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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.11.2017 Rafael Erdreich: 'Vi racconto perché l'economia israeliana fiorisce. E non ci spaventa il boicottaggio'
Intervista di Vanna Pescatori

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 novembre 2017
Pagina: 1
Autore: Vanna Pescatori
Titolo: «Rafael Erdreich: 'Vi racconto perché l'economia israeliana fiorisce. E non ci spaventa il boicottaggio'»

Rafael Erdreich: 'Vi racconto perché l'economia israeliana fiorisce. E non ci spaventa il boicottaggio'
Intervista di
Vanna Pescatori

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Rafael Erdreich

Rafael Erdreich, Ministro-Consigliere per gli Affari Pubblici e Politici all'Ambasciata di Israele in Italia, è intervenuto mercoledì, alla celebrazione dei 25 anni della costituzione dell’associazione Italia-Israele di Cuneo. Erdreich, prima della cerimonia, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sulla realtà dello Stato ebraico.

Qual è oggi, dott. Erdreich, la componente più importante dell’economia israeliana? ‘’Sicuramente l’innovazione, in Israele ci sono circa 7 mila start up. Mentre nel vostro paese riguardano per lo più i servizi, da noi sono tecnologiche. Ogni anno si creano 1000 start up, molte a Tel Aviv, ma ora anche a Gerusalemme’’.

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Da che cosa dipende questa crescita così vivace? ‘’Da diversi fattori. Sicuramente dalla possibilità di disporre di venture capital per 6 miliardi di euro. All’inizio le start up erano sostenute dal governo, ma ora il sistema può andare avanti da solo. Un altro fattore è il ruolo delle università e del mondo accademico e anche il fatto che Israele è un piccolo Stato, grande quasi quanto la Toscana e con un’economia pari alla Lombardia. La vicinanza permette di bussare alle porte: hai meno di un minuto per descrivere la tua start up, ma se è buona, trovi capitali’’.

Che ruolo hanno i ‘’cervelli’’? ‘’Israele è una terra di migranti e sono stati i migranti a permettere lo sviluppo degli Stati Uniti. Negli anni Novanta, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, da noi sono arrivati scienziati, ingegneri che hanno dato un grande contributo. E’ successo un po’ quello che era avvenuto per la Technion di Haifa. L’istituto di ricerca tecnologica all’inizio è stato messo in piedi da scienziati tedeschi al punto che si domandavano se tenere le lezioni in lingua tedesca o in ebraico’’.

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In Italia c’è la fuga dei cervelli. Da voi questo non accade? ‘’Accade anche in Israele, ma con una differenza. Quelli che vanno via, ad esempio negli Usa, creano ponti con le nostre università. Questo, invece, da quanto mi hanno detto, non accade in Italia’’.

Un altro campo che potrebbe essere interessante per scambi con l’Italia, è l’agricoltura. Abbiamo appena avuto un lungo periodo di siccità. Israele è abituato ad affrontarla. ‘’Per noi l’acqua è importantissima, anche perché la popolazione cresce del 2 per cento all’anno e l’acqua è una risorsa fondamentale per vivere in una regione arida. Noi abbiamo una perdita bassissima dalle tubature e soprattutto ricicliamo l’acqua per l’85 per cento: le acque nere vengono riciclate per l’agricoltura e prendiamo acqua dal Mediterraneo. Riusciamo anche a darne alla Giordania e ai territori palestinesi’’.

Come vive oggi Israele il boicottaggio? ‘’Il boicottaggio in sé, dal punto di vista del mercato, non fa molti danni, quello che ci disturba di più è il fattore immagine. Il BDS è nato a Ramallah come lotta contro lo Stato ebraico, da chi punta a distruggerci. Lo stesso accade quando l’Onu sanzione Israele per i diritti umani: Israele è il Paese che ha avuto più sanzioni. Questo perché la componente anti israeliana è numericamente forte. Anche le risoluzioni dell’Unesco nascono così, ma adesso il presidente Trump vuole porre fine a questo e se gli Usa escono dall’Unesco, l’organizzazione che dovrebbe occuparsi di cultura, ma non lo fa, perderebbe una gran parte di fondi. E ‘ un atteggiamento di chi si definisce antisionista, in realtà è antisemitismo chiamato con una parola più moderna’’.

Vanna Pescatori


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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