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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Julij Borissovic Margolin, 1951 Resoconto da Parigi 17/02/2014

1951 Resoconto da Parigi                   Julij Borissovic Margolin
Traduzione di Augusto Fonseca
Delta Edit                                                         euro 20,00

La collana Memento della casa editrice Delta Edit prosegue il percorso già avviato con la collana Slavica e si arricchisce di una nuova pubblicazione che i lettori italiani possono apprezzare nella splendida versione di Augusto Fonseca, lettore di lunga esperienza presso le università dei paesi Slavi.
Con questa raccolta di articoli Fonseca ci fa conoscere una figura di scrittore e pensatore  del tutto sconosciuta in Italia e attraverso i suoi scritti ci avvicina alla drammatica esperienza vissuta da Margolin nel mondo concentrazionario dell’Urss.
Ebreo di formazione linguistica e culturale russa, nato a Pinsk nel 1900, Margolin è un fervente sionista oltre che giornalista e pubblicista a Lodz in Polonia. Nel giugno del 1940 viene arrestato e rinchiuso nei campi di concentramento sovietici per cinque anni. Nella primavera del 1946 grazie ad un’amnistia riesce a tornare prima in Europa e successivamente in Palestina, nella sua casa di Tel Aviv.
Testimoniare quella drammatica esperienza diventa per Margolin un dovere morale, non solo perché il mondo prenda coscienza di una realtà inimmaginabile, ma anche perché tutte le coscienze libere e gli organismi internazionali attivi per i diritti dell’uomo facciano pressione per farla cessare in maniera definitiva.
Convinto sionista e, come Vladimir Zabotinski - alla cui organizzazione politica il Bejtar aveva aderito negli anni giovanili - instancabile promotore del ritorno di tutti gli ebrei in Erez Israel, Margolin non troverà nella terra dei padri appoggio e solidarietà dinanzi alla sua esperienza concentrazionaria e neppure una condivisione nella battaglia per liberare alcuni  ebrei rinchiusi nei campi di concentramento, fra i quali il medico Berger che gli aveva salvato la vita.
L’esistenza di Margolin, una vera odissea, è narrata in modo magistrale in queste pagine dalle quali emerge la figura di un uomo di grande impegno morale, civile e patriottico che ha affrontato gli anni di reclusione con dignità e ne è uscito con la ferrea volontà di metterne a parte l’umanità intera. A questo scopo si è dedicato alla monumentale opera del “Viaggio nel paese degli erre-cì”, una narrazione intensa e sofferta di cui il lettore può apprezzare alcune pagine scelte al termine del volume.
Il saggio che si apre con una “dichiarazione a titolo personale” in merito all’episodio della nave “Altalena” , non condivisibile sotto il profilo storico da parte di chi scrive, è arricchito da capitoli di valore storico e documentale come “Il resoconto da Parigi” nel quale descrive la sua testimonianza al processo di David Rousset contro la rivista comunista Les letteres francaises del 1951, le riflessioni sulla differenza fra lager nazisti e gulag sovietici, gli accorati appelli agli ex internati nei campi di concentramento sovietici e il discorso al comitato promotore per l’associazione degli ex internati.
A questo si aggiungono pagine intense e struggenti che raccontano, con prosa aulica, il suo viaggio sulla nave Heliopolis  che nel 1946 lo riportò in Palestina.
Il nuovo saggio che Augusto Fonseca ci consegna, confermando il suo ruolo imprescindibile di mediatore linguistico e culturale, è un’opera che, avvalendosi di un linguaggio chiaro e privo di orpelli letterari, si centellina per la mole di informazioni e documenti che offre al lettore.
La lettura degli articoli di Margolin consente inoltre di acquisire un quadro più ampio della Storia dei gulag sovietici attraverso la figura di un intellettuale il cui impegno incessante per il raggiungimento degli obiettivi nei quali credeva ne ha fatto un esempio di grande coerenza morale e civile.
Un’opera che si legge con rispetto e devozione.

Giorgia Greco


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