,
Presidente del Tribunale rabbinico Centro Nord Italia

Ecco, finalmente!, non solo una analisi del voto Unesco, ma un vero Manifesto che invita ebrei e non ebrei a mobilitarsi contro un crimine che mina l'esistenza stessa di Israele. Quale senso di ribellione riesce a comunicare, e poi scritto da un Rabbino, finalmente parole illuminanti sulla tradizionale quiescenza di fronte ad argomenti quali le " tre religioni monoteiste", al centro di tante conferenze, che non sono servite altro se non a legittimare l'islam equiparandolo a cristianesimo e ebraismo.

a destra: Rav Giuseppe Laras

Ecco il Manifesto, da diffondere il più possibile: 

Caro direttore, i nfamie e verità negate. Riguardo alle delibere Unesco e Onu sull’importanza di Gerusalemme per Ebraismo, Cristianesimo e Islam, si vorrebbe pensar bene. Invece, circa il Monte del Tempio, i nomi appaiono solo in arabo e la pregnanza spirituale riconosciuta è solo islamica. Inoltre, compaiono riferimenti unilaterali alle violenze da parte ebraica, senza menzione alcuna circa i terroristi islamici e le efferatezze di cui, da sempre, sono vittime gli israeliani. Uno sguardo, infine, ai Paesi firmatari, per lo più islamici, molti dei quali non democratici, almeno per come è inteso in Occidente tale aggettivo; Paesi in cui è sconsigliabile e pericoloso appartenere a minoranze religiose (pena sottomissione o persecuzione), essere donna o gay. La domanda è semplice: il Monte del Tempio è un sito solo islamico? Il muftì di Al-Aqsa, M. A. Hussein, sostiene addirittura che non sia mai esistito alcun Santuario sul Monte del Tempio, ma solo una moschea. Da sempre! E così, nella dichiarazione Onu-Unesco, la passata e presente memoria ebraica del Tempio scompare, nonostante Salomone, Erode, l’ebreo Gesù di Nazareth che vi pregò e i Romani che lo distrussero; nonostante migliaia di ebrei abbiano nei secoli successivi, non appena veniva concesso loro, continuato a recarvisi e a pregarvi; nonostante Karl Marx si sia lamentato per come i musulmani colà affliggessero gli ebrei; nonostante Freud, Einstein, Wiesel, Levinas, Buber e tanti altri (in teoria molto amati dagli occidentali); nonostante Shimon Peres, per cui i governanti italiani hanno versato lacrimucce. Meno male che, prima che della pace, Peres si preoccupò della sicurezza di Israele! La preghiera alla Spianata è riservata ai musulmani, che l’hanno interdetta a cristiani ed ebrei (a differenza del Muro, accessibile a chiunque). Perché alcuni ebrei potessero pregarvi, è stato necessario proteggerli con l’impiego di militari. Assieme ai check-point per contenere gli attentati e agli studi biblico-archeologici in loco, che — quale stranezza! — rinvengono reperti della storia ebraica, questi sarebbero i crimini degli israeliani controllanti il sito. E che dire del luogo (Hebron) ove sono sepolti Abramo, Isacco e Giacobbe — i Patriarchi del popolo ebraico — , definito con nomenclature solo islamiche? Dietro alla clamorosa infamia politico-ideologica perpetrata, dimora un assunto teologico che i Paesi musulmani firmatari non dichiarano: secondo la loro tradizione religiosa, Abramo avrebbe legato sul Monte Moriah Ismaele e non Isacco, e la Bibbia, alterata a loro avviso dagli ebrei, risulterebbe falsa e ogni pretesa ebraica, dunque, illegittima. La Bibbia precede di secoli il Corano e la storia ebraica e cristiana, come pure ellenistica, romana e bizantina, narra ben altri fatti, comprovati peraltro da testimonianze archeologiche e filologiche. Per il muftì, invece, c’è la moschea dall’origine del mondo! Questo è il cul de sac in cui ci troviamo: la necessità di garantire degna libertà di culto a tutti e drammatiche omissioni più chiare di mille parole, almeno per chi sa leggerle. A peggiorare le cose, ecco i Paesi europei (Italia inclusa), con la morale astensionistica (anzi anti sionistica!), con cittadini musulmani da ingraziarsi più numerosi degli ebrei, con i ricatti economici dei Paesi islamici e, prima di tutto, con un’assordante pusillanimità culturale e morale. E i cristiani europei, i rappresentanti e le forze politiche dove sono? È nobile e doveroso l’impegno per la pace (che noi ebrei condividiamo). Ne consegue che è parimenti nobile e doveroso affrontare il reale con le sue difficoltà e spigolature: tacere sulla santità e significanza del Monte del Tempio per gli ebrei, è tacerlo anche in relazione al Cristianesimo. Anzi, negando agli uni ciò, lo si nega ai secondi, facendone rovinare a terra l’edificio religioso e simbolico. Ma anche da questi pulpiti silenzi e buonismo imperante. Dissimulato marcionismo di ritorno? Devo dedurre che il dialogo ebraico-cristiano è stato ed è una farsa? La storia attesta che, quando dominata da cristiani o musulmani, Gerusalemme spesso risultò inaccessibile ai due restanti monoteismi. Pur con difficoltà e limiti, è divenuta città accogliente qualunque pellegrino (come pure chi non ha fede) solo da quando c’è lo Stato di Israele, e questo è un dato incontrovertibile. Se si può negare il riferimento specifico fondamentale e fondante del Monte del Tempio all’Ebraismo e agli ebrei, si può negare tutto, radicalmente, e cancellare, dopo la storia e le sue evidenze, gli esseri umani. Negazionismo sub utraque specie . E può accadere ovunque e non solo agli ebrei! Israele si conferma necessario e indispensabile freno a tale abominio, ed è doveroso l’appoggio dei Paesi liberi, altrimenti in contraddizione con loro stessi. Infine, se l’Italia non è riuscita a essere ferma su questo (sconfessando Spadolini e altri), mi chiedo come possa essere un credibile «agente di pace» in Medio Oriente. Da superstite della Shoah, da italiano e da ebreo, dinanzi a tale sì vile e infamante astensione, ritengo che, signori politici italiani, alle Giornate della Memoria e della cultura ebraica, dovreste starvene a casa vostra e non nausearci con discorsi melensi e ipocriti, per di più postumi, sconfessati dalle vostre stesse pratiche.

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