Gent.ma Sig.ra Fait, Ho letto con molto interesse l’articolo sul Mossad. A proposito mi viene in mente un episodio avvenuto a me una ventina di anni fa. A quell’epoca, già sessantenne, operavo in un centro di accoglienza dei frati francescani di Milano. Allora da noi venivano molti italiani (alcuni piú o meno lavativi o carogne, molti dei buoni diavoli, anche se un po’ casinisti, ma tutto sommato abbastanza gestibili), molti stranieri, perlopiù provenienti dall’Est Europeo (era appena crollato il “Muro” di Berlino), ma moltissimi dal mondo arabo. Naturalmente, se veniva un volto nuovo, dovevamo subito prenderne nome e cognome, età, tipo di richieste, ecc. ecc. ecc. Un giorno giunse un ragazzo che non aveva documenti; disse di chiamarsi Alí al-Moussa (nome di fantasia) e di essere proveniente dalla Tunisia. Voleva una giubba e dei calzoni invernali (effettivamente si era in dicembre) nonché dei buoni pasto. Dato il nome, gli chiesi se fosse musulmano, perché noi avremmo preso nota delle regole alimentari della sua religione. Ok. Dopo tre settimane arrivò di nuovo con un altro nome (Moustafà al-Kamel – altro nome di fantasia) e disse di essere proveniente dalla Palestina. Gli risposi:
- Ma se tre settimane fa mi dicesti di chiamarti Alí al-Moussa e di essere tunisino, come mai ora vieni con un altro nome e dici di essere palestinese?
Quello si mise a sbraitare come un ossesso e ci insultò pesantemente chiamandoci “agenti segreti del Mossad”. Questa volta mi inalberai anch’io e risposi:
1. A dirci “agenti segreti del Mossad”, non so gli altri miei compagni di servizio, ma io personalmente me ne facevo un punto d’onore, anche se purtroppo sapevo ciò non corrispondere a verità;
2. Che comunque i casi erano tre: o erano autentiche le sue generalità di tre settimane prima e quindi le sue ora erano fasulle; o erano autentiche quelle di ora e allora erano fasulle quelle di tre settimane prima, oppure (tertium datur) le sue vere generalità erano altre e questa volta e la volta precedente ci aveva raccontato delle solenni fandonie (stavo per aggiungere “come soltanto voi arabi sapete fare”, ma chissà perché, forse per un eccesso di diplomazia o per evitare polemiche, la frase mi morí in bocca). Una ragazza che era di turno con me quel giorno mi chiese perché mi fossi inalberato in quel modo e che cosa fosse questa cosa di cui il tipo ci aveva accusato di essere agenti segreti. Risposi che era il servizio segreto di Israele. Questa mi guardò con occhi sgranati:
- E tu ti vanteresti di essere….?
- Meglio agenti segreti o non del Mossad che schiavi degli arabi.
Da allora ruppi con il servizio accoglienza. Da allora infatti, per aiutare degli italiani, gente di casa nostra, si era giunti al punto di dover chiedere il permesso ai signori musulmani. Ora per fortuna le cose pare stiano cambiando: ed era ora! Scusi lo sfogo. Shalom.

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

Gentile Mario,

Purtroppo il pregiudizio nei confronti di Israele (in questo caso il Mossad) non è solo dei musulmani, la giovane che lavorava con lei ne è la dimostrazione. L'odio contro gli ebrei è oggi, con i tanti musulmani che vivono in Europa, un mix tra l'antico antisemitismo del vecchio continente nato dall'antigiudaismo cristiano e nutrito oggi dall'antisionismo e l'ideologia islamica antiebraica dall'epoca di Maometto. Lei dice che oggi i tempi sono cambiati? Purtroppo io non ho questa impressione, anzi , credo che Eurabia si stia rapidamente sviluppando. Forse qualcuno ha aperto gli occhi ma troppo poco e troppo tardi.

Un cordiale Shalom