giovedi` 02 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






 
Angelo Pezzana
Israele/Analisi
<< torna all'indice della rubrica
In Olanda si incomincia a capire. Quando in Italia ? 17/08/2011

In Olanda si incomincia a capire. Quando in Italia ?
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana


Steven Erlanger, Geert Wilders, Pim Fortuyn, Theo van Gogh

Come ha reagito l'Olanda, dopo la strage norvegese ? Sui giornali italiani questa domanda non ha suscitato alcuna curiosità, eppure l'Olanda è il paese dove l'estremismo islamico ha ucciso Pim Fortuyn e Theo van Gogh, nomi presto dimenticati, mentre Geert Wilders, leader per Partito della Libertà, terzo come voti e sostenitore della coalizione di governo, viene continuamente citato come xenofobo e antislamico, uno che vorrebbe espellere dall'Olanda tutti gli immigrati. Naturalmente è vero il contrario, Wilders è un liberal democratico, non vuole cacciare via nessuno, semplicemente è un politico che ha capito in tempo ciò che i politici europei si rifiutano persino di affrontare, l'invasione dell'Europa da parte dell'immigrazione musulmana. Prima o poi ci arriveranno anche gli altri politici, e, aggiungo, anche i mezzi di informazione, ma sarà forse troppo tardi.
Averlo capito non è essere islamofobi, come la vulgata politicamente corretta vorrebbe farci credere, e sulla quale si sono allineati la maggior parte dei mezzi d'informazione, significa invece non condividere l'idea di società civile e politica che l'islam propone, anzi, il verbo giusto è impone, perchè sarà questo il destino del nostro continente (del mondo ?), quando i musulmani supereranno la soglia del 51%. Immaginare una società sotto il tallone della Sharia e volersi opporre è quello che ogni amante della libertà e della democrazia dovrebbe sentire. Ma dirlo, oggi, significa essere etichettati con gli insulti più turpi.
Per questo mi ha stupito leggere sulla International Herald Tribune di ferragosto, l'edizione internazionale del New York Times, come dire il giornale politicamente corretto per eccellenza, in linea con i vari El Pais,Le Monde,TheTimes ecc., un articolo di Steven Erlanger,corrispondente da Parigi, inviato ad Amsterdam per sentire come il paese dei tulipani la pensa dopo la strage del bianco/biondo/cristiano Anders Breivik in Norvegia, cosa dicono i cittadini della capitale che vivono in quartieri nei quali la maggioranza è ormai islamica, non formata da un insieme di immigrati, no, proprio da musulmani. Anche Erlanger usa nei confronti di Wilders e del suo partito il linguaggio tipico del giornale per il quale scrive, ma, questa è la sorpresa, dà anche voce alla gente comune che intervista. Per primi intervengono, ovviamente, i critici di Wilders, ma, dopo di loro, finalmente si esprimono quelli che con gli islamici condividono il quartiere, il condominio, raccontando quella che per loro è già la vita in una società dove gli stili di vita seguono altre regole. Uno dice che fra dieci anni l'Olanda sarà uno stato musulmano, una signora dice che non può più vestirsi come vuole perchè viene fatta oggetto di critiche dai vicini casa, la sensazione di non vivere più nel paese nel quale si era cresciuti è comune a molti. Naturalmente il politico, il sociologo, il docente universitario esprimono ben altre posizioni, tutti difendono i valori del multiculturalismo, l''invasione islamica non ha ancora lambito il loro quieto vivere, le loro abitudini non sono ancora state modificate, la paura non fa ancora parte delle loro giornate. Ma il fatto che un giornalista come Erlanger, non sospetto di simpatie verso chi ha una visione diversa del futuro dell'Europa (del mondo?) abbia deciso dare un taglio non totalmente favorevole all'invasione islamica di un paese europeo, può essere un campanello d'allarme per il provincialismo dei nostri media. Se l'Olanda non è più il paese dei tulipani della nostra infanzia, qualcuno comincia ad accorgersene. Chissà che dopo l'Herald Tribune non  arrivino a ruota i giornaloni di casa nostra, in fondo, se lo scrive l'Herald Tribune, che è come dire il New York Times, che non sia arrivato il momento di accorgersi che il mondo sta cambiando ?


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT