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Deborah Fait
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Un senso di colpa isterico e collettivo 08/08/2015

Un senso di colpa isterico e collettivo
Commento di Deborah Fait

Il Prof. Sergio Della Pergola dell’Università Ebraica di Gerusalemme scrive su Moked che devono essere puniti “...i vili criminali che nello stroncare giovani vite innocenti hanno infamato l’immagine di tutto il popolo ebraico e di tutto lo stato di Israele.”
Eccola qui la frase che meglio di ogni altra spiega l’isterico senso di colpa che viene letteralmente scaraventato sugli ebrei in quanto popolo per crimini commessi da alcuni individui, criminali, delinquenti, ma pur sempre individui! Non mi permetto di criticare le parole spese in questi giorni da quasi tutti gli intellettuali ebrei, docenti universitari, giornalisti, analisti, opinionisti di sinistra, , ma vorrei, molto umilmente, fare dei semplici ragionamenti da persona normale e di sani principi quale ritengo essere, da quella che si dice comunemente “opinione dell’uomo della strada”.

Eccomi qua, io, uomo, anzi, donna della strada che dovrei sentirmi infamata come ebrea e come israeliana. Eccomi qua a fare a questi grandi intellettuali una sola domanda: Perchè? Perchè tutto il popolo ebraico dovrebbe sentirsi infamato per delle azioni criminali di alcuni individui, se ebrei, e perchè dovrebbe esserlo tutto lo Stato di Israele? Giorni fa un gruppi di ragazzi italiani, sicuramente dei bulli, sicuramente dei criminali, hanno picchiato una persona perchè ritenuta gay, l’hanno aggredita e bastonata tanto violentemente da mandarla in coma al punto che, se sopravviverà , non sarà mai più normale a causa di un ematoma al cervello provocato dalla bestialità dei colpi inferti.

Non è la prima aggressione a omosessuali o ritenuti tali, in Italia, alcuni sono stati uccisi come vengono uccise quasi quotidianamente donne innocenti e bambini. Io, italiana, dovrei sentirmi infamata? Lo stato italiano dovrebbe sentirsi infamato? In America dei poliziotti, invece di chiedere la patente a dei guidatori afroamericani, gli sparano direttamente addosso. Non si contanto i pazzi che, armati, entrano nelle scuole, nei cinema, e ammazzano decine di persone, di ragazzi, di bambini. Il popolo americano dovrebbe sentirsi infamato da tutto questo sangue innocente sparso da individui criminali o pazzi ?

Non ho mai sentito un solo italiano dire “ mi vergogno di essere italiano” per un atto criminale o razzista commesso da specifici individui. Non ho mai sentito un solo americano dichiararsi colpevole , in quanto popolo, per omicidi, anche di matrice razziale, commessi da chicchessia. Per non parlare dei musulmani. Migliaia di sgozzamenti, decapitazioni, popolazioni intere ridotte in schiavitù, stupri collettivi, sangue a fiumi, il Medio oriente in fiamme a causa di orde di terroristi fattisi Stato ma se chiedi a un musulmano di predere le distanze da simili atrocità, risponde “ Non mi riguarda”.

A Parigi, dopo il massacro al Charlie Hebdo e al Iper Kosher, un milione di persone è sceso in piazza, tra essi, i musulmani si potevano contare sulle dita di un paio di mani. Non li riguardava....l’Islam è pace e amore, dicono, che i terroristi che colpiscono al grido di Allahu Achbar in Occidente e nei Paesi orientali siano tutti musulmani è un fenomeno di cui non gli interessa parlare, anzi si offendono se glielo fai notare . Purtroppo queste sono anche le teorie della maggior parte degli intellettuali occidentali infettati da un malefico e dilagante buonismo.

E i palestinesi? Da un secolo ammazzano ebrei, non a uno alla volta, fanno stragi, sgozzano famiglie intere, più ne ammazzano più i loro terroristi sono osannati, a loro vengono intitolate scuole, strade, piazze, sono eroi. Se il terrorista è anche un suicida la sua famiglia viene mantenuta a suon di dollari, se sopravvive e finisce nelle prigioni israeliane viene stipendiato dall’ANP, lui e la sua famiglia, a vita. Diventare assassini per i palestinesi è, oltre a un atto di odio contro gli ebrei, un bel business anche grazie ai soldi che UE, USA e paesi donatori regalano a piene mani alla macchina del terrorismo palestinista.

