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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Uno Stato ebraico e democratico 26/08/2013

Uno Stato ebraico e democratico
lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Ben Gurion          Ruth Gavison          Tzipi Livni

Israele non ha una Costituzione scritta, avendo ereditato l’insieme del sistema legislativo dal Mandato britannico, che non prevedeva, appunto, una Costituzione ma il richiamo alle sentenze già emesse, alla quali va fatto riferimento.Dato che il sitema giudiziario funziona ed è pure veloce, in realtà pochi ne sentono la mancanza. L’Inghilterra poi, non per questo, viene considerato un paese meno democratico, anzi. In verità una ‘magna charta’ all’inglese Israele la possiede, ed è la Dichiarazione di Indipendenza, firmata il 14 maggio 1948, che sanciva la legalità della rinascita dello Stato ebraico, che però non conteneva la parola ‘democratico’, ritenendo, non a torto in quel momento, che il carattere ebraico fosse il collante fondamentale della nuova patria risorta.
Da allora si discute se la dizione esatta sia ‘Stato ebraico’ o ‘Stato degli ebrei’, se il carattere ‘democratico’ debba essere dato per scontato, ma finora sono state analisi sul filo di lana, l’accordo di base non è mai stato messo seriamente in discussione, Israele era ed è Stato ebraico, con l’aggiunta di democratico, che da allora vanno insieme, quasi un ossimoro. Sul fatto che Israele sia, oltre che ebraico, democratico, è una realtà che nessuno ha mai messo in discussione, se si escludono quelle forze politiche e culturali estremiste, le quali, attraverso il rifiuto della parola ‘democratico’, operano una azione di delegittimazione vera e propria del diritto di Israele di essere considerato per quello che è, ebraico e democratico.
Ogni tanto, però, la mancanza di una Costituzione scritta torna d’attualità, come in questi giorni, perché Tzipi Livni, già Ministro della Giustizia e, attualmente Ministro degli Esteri, impegnata oltre a tutto nei colloqui di pace con i palestinesi, ha chiesto a Ruth Gavison, uno dei personaggi più stimati della classe dirigente israeliana, già candidata alla Corte Suprema, di scrivere una clausola che chiarisca in modo preciso il significato da dare alle parole “ebraico e democratico”. La richiesta ha suscitato un vespaio, anche perché Tzipi Livni aveva dichiarato che Netanyahu era d’accordo, mentre non solo non lo era, ma tutto era avvenuto a sua insaputa. Critiche sono arrivate anche a Ruth Gavison, che avrebbe dovuto respingere un incarico che avrebbe richiesto almeno la partecipazione di una commissione di esperti. Le critiche sono arrivate anche da sinistra, un editoriale di Haaretz ricorda che Israele è uno Stato democratico quando tutti i cittadini hanno uguali diritti, ma dove la maggioranza della popolazione è ebraica. Come lo è oggi dei quattro quinti. Aggiunge anche che Ruth Gavison si sarebbe rifiutata di prestarsi a questa finzione. Secondo Haaretz, dietro a questo progetto di chiarificazione legislativa, si nasconderebbe in realtà la volontà di annettere i palestinesi del West Bank, vale a dire la Grande Israele.
Ognuno tira l’acqua al proprio mulino, finirà in una bolla di sapone, la saggezza di Ben Gurion nel redigere la Dichiarazione di Indipendenza continuerà a formare le linee guida dello Stato, l’unica ad avere fatto un passo maldestro risulta Tzipi Livni. Ma non doveva occuparsi dei colloqui di pace ?

Angelo Pezzana


Laurent Fabius con Bibi Netanyahu

P.S. : La dichiarazioni di Obama su un probabile intervento in Siria sono state accolte a Gerusalemme da segnali favorevoli. Netanyahu, in una conferenza stampa insieme al Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, è andato ancora più in là, lanciando un chiaro messaggio all’Iran. “Dobbiamo impedire che abbia la bomba atomica”, ha dichiarato, sottolineando la stretta alleanza di Assad con Iran e Hezbollah. Citando l’uso del gas nervino da parte della Siria contro il proprio stesso popolo, Netanyahu ha poi aggiunto che bisogna impedire che i regimi criminali entrino in possesso di armi di distruzione di massa. Ora occorre intervenire, anche se Israele non dimentica l’antico detto “se non saremo noi ad agire, chi lo farà per noi ?”
Ma Netanyahu ha anche contraddetto una affermazione di Laurent Fabius, il quale, dopo aver incontrato sabato a Ramallah anche Abu Mazen, aveva dichiarato che il conflitto israelo-palestinese era al centro dell’instabilità medio-orientale. “Non ne è la causa, ma il risultato”, ha detto Bibi “ come dimostra senza ombra di dubbio quanto sta succedendo in Siria, Iran, Egitto, Iraq, Libano”.


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