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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Quella legge del 1950 29/08/2013

Quella legge del 1950
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Ben Gurion mentre legge la dichiarazione di indipendenza del nuovo Stato nella quale si appella a tutti i cittadini arabiaffinché ne facciano parte con uguali diritti e doveri

“ Chiunque vive in un paese nemico di Israele o in un territorio che non è sotto il controllo israeliano e aveva una proprietà in Israele, viene considerato un ‘proprietario assente’, e la sua proprietà può essere trasferita alla ‘Custodia delle Proprietà abbandonate’ “, un organismo dello Stato, così stabilisce la legge del 1950, approvata dopo l’abbandono di Israele da parte degli arabi durante la Guerra di Indipendenza del 1948, una decisione presa soprattutto dopo la campagna degli Stati arabi che avevano cercato di distruggere lo Stato ebraico appena proclamato. “ Lasciate le vostre case, Israele sta per scomparire, e voi ritornerete fra breve e vi prenderete anche le case degli ebrei”, recitavano i proclami arabi. Gran parte di quelli che poi sarebbero stati etichettati come ‘profughi’ furono coloro che si lasciarono sedurre dalla propaganda araba, abbandonarono le loro case in attesa di farvi ritorno con gli interessi. Le cose andarono diversamente, come sappiamo. Gli arabi che rimasero a casa loro, tuttora vi abitano, e in maggioranza sono cittadini di Israele.


I passeggeri liberati dal commando israeliano guidato da Yoni Netanyahu

Questa premessa, perché spesso le cronache riferiscono di ricorsi in tribunale promossi da ex proprietari che vorrebbero ora rientrarvi in possesso. Nei tribunali o alla Corte Suprema fior di avvocati di Gerusalemme discutono cause di rivendicazione di proprietà, perdute in base alla legge citata. I ricorsi vengono esaminati dall’avvocato generale dello Stato, che emette poi la sentenza. La legge del 1950 va letta con attenzione, per non cadere nell’errore di considerarla esclusivamente ‘punitiva’. Alcune proprietà erano state regolarmente vendute dai proprietari ‘assenti’, che ora però vorrebbero annullare i contratti di vendita. Altre proprietà sono passate in eredità in modo molto frazionato. C’è il caso della famiglia Hatib, uno degli eredi era il terrorista che partecipò al sequestro dell’aereo della Air France nel 1976, dirottato a Entebbe, ucciso dai soldati israeliani durante l’operazione di salvataggio dei passeggeri ebrei sequestrati. Il tribunale ha stabilito che i suoi eredi non hanno titolo di rientrarne in possesso e nemmeno di riceverne il valore. Ecco che ritorna la parola ‘sicurezza’, in un paese che ancora oggi è minacciato nel suo diritto di esistere. Può un tribunale acconsentire che sul territorio dello Stato venga consentito a dei nemici – o loro eredi – di stabilirvisi come normali cittadini, svolgere attività volte a minare la sicurezza delle persone e delle istituzioni ? E’ una domanda che in Europa suona stravagante, non viene capita perché la si paragona alle nostre realtà, dove nessuna forza terrorista si propone di cancellare dalle carte geografiche l’Italia o la Svizzera. Per ora, al massimo, dobbiamo preoccuparci di prevenire attentati, ma il riconoscimento della nazione non viene mai messo in duscussione. In Israele non è così, ancora oggi, malgrado le affermazioni di segno opposto avanzate anche da leader palestinesi che si presentano come moderati. Quando parlano in arabo,affermano l’incontrario, è la vecchia tecnica della Taqiyya, ovvero la dissimulazione, non solo consentita fin dai tempi di Maometto, ma imposta.
In Occidente, chi non conosce come stanno le cose da queste parti, si indigna, ecco come Israele deruba i palestinesi ! E’ vero il contrario, Israele si difende in base al diritto-dovere di ostacolare il più possibile la presenza sul proprio territorio di chi, non riconoscendone la legittimità, lo combatte.

Angelo Pezzana


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