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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.09.2016 Shimon Peres in coma: una vita per Israele
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 settembre 2016
Pagina: 1
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Peres grave in ospedale. Il figlio: ci aspettano decisioni molto difficili»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA online di oggi, 14/09/2016, con il titolo "Peres grave in ospedale. Il figlio: ci aspettano decisioni molto difficili", il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini

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Shimon Peres

La firma sotto agli unici accordi di pace mai accettati dagli israeliani e dai palestinesi è la sua. La foto ricordata è quella di Yitzhak Rabin e Yasser Arafat che si stringono la mano, mentre Bill Clinton li chiude in un abbraccio e sembra li spinga al contatto. Il sigillo sotto le 23 pagine è quello di Shimon Peres, il nome scritto due volte con l'inchiostro nero, anche con le lettere ebraiche: la data è esattamente il 13 settembre di 23 anni fa. Nell'intesa di Oslo ha creduto quanto Rabin (assieme ad Arafat hanno vinto il Nobel per la pace) e nella possibilità della convivenza tra i due popoli non ha mai smesso di credere.

L'ultimo dei padri fondatori della patria, a 93 anni ha continuato a lottare con l'entusiasmo che non l'ha lasciato e che infonde in una delle sue massime preferite: «La vita dei pessimisti e degli ottimisti finisce allo stesso modo. Almeno noi ottimisti ci saremo goduti il viaggio». Fino all'ultimo. Poche ore prima di essere colpito da un ictus e di venire ricoverato d'urgenza, ha pubblicato un video sulla sua pagina Facebook per incitare gli israeliani a comprare i manufatti locali: «Che cos'è per me un prodotto azzurro e bianco, i colori della nostra bandiera? L'insalata di pomodori e cetrioli come la facciamo noi, la frutta dei campi, le nostre start up tecnologiche. Tutto questo mi rende orgoglioso».

Adesso il figlio Hemi ammette dall'ospedale di Tel Aviv, dove Peres è in coma indotto, «ci aspettano decisioni difficili, sono ore terribili per la famiglia». Le invenzioni e la scienza applicata lo hanno incuriosito fin da quando sessant'anni fa il primo ministro David Ben-Gurion gli affidò il programma atomico israeliano. Che decollò quando i francesi accettarono di contribuire alla costruzione della centrale di Dimona. Così raccontano i dossier declassificati dell'intelligence internazionale e qualche libro di storia. Così non ha mai potuto raccontare Peres. In oltre mezzo secolo ha sempre rispettato la formula che utilizzò per rispondere a una domanda di John Fitzgerald Kennedy: «Israele non sarà la prima a introdurre armi atomiche in Medio Oriente». Si è limitato a un accenno nel libro di memorie Una battaglia per la pace: «Il contributo durante quel periodo drammatico — scrive degli anni attorno alla Guerra dei Sei giorni — è qualcosa di cui ancora non posso parlare apertamente per ragioni di sicurezza di Stato. Dopo che Dayan divenne ministro della Difesa, gli proposi un progetto che... avrebbe intimorito gli arabi ed evitato il conflitto».

Quando otto mesi fa era stato colpito da un attacco cardiaco, i medici personali avevano rivelato la sua dieta quotidiana: mezzo bicchiere di succo di limone al mattino, molto tè, verdura e formaggi freschi. Un menu da kibbutz (leader laburista, ha vissuto in una comunità collettiva e ne ha fondata un'altra) che ha sempre seguito. Anche quando è stato eletto presidente — l'ennesima carica, dalla nascita di Israele nel 1948 sono state una cinquantina — e si è trasferito fino al 2014 nella residenza di Gerusalemme. Nei sette anni da capo dello Stato ha avuto il compito di rilanciare un titolo (peraltro con valore soprattutto onorifico) che gli israeliani non riconoscevano più dopo che il predecessore Moshe Katsav si era dimesso — ed è stato condannato — per le accuse di molestie e violenza sessuale. Attraverso i congressi organizzati dalla sua fondazione — palazzo ipermoderno con vista sul Mediterraneo — ha diffuso l'ideologia che non ha mai abbandonato: la globalizzazione può portare l'armonia in tutto il pianeta. Con lo sport come ambasciatore: da novantenne ha voluto tirare il calcio d'inizio dell'allenamento del Barcellona a Tel Aviv.

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