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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.09.2016 Paolo Di Canio via da Sky: è più grave l'ostilità a Israele della redazione
Cronaca di Guido De Carolis

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 settembre 2016
Pagina: 17
Autore: Guido De Carolis
Titolo: «Di Canio via dalla tv per il tatuaggio Dux: scoppia la polemica»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/09/2016, a pag. 17, con il titolo "Di Canio via dalla tv per il tatuaggio Dux: scoppia la polemica", la cronaca di Guido De Carolis.

Il Di Canio che ha tatuato sul braccio destro la parola "Dux" rivela semplicemente il basso contenuto del suo cervello. Prendersela con lui è fin troppo facile. Opinionista di Sky ci sembra meno responsabile dell'orientamento sempre negativo e ostile della redazione di Sky verso Israele. E' questo che deve indignarci, non il tatuaggio di una parola oggi finita nel pattume della storia. L'ostilità di Sky invece influenza milioni di telespettatori.

L'indignazione di Ed Miliband, ex segretario del partito laburista inglese, ha lasciato in eredità a Corbyn, fanatico antisemita e anti-Israele, un partito che meriterebbe di essere analizzato per la sua odiosa politica verso Israele e gli ebrei. Ma il gesto di Miliband viene ricordato come un gesto coraggioso, antifascista, mentre non era altro che una reazione facile e superficiale tendente a ripulire la coscienza di un politico che aveva tradito il suo essere ebreo in tutti i modi.

Ci auguriamo che questa nostra nota non venga presa per una difesa di Di Canio, visto che gli italiani in genere non brillano per il loro senso dell'umorismo.

Ecco l'articolo:

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Guido De Carolis

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Paolo Di Canio

La scritta «Dux» l’ha tatuata sul braccio destro anni fa. È sempre stata motivo di polemica, ma non l’ha mai nascosta. Stavolta a Paolo Di Canio, 48enne conduttore di Premier Show, il programma della domenica sul calcio inglese, è costata la collaborazione con Sky Sport. In realtà ha fatto tutto la rete televisiva, che ha dovuto subire la doppia onda dell’altra rete, quella di Internet. Sky Sport ha postato sui social network una foto: sotto il logo del canale l’ex giocatore in maglia a maniche corte, visibili i vari tatuaggi e la scritta «Dux». Il popolo del web non ha perdonato. Su Twitter e Facebook è arrivata la prima marea di commenti e insulti contro il «fascista» Di Canio.

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Il tatuaggio di Di Canio

Si è fatta sentire la comunità ebraica. Le polemiche hanno costretto Jacques Raynaud, executive vice president di Sky Sport & Sky Media, a intervenire nel corso della presentazione dei palinsesti 2016-2017, dove Di Canio era atteso ma non è mai arrivato. «Abbiamo fatto un errore. Ci scusiamo con tutti quelli di cui abbiamo urtato la sensibilità. Abbiamo deciso di sospendere la collaborazione con Di Canio». «L’espulsione» di Sky ha amplificato il caso, ripreso soprattutto dai tabloid inglesi. Di Canio ha giocato per anni in Inghilterra. Allo Sheffield Wednesday fu squalificato per 11 giornate per una spinta all’arbitro Paul Alcock, con il West Ham vinse invece il premio Fifa Fair Play con tanto di lettera di encomio per la sua sportività. Appena assunto come allenatore del Sunderland si scontrò con l’ex ministro degli Esteri inglese David Miliband che se ne andò dal board del club accusandolo: «È un fascista e un razzista, mi dimetto».

Di Canio si difese ripudiando il fascismo: «Non sono un politico, non sono razzista e non condivido l’ideologia fascista». Un cambiamento notevole. Nel 2005, quando ancora vestiva la maglia della Lazio, festeggiò la vittoria nel derby con la Roma con il saluto romano sotto la curva biancoceleste: il tatuaggio c’era già. La sospensione di Sky ha scatenato però una seconda ondata di indignazione e su Facebook in molti hanno difeso Di Canio e attaccato la rete televisiva. «All’ipocrisia tutta italiana non sfugge neanche Sky. Vergognosa la sospensione. O Sky pretendeva ipocritamente l’obbligo della camicia a manica lunga oppure lamenta che Di Canio non si sia amputato il braccio», ha sottolineato Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia. Sulla stessa linea Viviana Beccalossi di Fdi: «Onore e rispetto per chi ha anteposto il proprio pensiero alla ribalta della scena televisiva».

Per inviare la prorpia opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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