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Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.07.2017 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 2 all'8 agosto 2017

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 luglio 2017
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti»

IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 2 all'8 agosto 2017

“80 paesi un solo cuore” comincio così da Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele questo mio IC7. Nella settimana appena conclusa si è svolta giovedì sera al Teddy Stadium la cerimonia di apertura dei Giochi della XX Maccabiah - http://www.maccabiah.com/2017 - la più grande di sempre, alla presenza delle più alte cariche dello Stato d’Israele e di prestigiosissimi ospiti stranieri. Oltre 80 paesi e 12.000 atleti ne fanno la terza manifestazione al mondo in ordine di grandezza, una manifestazione molto sentita e apprezzata.

Sono trascorsi 150 anni dal secondo congresso mondiale sionista in cui è stato fondato il Maccabi, poco dopo a Costantinopoli è nato il primo circolo sportivo in risposta ai club locali che non permettevano agli ebrei di iscriversi. Alla prima Maccabiade nel 1929 presero parte 390 atleti in rappresentanza di 18 paesi: le gare di atletica si svolsero sulla spiaggia di Jaffa, quelle di nuoto al porto di Haifa. La seconda Maccabiade del 1935 permise l’immigrazione in Palestina di molti partecipanti. Yair Hamburger Presidente del Maccabi mondiale in questi giorni non riesce a trattenere l’emozione con un grande sorriso racconta la sua storia: “sono vivo grazie la Maccabi, la mia famiglia vive felice in Israele grazie al Maccabi, abbiamo un futuro di grazie al Maccabi”. Il padre e la zia furono tra gli atleti che compresero il pericolo dell’avvento del nazismo in Germania e decisero di scappare dalle persecuzioni. Molti sono stati i momenti emozionanti di questi giorni.

Mercoledì sera nella splendida cornice della Torre di Davide la Jerusalem Foudation ha celebrato i suoi primi cinquant’anni di vita e la XX Maccabiah: uno spettacolo di musica e luci affascinante e significativo. Il viaggio della torcia, accesa sei mesi fa alla tomba dei Maccabei a Modi’in, si è concluso allo Stadio di Gerusalemme con una straordinaria serata inaugurale dopo che la mattina di giovedì al porto di Tel Aviv si è svolta una suggestiva commemorazione nel luogo avvenne la cerimonia di apertura dei primi Giochi.

Un gruppo di motociclisti ha accompagnato la fiamma dall’Europa a Israele attraversando Grecia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, tra loro Joe Gottdenker, sopravvissuto alla Shoah che ha voluto ripercorrere la lunga strada che aveva significato per lui e per la sua famiglia la salvezza. Davanti ad oltre cinquantamila spettatori sono sfilate le squadre degli 80 paesi di cui 38 europei con oltre 2.000 atleti, di grande impatto emotivo come di consueto l’ingresso di Israele con i suoi 2.600 rappresentanti, seguita dai 1.200 degli Stati Uniti, dall’Australia, per giungere alle piccole ma significative presenze di India, Isole Cayman e Cina.

Il Presidente dello Stato d’Israele Rivlin, il Primo Ministro Netanyahu e il Sindaco di Gerusalemme Barkat hanno parlato con il cuore ad atleti e pubblico, anche i saluti proiettati sui megaschermi dei Presidenti di Canada, Argentina e Germania, e del Primo Ministro inglese Theresa May sono stati accolti con entusiasmo. Particolarmente toccante è stato l’Izchor, del ricordo degli 11 membri della squadra d’Israele uccisi da Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco 1972 letto dai genitori di un giovane atleta della nazionale israeliana di pallanuoto ucciso durante l’Operazione margine protettivo. Applauditissimo è stato il giro d’onore del Maccabi Italia presieduto da Vittorio Pavoncello e guidato da Roberto Di Porto e Angelo Della Rocca. L’entrata del Sabato è stata celebrata in tutti gli alberghi in cui sono ospitati gli atleti, a ognuno di loro è stato donato il Siddur, il libro di preghiere, della Maccabiah. Vittorio Pavoncello, prima della partenza dall’Italia, ha ben sintetizzato lo spirito della spedizione azzurra: “ogni volta, diventa sempre più difficile.

