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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Dror A. Mishani, Un caso di scomparsa 16/09/2013

Un caso di scomparsa                              Dror A. Mishani
Traduzione di Elena Loewenthal
Guanda                                                           Euro 18

Se volete sapere perché gli israeliani non scrivono romanzi polizieschi, dovete andare sul sito di Haaretz, che è più o meno l'equivalente del Corrierone in Israele, e, sganciando un dollaro, leggerete un'intervista a Dror A. Mishani che forse lo spiega. Diciamo forse perché noi al Giornale il dollaro non l'abbiamo mica sganciato. Sapete com'è, la congiuntura, la spending review, i rami d'azienda da tagliare... Abbiamo quindi preferito leggere, sempre a firma di Dror A. Mishani, e soprattutto gratis, visto che l'editore ce ne ha fatto pervenire una copia come gentile omaggio, un romanzo poliziesco. Il suo primo romanzo poliziesco in cui fatalità vuole che il personaggio centrale, più centrale dell'investigatore stesso, già banalmente ribattezzato «il Montalbano di Tel Aviv», è uno che vuole uscire dall'anonimato proprio con una specie di romanzo magari non del tutto «giallo», ma sicuramente giallastro, in quanto tutto ruota, sia nella sua fantasia malata, sia nella realtà, intorno alla sparizione di un ragazzino.
Quella testa di felafel di Zeev Avni, di professione insegnante, il sedicenne Ofer, il missing in questione, lo conosce bene. È suo vicino di casa e gli ha dato per qualche mese lezioni private d'inglese. Quando Ofer svanisce nel nulla, incomincia Un caso di scomparsa (Guanda, pagg. 304, euro 15,30; traduzione di Elena Löwenthal). Avraham Avraham, lo sfigato poliziotto sui quarant'anni chiamato a indagare, si barcamena fra una mamma apprensiva (le mamme ebree sono sempre apprensive e possessive, Woody Allen docet), un padre che sta riprendendosi da un ictus, un collega sbruffone e una capa un po' troppo materna a sua volta. Così, visto che i giorni passano e non si cava un ragno dal buco, il professor Avni, l'aspirante scrittore, decide di scendere in campo a modo suo con una drammatica telefonata e con alcune lettere ancor più drammatiche a firma dello studentello. Per la testa di felafel è quasi un gioco, per tutti gli altri, a partire dalla famiglia di Ofer, è ovviamente un grosso guaio.
Avraham Avraham, Avi per gli amici, bruciando un pacchetto di sigarette dietro l'altro, brancola nel classico buio. L'unico raggio di sole sul cuore va a prenderlo, pensate un po', nella grigia Bruxelles dove si reca di malavoglia per restituire la visita di aggiornamento professionale a un collega. Il raggio di sole è la fidanzata del fratello del pulotto belga. Se son rose, fioriranno. Intanto appassisce la malcapitata famiglia Sharabi, già costretta a portare la croce di una figlia gravemente handicappata. Vi diamo una dritta: i panni sporchi, anche a Holon, pochi chilometri a sud di Tel Aviv, si lavano in casa...
In conclusione, forse Un caso di scomparsa non spiega perché gli israeliani non scrivono romanzi polizieschi. Spiega in compenso che Dror A. Mishani ci sa fare. E che il suo Avraham Avraham, in fondo un semi-fallito, è più simpatico dell'inflazionato e sopravvalutato Montalbano. Shalom.

Daniele Abbiati
Il Giornale


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