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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.01.2024 L’Iran blocca il Mar Rosso. La crisi del Medio Oriente si estende
Analisi di Antonio Donno

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 gennaio 2024
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: «L’Iran blocca il Mar Rosso. La crisi del Medio Oriente si estende»

L’Iran blocca il Mar Rosso. La crisi del Medio Oriente si estende
Analisi di Antonio Donno


Russia, Cina e Iran sempre più unite contro gli USA e una imbelle Europa

L’Iran blocca il Mar Rosso. La crisi del Medio Oriente si estende Lo Stretto di Bab el-Mandeb, che congiunge il Mare Arabico al Mar Rosso, è uno dei passaggi fondamentali a livello marittimo per le petroliere e le altre navi da carico che trasportano merci verso il Mar Mediterraneo, cioè verso l’Europa. Oggi, l’Iran ha dato via libera ai terroristi Houthi di stanza nello Yemen – un Paese di fatto privo di personalità politica nel sistema politico globale – di colpire le navi che attraversano lo Stretto e si inseriscono nel Mar Rosso e poi nel Golfo di Aqaba, verso il porto israeliano di Eilat, e che riforniscono Israele. Ma l’attacco degli Houthi colpisce indiscriminatamente navi di qualsiasi Paese, ritenute più o meno fondatamente fornitrici di merci per lo Stato ebraico. La scelta dell’Iran è dettata dalla situazione che si è creata nella Striscia di Gaza e più a nord ai confini tra Israele e Libano, una situazione che si fa sempre più negativa per i progetti di Teheran. Per l’Iran, dunque, gli Houthi rappresentano una risorsa importante nella lotta contro Israele e i Paesi Occidentali. Infatti, sia ai confini settentrionali di Israele, sia nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano è in grado di infliggere gravi perdite agli Hezbollah e a Hamas, in quest’ultimo caso con ogni attuale evidenza. Gli Stati Uniti, nonostante il contrasto con Israele sul numero delle perdite civili arabe nella Striscia, non possono mollare la loro presenza navale nel Mar Rosso e nel Mediterraneo Orientale, in funzione di ammonimento nei confronti dell’Iran. Per questo motivo, Teheran non può permettersi di compiere alcun passo contro Israele, il quale, perciò, è in grado di fronteggiare con successo, sia a nord che a sud, le formazioni terroristiche sostenute dall’Iran. Diversa è la situazione nella parte meridionale del Mar Rosso, dove gli Houthi attaccano quotidianamente le navi che attraversano il Bab el-Mandeb. La risposta anglo-americana è massiccia e infligge gravi perdite agli Houthi. Tuttavia, è impossibile prevedere quando il Mar Rosso sarà liberato dalla minaccia terroristica, mentre il commercio navale internazionale è in grave difficoltà. Perciò, l’eliminazione degli Houthi ha un’urgenza straordinaria per tutti i Paesi europei, e non solo, per evitare che l’inflazione colpisca l’economia mondiale. L’intervento militare anglo-americano dovrà necessariamente intensificarsi e la stessa Arabia Saudita non potrà esimersi dal contribuire, nei modi che saranno più opportuni, alla libera navigazione internazionale nel Mar Rosso. Gli Stati Uniti, dunque, sono direttamente implicati in una situazione mediorientale che si fa sempre più complicata. Inoltre, se si esclude la Gran Bretagna, che non fa parte dell’Unione Europea, quest’ultima, nonostante i gravissimi danni economici che derivano e deriveranno da ciò che sta accadendo nel Mar Rosso, mantiene una posizione di attesa, per non dire di passività. La sua inconsistenza politica negli affari internazionali è un grave peso per l’Occidente, in considerazione della crescente espansione politica della Russia e soprattutto della Cina. Gli Stati Uniti dovranno assumere un fardello sempre più pesante nella complessità politica globale e le vicende attuali nel Medio Oriente lo stanno a dimostrare. Nel caso del Mar Rosso possono contare soltanto sulla Gran Bretagna. Il fronte occidentale è frantumato. Russia e Cina vedono nella debolezza europea un fattore di possibile incremento delle loro posizioni in Europa. Il caso dell’Ucraina lo sta a dimostrare. Se gli Stati Uniti dovessero bloccare i propri aiuti a Kyev, come i repubblicani vogliono, la strada sarebbe aperta a Mosca per la conquista dell’intera Ucraina. Washington dovrebbe assumere un atteggiamento di critica nei confronti degli Stati democratici europei e sollecitarli a un’unità d’azione politica in grado di frenare l’avanzata russo-cinese ai danni delle democrazie occidentali. Purtroppo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, i Paesi europei non si sono sentiti più in pericolo e nel tempo si sono allontanati dagli Stati Uniti, la potenza che alla fine della seconda guerra mondiale ha garantito la difesa dell’Europa occidentale dalle mire del comunismo sovietico. Allo stato attuale, il caso del Medio Oriente, dove l’Unione Europea è assente, è l’esempio di una situazione critica.

Antonio Donno
Antonio Donno


takinut3@gmail.com

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