Partecipare ai Giochi Maccabi, siano essi la Maccabiah o i Giochi continentali, ha il sapore di una sfida impossibile, non solo da accettare, ma da vincere. Anche quest'anno il miracolo si è ripetuto, quella quota di partecipazione che sembrava inarrivabile è stata agganciata, amici generosi, una squadra collaudata e vincente, si, anche stavolta saremo in Israele a rappresentare il mondo sportivo ebraico italiano, ma quanta fatica!

Quando da Israele chiedevano quasi 4000$ a persona per partecipare, più l'aereo, più le divise da gioco, più le uniformi, più i campi di allenamento, nessuno di noi, osava sperare di partecipare. Poi le riunioni fiume, qui in Italia, in Israele, con i rappresentanti Maccabi. Sì, stavolta pensavamo di non farcela. Noi, unica nazione al mondo a non avere il sostegno della politica e dello Sport italiano. Ma partiremo, saremo in Israele! Una cinquantina di persone, un piccolo gruppo, ma decisamente combattivo. Daremo tutto noi stessi, nel rispetto dei nostri valori e della nostra storia. Come chi ci ha preceduti ci ha insegnato, come Marco Efrati che pochi giorni fa ha celebrato le nozze di diamante in Sinagoga a Roma, quando insieme a Lello Calò, con un furgoncino, portava i piccoli maccabisti, alle loro prime partite negli oratori. Una squadra di Futsal U16 che ha la grande responsabilità di bissare il terzo posto di 4 anni fa. Una squadra di calcio giovanile che sta prendendo forma, giorno dopo giorno. L'inossidabile Manuela Ascoli, nostra ultima medaglia d'oro, nel Triathlon. E ancora nuoto, scherma. Nella città dello Sport a Haifa, i nostri ragazzi si incontreranno con altri ragazzi da oltre 80 Paesi diversi, culture diverse, ma un solo cuore: quello ebraico. Perché questo è il Maccabi, questo vuole trasmettere, valori, identità, appartenenza al Popolo di Israele. A noi, organizzatori e dirigenti, spetta il compito di trasmettere ai ragazzi questo straordinario patrimonio di valori, una risorsa fondamentale per loro stessi, ma anche per il futuro dell'ebraismo italiano. La trasmissione di un'identità ebraica sana e consapevole passa, infatti, anche inevitabilmente dallo sport, dalla sua capacità di coinvolgere ed emozionare, consapevoli che questi ragazzi saranno fratelli per tutta la loro vita. In questa direzione il Maccabi Italia è proiettato, con iniziative che possano rafforzare questo legame, siamo presenti laddove si manifesti un'ingiustizia, siamo presenti nel portare il nostro contributo a chi ne abbia bisogno, a razzismo. Siamo attivi nella solidarietà, con i bambini bisognosi e malati, non solo in Italia, conosciuti e riconosciuti con grande stima in ogni settore. Da qualche tempo abbiamo riavviato, grazie alla Presidente Noemi Di Segni, un rapporto di collaborazione, ci siamo guardati con occhi liberi da pregiudizi, ci siamo conosciuti meglio, qualcosa nel futuro cambierà, sarà per noi molto importante contare su di una Istituzione ebraica che ci sostenga. Questo è il Maccabi. Un modello di vita io non sono mai "Il Presidente", amico e fratello di ognuno di noi, che appartiene alla grande famiglia Maccabi. E questo è quello che vogliamo insegnare ai nostri figli.”

A Vittorio Pavoncello, Roberto Di Porto, Angelo Della Rocca, Claudio Pavoncello e a tutti i volontari che hanno reso possibile la partecipazione italiana alla XX Maccabiah grazie, dal profondo del cuore, per il loro infaticabile e straordinario impegno, beazlachà ai nostri atleti.


Claudia De Benedetti Presidente Agenzia Ebraica – Sochnut Italia


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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