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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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L'Argentina candida Daniel Barenboim a Premio Nobel per la Pace 12/08/2011

L'Argentina candida Daniel Barenboim a Premio Nobel per la Pace
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

 
Daniel Barenboim a Gaza, Edward Said mentre insegna al figlio a tirare sassi contro i soldati israeliani, Tariq Ramadan

L’iniziativa parte dal suo paese d’origine, l’Argentina, dove l’Accademia di Lettere e Lingue candiderà il prossimo 17 Agosto  Daniel Barenboim a Premio Nobel per la Pace. Riferiscono le agenzie che insieme a 2500 firmatari ci sono nomi quali l’ex Presidente Julio Maria Sanguinetti e scrittori di fama.

Barenboim, 67 anni, figlio di ebrei russi, cittadino di vari paesi, tra i quali anche Israele, viene definito “ illustre e controverso”. Illustre lo è sicuramente, anche per meriti artistici, ma questo è un aspetto nel quale non entriamo, delle musica siamo semplici estimatori, senza quindi alcun diritto di esprimere un giudizio critico. Ma Il Premio Nobel è per la Pace, non va tanto al direttore d’orchestra, quanto al politico che ne accompagna le attività, cosa che gli ha guadagnato l’attributo di ‘controverso’ . Una parola decisamente inadeguata se guardiamo a come il Maestro ha usato le sue indiscusse abilità, musicali, ma anche politiche.

In Israele ha fatto scandalo la sua esecuzione della musica di Wagner durante un concerto al quale assistevano diversi sopravvissuti ai campi di sterminio, lui l’aveva proposto già proposto per il programma, ma la risposta era stata un no deciso. Quella musica veniva eseguita nei campi per rendere meno dura la vita ai nazisti che li gestivano. Chi andava incontro alla morte, spesso veniva accompagnato dalle note wagneriane. E’ comprensibile che chi da quell’ inferno è riuscito a ritornare non abbia nessuna voglia di riascoltare quella musica e rivivere quei ricordi terribili.

Nel 1999, abbraccia la causa palestinese, e fin qui niente da dire, ognuno è libero di fare le proprie scelte, curioso però il fatto che le sue, Wagner e adesso i palestinesi, siano il volano pubblicitario che lo ha reso famoso in tutto il mondo, secondo l’equazione ormai verificata in tanti altri casi, che se un ebreo fa qualcosa contro altri ebrei o Israele conquista immediatamente i media mondiali. Così è stato. Barenboim fonda una orchestra, la apre a giovani palestinesi e israeliani, ci aggiunge anche qualche iraniano per buon peso, ed ecco che l’etichetta ‘orchestra della pace’ non gliela leverà più nessuno. Anche il nome è indovinato, “ West-Eastern Divan Orchestra”, e in effetti motivi per sottrarsi all’applauso non ce ne sarebbero, a meno che….

A meno che non si guardasse con più attenzione l’uso che Barenboim ne ha fatto sin dall’inizio, a cominciare dal suo sodale, quell’Edward Said che è stato finchè era in vita uno dei nemici più implacabili di Israele, oltre a tutto dotato di una vivace intelligenza, una specie di Tariq Ramadan ante litteram, in gradi di affascinare le accademie universitarie di tutto il mondo. Barenboim se lo portava dietro,offfrendogli un palcoscenico per la sua propaganda contro Israele, Said parlava, Barenboim dirigeva.

Un’altra prova del cinismo immenso del nostro ha la data dello scorso maggio, quando con la sua orchestra della pace è andato a suonare a Gaza, un bel concerto di un’ora al al-Madha Center, proprio davanti al mare. Se non fosse ciò che invece è, Barenboim poteva cogliere quell’occasione  per ricordare che da cinque anni, a Gaza, Hamas tiene prigioniero Gilad Shalit, in condizione di totale disprezzo verso le convenzioni di Ginevra: Dopo averlo rapito in Israele e portato in chissà quale buco oscuro, a nessuno è stato concesso di verificarne le condizioni, meno che mai alla Croce Rossa internazionale, che, se anche ha elevato una protesta, l’ha fatto così in sordina che nessuno se n’è accorto. No, Barenboim se n’è stato ben zitto, e perché mai avrebbe dovuto mettere in imbarazzo Hamas, che poi è solo un movimento terrorista che si propone la distruzione di Israele. Lui ha diretto e tutto il mondo ha parlato dell’ “evento”.

Adesso la candidatura ufficiale. Può darsi che lo vedremo a Stoccolma mentre ritira l’ambito premio, l’hanno preso altri prima di lui che sono appartenuti alla stessa sua categoria, citiamo fra tutti il nome di Yasser Arafat, quindi sarà in buona compagnia.
Si prepari in panchina il su ricordato Tariq Ramadan, prima o poi potrebbe toccare anche a lui.


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