L’uccisione violenta di cittadini ebrei non fa notizia, succede ogni giorno, accoltellamenti, “incidenti” stradali con auto guidate da palestinesi che “casualmente” vanno a schiantarsi contro gruppi di persone. Li chiamano “lupi solitari” anche se poi si scopre essere tutti affiliati a Hamas, OLP, e altre organizzazioni del terrorismo palestinista. Gideon Levi, uno dei peggiori odiatori di Israele, velenosamente giudeofobico, portavoce dell’odio palestinista, ha scritto su Haarez: “ Tutti gli israeliani sono colpevoli per quanto accaduto alla famiglia palestinese di Duma”. Purtroppo, scrive Martin Sherman, direttore dell’Istituto israeliano di studi strategici, Gideon Levi viene coccolato e invitato in molti Talk Show israeliani dove gli è permesso di sputare tutto il suo odio velenoso.

Libertà di pensiero, no? Levi non è l’unico, di imbecilli che si scagliano contro il proprio Paese ve ne sono tanti che pontificano dalle colonne dei giornali, che vanno in TV per invitare noi israeliani a tirar fuori dal cassetto il gatto a nove code e fustigarci ogni mattina a causa di crimini che alcuni individui hanno commesso e per i quali tutti noi dovremmo sentirci in colpa. Dopo l’uccisione di Shira Banki da parte di un ortodosso dei Naturey Karta (organizzazione di ebrei noti per la loro ammirazione per il terrorismo palestinese, per il loro amore incondizionato per l’Iran che vuole annientare Israele, antisemiti, negazionisti, criminali, scomunicati dall’ebraismo ufficiale) ; dopo l’incendio che ha provocato la morte del piccolo Ali, a Duma, tutto Israele è sceso in piazza a manifestare contro la violenza e contro il terrorismo ebraico. Migliaia di persone in tutte le città di Israele sono corse a gridare il loro dolore, la loro rabbia.

In nessun paese del mondo è mai avvenuta una presa di posizione così immediata e sentita contro l’odio razziale e omofobo. Si suppone che il crimine di Duma sia stato commesso da ebrei, sono stati fatti alcuni arresti, ma vi sono ancora dei dubbi. Israele, proprio a causa di questo senso di colpa trasformato in dottrina, è sempre pronto ad assumersi ogni responsabilità salvo poi scoprire di essere innocente ma troppo tardi. Ricordate il caso di Muhamed Al Dura? Per mesi, per anni siamo stati messi sulla graticola per la morte di quel bambino arabo, ucciso durante la seconda intifada. I congressi di Rifondazione Comunista erano organizzati sotto gigantografie del bambino, le scritte “Israele assassino” non si contavano. Poi è venuto fuori che lo avevano colpito i palestinesi e che, forse, era vivo e portato in Giordania. La smentita passò quasi inosservata e ancora oggi c’è chi giura sulla colpa di Israele.

Altri episodi, come incendi a abitazioni e coltivazioni palestinesi, attribuite a ebrei....anzi ai coloni, eternamente colpevolizzati .... sono risultati essere stati commessi da palestinesi per incolpare Israele. Naturalmente il senso di colpa collettiva implica che anche la punizione sia collettiva contro gli ebrei, accade oggi esattamente come accadeva un tempo in Europa e niente lo spiega meglio di questo breve racconto pubblicato di Facebook dall’amico David Nizza: “Accadde un tempo che vicino a uno shtetl si trovò il corpo di un bambino con segni evidenti che era stato ucciso. Tutti gli ebrei del villaggio, terrorizzati, si riunirono nella sinagoga, per pregare l'Eterno, temendo di venire massacrati dal solito pogrom. Improvvisamente entrò lo Sciammàsh, salì sul podio e gridò: "Ebrei, le nostre preghiere sono state ascoltate: è successo un miracolo! Il bambino ucciso è ebreo!". (Gonen Ginat, Israel Ha-Yom)

Non ho molta speranza che i nostri bravi intellettuali riescano a capirne la morale. No, non mi sento infamata come ebrea nè come israeliana, anzi, pur condannando con tutta me stessa ogni crimine omofobo o razzista , sono orgogliosa di appartenere a questo popolo e a questo Paese per la sua civiltà, per la sua democrazia, per la sua capacità di mantenersi tale in mezzo a un oceano di tirannie e nazioni assassine che insanguinano il mondo intorno a noi.
Sono orgogliosa , come ebrea e israeliana, nonostante lo strombazzare isterico di tanti che pretendono ancora e sempre che Davide continui a discolparsi .

Deborah Fait
“Gerusalemme capitale eterna di Israele, unica e indivisibile”


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