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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.05.2017 Le imminenti elezioni inglesi: gli ebrei e Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 maggio 2017
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Le imminenti elezioni inglesi: gli ebrei e Israele»

Le imminenti elezioni inglesi: gli ebrei e Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Una scritta antisemita in Inghilterra

L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, i problemi causati dall’immigrazione e il Servizio Sanitario nazionale saranno i temi chiave delle prossime elezioni generali che si terranno l’8 giugno in Gran Bretagna. Tra questi aspetti, quello che più coinvolge gli ebrei è l’immigrazione. Il Primo Ministro conservatore Theresa May giudica sostenibile una immigrazione di una decina di migliaia, molto al di sotto di quella che è stata finora. Una scelta che influenzerà l’attuale politica non selettiva dai paesi musulmani, dove la maggioranza delle popolazioni, o comunque una percentuale rilevante, è antisemita. Secondo la logica Israele e gli ebrei non dovrebbero essere un argomento elettorale, ma quando di mezzo c’è l’antisemitismo le cose cambiano e molto. All’inizio della campagna elettorale il Partito Liberaldemocratico sospese Ashk Ahmed, candidato a Luton, del quale vennero diffuse dichiarazioni in passato fortemente antisemite.

Nel Partito Laburista da più di un anno è in corso un animato dibattito sull’antisemitismo all’interno del partito. Anche quando sembra esaurirsi, poi riemerge. Attualmente è sotto accusa l’ex sindaco di Londra Ken Livingston che continua a paragonare il sionismo al nazismo. In Inghilterra, i 270.000 ebrei rappresentano l’ 0.4% della popolazione, per cui il voto ebraico avrà poca influenza se non in alcuni seggi elettorali. I membri del Parlamento di queste aree è probabile che verranno ripresentati, in quanto pro-ebrei e pro-Israele e rieletti, a meno non intervengano inaspettati spostamenti di voti. La rielezione di parlamentari ebrei è un altro tema. Nell’anno passato, alcuni deputati laburisti ebrei sono stati coperti di insulti via e-mail particolarmente odiosi.

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Luciana Berger ne ha ricevute migliaia. In alcune veniva minacciata di stupro o di essere uccisa, per il solo fatto di avere criticato il rifiuto del Partito Laburista di condannare l’antisemittismo. Un’altra parlamentare ebrea, Ruth Smeeth, ha ricevuto 25.000 messaggi anonimi. Si è scoperto che il movimento di sinistra ‘Momentum’ ha cercato di reclutare estremisti musulmani per impedire la ricandidatura della laburista ebrea Louise Ellman. Nell’arco di tempo fino alle elezioni, il Partito Laburista ha deciso che gli attuali parlamentari possono comportarsi come vogliono, in modo che le sezioni locali del partito non possano avere nessun ruolo nelle ricandidature. I sondaggi prevedono decine di seggi in meno ai laburisti, fra i quali sicuramente i deputati ebrei ma anche fra i candidati amici di Israele. Nell’ultima legislatura un deputato ebreo era il più scatenato contro Israele, il veterano Gerald Kaufmann. È deceduto lo scorso febbraio. Se l’antisemitismo viene usato specialmente contro i candidati ebrei, alcuni esperti sostengono che ne faciliterà l’elezione, in quanto appariranno come vittime.

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Un altro aspetto interessante da una prospettiva ebraica è ciò che succederà nelle aree con vasta popolazione musulmana, visto che in Inghilterra sono più di 3 milioni. Nelle elezioni del 2015 la Henry Jackson Society aveva analizzato il voto islamico, affermando che potrà decidere l’esito in un quarto dei collegi elettorali. Alcuni candidati potrebbero usare tematiche anti-Israele e propagandare il riconoscimento della Palestina nella campagna elettorale, anche se non aveva destato interesse nelle precedenti elezioni. Dall’altro lato, i musulmani possono tranquillamente far sapere ai candidati ciò che si aspettano da loro. Dove c’è una vasta popolazione islamica, i candidati sanno benissimo quali tasti toccare. Il ‘Board of Deputies’, l’organo dell’ebraismo inglese, ha di recente aggiornato il proprio ‘Jewish Manifesto’, un documento che presenta i temi che governo e parlamentari consultano per conoscere e mettere all’ordine del giorno le richieste del Board. Dieci temi occupano le 44 pagine del documento. Il primo consiste nell’opporsi a “estremismi e crimini basati sull’odio, incluso antisemitismo, islamofobia e altre forme di odio”.

Va ricordato che la Gran Bretagna è l’unico paese che ha adottato per scopi interni la definizione di antisemitismo coniata dalla “Alleanza Internazionale per il Ricordo della Shoah”. Non esiste invece nessuna definizione accettata per islamofobia, un termine spesso abusato per includere ogni tipo di critica all’islam e ai musulmani, inclusi i problematici comportamenti e attitudini di una notevole parte delle popolazioni musulmane. Il secondo punto del documento è “ promuovere buone relazioni, comprensione e cooperazione fra tutte le comunità in Inghilterra”. Va ricordato qui che lo scorso anno, la ‘Campagna contro l’Antisemitismo’ pubblicò un documento la cui conclusione era “da ogni punto di vista, i musulmani inglesi era al di fuori di ogni dubbio la categoria di inglesi ad avere profondi atteggiamenti antisemiti”.

Un altro punto si riferiva alla difesa del diritto a vivere una vita ebraica, incluso il cibo kasher, abiti per religiosi, circoncisione e orari i lavoro rispettosi dello shabbat e altre festività religiose. In altre parti includevano le iniziative per ricordare e capire la Shoah, come affrontare e favorire una soluzione del conflitto israelo-palestinese, promuovere l’unità delle comunità e lottare contro chi vuole creare divisioni, affermare l’importanza della fede, sostenere cultura, religiosità fra i giovani e i servizi sociali, per un futuro giusto e sostenibile, con una cura particolare di quanto ci è stato tramandato. Rimane da vedere se il Jewish Manifesto troverà uso e pubblicità fra i candidati, in ogni caso sarà di aiuto per gli ebrei in tutti paesi.

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Manfred Gerstenfeld è "Emeritus Chairman of the Jerusalem Center for Public Affairs"
Ha ricevuto il "Lifetime Achievement Award by the Journal for the Study of Antisemitism" e l' " International Leadership Award" dal Simon Wiesenthal Center.
Collabora regolarmente a Informazione Corretta.
.E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte, recensita alla pagina http://jcpa.org/book/the-war-of-a-million-cuts-the-struggle-against-the-delegitimization-of-israel-and-the-jews-and-the-growth-of-new-anti-semitism


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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